IMG 4891(UNWEB) Perugia. Con la tradizionale e suggestiva processione della “Luminaria”, dal palazzo dei Priori alla basilica di San Costanzo, nel pomeriggio del 28 gennaio, la comunità civile e religiosa di Perugia è entrata nel vivo della festa del suo Santo Patrono Costanzo, vescovo e martire; processione a cui hanno partecipato, come è consuetudine, l’arcivescovo Ivan Maffeis, il sindaco Andrea Romizi, la presidente della Regione Donatella Tesei, diversi rappresentanti delle Istituzioni del capoluogo umbro ed animata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello della Cattedrale e dal corteo storico dei figuranti dei cinque rioni medioevali della città.

Al termine della “Luminaria”, nella basilica di San Costanzo, si sono tenuti Primi Vespri con il rito dell’omaggio votivo in memoria del Santo di alcuni segni e simboli dell’antico legame tra la Perugia civile e quella religiosa.

L’arcivescovo Maffeis, all’omelia, si è soffermato sul significato cristiano della “luce”, esortando tutti ad essere «ostinati cercatori di luce…», facendo «memoria di san Costanzo» la cui testimonianza umana e cristiana «arriva a parlare al nostro tempo; anche in questo modo la luce della fede continua a illuminare la nostra città».

Di seguito il testo integrazione dell’omelia.

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«La luce della fede continua ad illuminare la nostra città»

Occasione di incontro e unità. Anche quest’anno la figura di San Costanzo ci offre una tradizionale, ma pur sempre nuova, occasione di incontro; grazie alla memoria di questo Santo, noi - pur provenendo da sensibilità e da situazioni spirituali diverse - ci ritroviamo insieme. Questa unità si manifesta anche in due segni eloquenti, promossi fin dal 1310 dall’autorità civica: la luminaria, di cui siamo stati partecipi poco fa lungo le vie della nostra città, e il cero votivo, offerto dal Sindaco a nome di tutti. Siamo tutti ostinati cercatori di luce…

Più luce rispetto all’oscurità di oggi. “Più luce!”, invoca Goethe nel momento del tramonto della sua esistenza. “Più luce!” invochiamo noi, rispetto all’oscurità che avvolge il nostro tempo, a partire dai tanti focolai di guerra che nel loro diffondersi spengono la speranza e la vita, a conferma della tragica inutilità, della disumanità e dell’immoralità della guerra, di ogni guerra.

Non solo grandi strategie politiche. La via per uscire dalla notte non può essere affidata soltanto alle grandi strategie politiche: la luce passa anche dal coltivare nelle nostre relazioni quei valori fondamentali di rispetto della dignità della persona, che vivono di ogni piccolo gesto di disponibilità, d’accoglienza, di dialogo culturale, di carità generosa.

La luce del Signore Gesù. E non è forse questa la risposta che sgorga dalla fede cristiana? Il Vangelo ci ricorda che la luce che cerchiamo è una Persona, il Signore Gesù. “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”, afferma San Giovanni. Seguendolo, vivendo nella sua amicizia, diveniamo sempre più simili a lui e con ciò capaci di Dio, di conoscere la verità, di riconoscerci fratelli, di entrare nella vita: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

Testimone di fede a prezzo della vita. San Costanzo è vissuto per trasmetterci questa fede; ne è stato testimone a prezzo della vita.

Gratitudine a chi diffonde la luce. Questa sera diciamo grazie per chi diffonde la luce ragionevole della fede, che educa a uscire da sé e ad affidarsi allo Spirito di Dio. Grazie per i genitori, i catechisti, gli educatori, gli insegnanti, i diaconi e i presbiteri. Grazie per la luce diffusa da quanti sanno stare un passo indietro per far spazio agli altri e contribuiscono a rispondere al bisogno che tutti ci portiamo dentro, che è bisogno di sentirsi accolti, stimati, amati. Grazie per la luce alimentata dai volontari e dagli operatori della Caritas, come da chi in Ospedale, all’hospice e nelle case di riposo lavora nei servizi di cura; da chi, con presenza discreta, accompagna chi vive l’esperienza della malattia o del lutto.

Portatori di luce i rappresentanti delle Istituzioni. Di luce sono portatori i rappresentanti delle Istituzioni, uomini e donne che, nei diversi ambiti del vivere civile e sociale, sono a servizio della nostra città e del territorio. A ciascuno di loro va la nostra riconoscenza per il contributo che assicurano a una serena convivenza, per le energie che - con competenza e sacrificio - dedicano a favore del bene comune, che non è tanto o solo la somma del bene dei singoli, ma è il bene di tutti.

Gratitudine alla comunità ecclesiale locale. Infine, un grazie ai sacerdoti di questa unità pastorale, a don Luca Delunghi in particolare, per l’iniziativa che, da dopodomani (martedì 30 gennaio, n.d.r.), offrirà dal lunedì al venerdì la possibilità a studenti e lavoratori di raccogliersi in questa chiesa alle 7.20 per la celebrazione eucaristica. Anche in questo modo la memoria di San Costanzo arriva a parlare al nostro tempo; anche in questo modo la luce della fede continua a illuminare la nostra città.

Don Ivan Maffeis

Vescovo