CARD GUALTIERO BASSETTI(ASI) Perugia. «La misericordia non è una superficiale verniciatura di bianco che copre i nostri peccati» e «non è neanche un'operetta teatrale recitata con un linguaggio sdolcinato e melenso. La misericordia è, all'opposto, la testimonianza virile della presenza di Dio nella vita degli uomini». Utilizza queste parole semplici e determinate il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, nell'ultimo editoriale intitolato Dio è misericordia su «L’Osservatore Romano», che sarà pubblicato domenica 13 dicembre, giorno in cui in tutte le Diocesi vengono aperte le Porte Sante, già consultabile sul sito www.osservatoreromano.va.

L'arcivescovo di Perugia, con questo articolo dedicato al Giubileo, sembra rispondere indirettamente a tutti coloro che avevano sollevato delle perplessità sul richiamo alla misericordia fatto costantemente da papa Francesco e intende fugare qualsiasi equivoco, sorto «anche in buona fede», che può portare a confondere «la bontà di Dio con il buonismo degli uomini», «la misericordia divina con un condensato di propositi sentimentali».

Per confermare le sue affermazioni Bassetti non esita a citare don Divo Barsotti, un grande mistico del '900 - morto nel 2006 e fondatore della Comunità dei figli di Dio - «per nulla incline al buonismo e al compromesso a buon mercato» e sicuramente non sospettabile di avere simpatie per le scorciatoie teologiche. Il verace monaco toscano - che il prelato di Perugia ha conosciuto personalmente - per sottolineare la centralità della misericordia nel cristianesimo arriva a scrivere, in una sua meditazione, che «Dio è misericordia». Per questo motivo, scrive il cardinale, questo Anno Santo è una «preziosa opportunità» per l'uomo di oggi: un uomo sempre più «smarrito e confuso, materialista e mondano, idolatra e nichilista».

Un'opportunità che però potrebbe «essere offuscata» dal «rumore di fondo» che scaturisce dalle viscere della nostra società: «il rumore assordante delle armi di Kandahar, di San Bernardino, di Parigi, di Raqqa». «Il rumore sinistro dei barconi che affondano nel mar Mediterraneo». «Il rumore scandaloso dei poveri che affollano le periferie delle metropoli». «Il rumore irriverente delle chiacchiere da osteria e delle dietrologie da quattro soldi che animano incessantemente il web e i social media». E infine il «rumore drammatico della corruzione morale» che può colpire «ogni uomo che si fa dio di se stesso».

Per evitare che l'uomo moderno si perda occorrono dunque degli esempi di vita straordinari. E un esempio per tutti – conclude il cardinale Bassetti – è rappresentato da madre Teresa di Calcutta, una moderna «icona del buon samaritano», che ogni giorno della sua vita ha cercato il Signore «tra coloro che non sono voluti, amati e curati, tra i poveri, tra gli sconfitti della vita e, in definitiva, tra gli scarti della nostra società opulenta».