fontana(UMWEB) Perugia. Sabato 22 giugno, alle ore 18, al Museo archeologico nazionale dell’Umbria (piazza Giordano Bruno, 10, Perugia), alla presenza delle autorità cittadine, sarà inaugurata la mostra Luce in Africa, illuminare la vita delle comunità rurali del Mali con fotografie, filmati, diari, manufatti africani provenienti dal fondo Antinori del museo e un lampione mobile originale proveniente dal Mali.La mostra, curata dall’architetto perugino Matteo Ferroni in collaborazione con la direttrice Luana Cenciaioli e l’architetto del Polo museale dell’Umbria Francesco Di Lorenzo, durerà fino al 22 settembre e racconta l’origine e la diffusione del lampione mobile realizzato dallo stesso Ferroni per i villaggi del Mali.


Si tratta, come afferma lo stesso Ferroni, “di uno spazio di luce per accogliere la vita di gruppo che di giorno avviene sotto l’ombra degli alberi e trasformare, in altre parole, l’ombra dell’albero in luce. Così, con una vecchia bicicletta, un LED ed una batteria di moto”, prosegue l’architetto, “ho creato il primo lampione mobile che ho cominciato a sperimentare nel villaggio dove vivevo. L’impatto, sia nella vita pratica che in quella simbolica, è stato impressionate e gli abitanti dei villaggi circostanti venivano a vedere. La notizia si è diffusa immediatamente nella regione e tanti villaggi hanno iniziato a chiedere i lampioni. Così, in accordo con la municipalità locale, ho cominciato a far replicare i lampioni dagli artigiani locali per distribuirli ai villaggi. Per poter coprire più villaggi possibile ho deciso di consegnare quattro lampioni mobili ad ogni villaggio facendoli gestire collettivamente dal villaggio stesso, introducendo, pertanto, una soluzione che nel tempo si è rivelata estremamente innovativa e funzionale rispetto alla luce pubblica convenzionale: la luce collettiva. I lampioni sono stati battezzati con il nome di Foroba Yelen che in lingua bambarà significa luce collettiva e che è diventato il nome del progetto”.
Dal 2010 al 2015, grazie al sostegno della Fondazione eLand creata da Ferroni in Svizzera, sono stati fabbricati oltre cento lampioni mobili, distribuiti in venticinque villaggi della Commune Rurale de Cinzana e diventati ben presto un utensile da lavoro per i vari mestieri (il maestro, il veterinario, la levatrice...), un'equipaggiamento di strutture come fontane, mulini, orti comunitari e persino uno strumento rituale per sepolture notturne e preghiere dell’alba alla moschea del villaggio. Questi lampioni si sono dimostrati la soluzione ad oggi più economica (circa 300$) e più ecologica (12w) esistente perché, anziché un prodotto industriale, sono manufatti realizzabili localmente. La gestione collettiva consente, inoltre, di dare luce ad un villaggio con solo un piccolo pannello solare da 50 watt. Il progetto ha destato l’interesse della stampa internazionale (The Guardian, Slate USA, France Presse, La Repubblica), è stato premiato dalla Città di Barcellona nel 2012, pubblicato dal MoMA nel 2013 ed esposto permanentemente alla Biosfera di Montreal dal 2014. Considerate le numerose richieste giunte da ogni parte del mondo, Ferroni è adesso impegnato a preparare un manuale di autocostruzione in inglese e francese.