FOTO 3(UNWEB) Perugia. Si è concluso il 14 giugno, con l’appuntamento organizzato presso l’Aula Goretti della Corte di Appello di Perugia, il ciclo di tre incontri distrettuali sul linguaggio degli atti giudiziari e del processo, organizzato dalla Procura Generale di Perugia, in collaborazione con l’Osservatorio sul linguaggio dei provvedimenti giudiziari e l’Ordine degli avvocati di Perugia.

Gli interventi - tutti dedicati al tema del linguaggio giudiziario declinato nell’ottica delle varie parti processuali e nei diversi gradi del giudizio - sono stati moderati dalla Presidente vicaria della Corte di Appello, dott.ssa Claudia Matteini e preceduti dalla presentazione del Procuratore Generale dott. Sergio Sottani.
Il Procuratore Generale ha ricordato gli obiettivi dell’Osservatorio istituito nell’agosto 2022 presso la Procura Generale, del quale fanno parte, oltre al Procuratore Generale, i Procuratori del Distretto e i loro delegati, ed ha evidenziato che il già menzionato organismo non ha certamente scopi censori, bensì di promozione dell’importanza della tematica del linguaggio per tutte le parti processuali.
Dopo aver ripercorso l’attività dell’Osservatorio, a partire dalla prima presentazione del progetto svoltasi presso l’Università di Perugia il 25 novembre 2022 in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, ha richiamato le principali caratteristiche alle quali dovrebbe tendere il linguaggio dei provvedimenti giudiziari e nelle relazioni tra le parti nel corso del processo, ovvero la chiarezza, intesa sia come tecnica di redazione, che come logicità del discorso; la continenza; l’equilibrio; la mitezza; l’apertura.
Il Procuratore ha poi evidenziato come la chiarezza del linguaggio non possa mai andare a discapito del tecnicismo: tutti i protagonisti del processo devono orientare la propria attività ricercando un equilibrio tra l’oscurità del linguaggio e la banalizzazione della vicenda sottesa al processo, evitando di utilizzare parole e locuzioni che siano espressione di pregiudizi di genere o culturali o che comunque offendano la sensibilità e gli orientamenti di tutte le parti e di tutti i soggetti (ad esempio i testimoni) comunque coinvolti nel processo.
La correttezza della lingua, è stato ribadito nel corso dei vari contributi, manifesta anche una correttezza del pensiero e dell’approccio alle vicende umane, la cui comprensione deve sempre precedere la decisione, anche qualora quest’ultima implichi soluzioni che impongono l’utilizzo di un linguaggio specialistico e tecnico, talvolta, complesso.
Gli incontri sono serviti anche per fare il punto su alcune criticità. È stata infatti evidenziata, in questo settore, la sinergia tra l’avvocatura e la magistratura, quale punto di forza per contrastare alcune iniziative del legislatore volte a ridimensionare la possibilità per i difensori di presentare atti difensivi.
In particolare, si sono manifestate molteplici perplessità in relazione all’art. 46 disp. att. c.p.c. che detta forme e criteri di redazione degli atti giudiziari e che, ponendo un limite dimensionale per argomentare le ragioni della difesa e l’utilizzo di un ristretto numero di parole chiave, potrebbe far sorgere dubbi in ordine alla compatibilità di tale disposizione con l’art. 24 della Costituzione.
Dal ciclo di incontri è emersa anche la complessità e l’importanza del tema del linguaggio con riferimento al ruolo del pubblico ministero che deve sapersi esprimere e rapportare in modo adeguato, aperto ed efficace con tanti soggetti, dalla polizia giudiziaria, al giudice, ai testimoni, ai difensori, agli utenti del servizio giustizia.
È stata ribadita dai presenti l’esigenza di evitare pregiudizi e, pur nella unicità dello stile e della cifra linguistica di ciascuno, il dovere di essere sempre rispettosi della dignità dei protagonisti del processo, anche quando è inevitabile prendere una posizione nell’argomentare le ragioni della decisione adottata.
L’incontro conclusivo è stata poi l’occasione per presentare ai magistrati del distretto e agli avvocati intervenuti, il documento denominato “Note introduttive in tema di correttezza e adeguatezza del linguaggio dei provvedimenti giudiziari”, predisposto dai componenti dell’Osservatorio, contenente una rassegna di fonti primarie e secondarie, nazionali e sovranazionali che si occupano di linguaggio. Il documento si compone anche di un breve vademecum - aperto all’arricchimento, alla luce della continua riflessione e necessaria formazione in materia di linguaggio - contenente undici suggerimenti sul linguaggio scritto e orale del processo, che discendono dalle fonti richiamate e dall’esperienza quotidiana in udienza.
L’appuntamento è servito inoltre per porre l’attenzione sull’importanza di sollecitare una riflessione sul linguaggio giudiziario anche nel settore civile, soprattutto alla luce della riforma dell’art. 121 c.p.c. che oggi espressamente impone “chiarezza e sinteticità” degli atti giudiziari.

All’incontro di Perugia sono intervenuti la sostituta procuratrice della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia dott.ssa Patrizia Mattei, la Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Perugia dott.ssa Carla Giangamboni, il Presidente e la Vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Perugia, rispettivamente la dott.ssa Silvia Egidi e il dottor Carlo Orlando, il dott. Paolo Micheli, Presidente della sezione Penale della Corte di Appello.
Gli altri due incontri sul linguaggio dei provvedimenti giudiziari si erano tenuti al Tribunale di Terni il 26 aprile e al Tribunale di Spoleto il 25 maggio.