Monetiere MANU(UNWEB) Perugia. Sabato 13 novembre, alle ore 17, Samuele Ranucci condurrà una visita guidata al gabinetto numismatico del Museo archeologico nazionale dell’Umbria (p.zza Giordano Bruno, 10, Perugia). Sarà ripercorsa la storia monetaria dell’Umbria antica con l’osservazione di una selezione di esemplari provenienti dalle collezioni storiche del museo che, nel corso dei secoli, hanno costituito il medagliere.


Le prime monete che circolarono e furono prodotte nella regione nel corso del III secolo a.C., nei centri umbri di Tuder (Todi), Iguvium (Gubbio) o in territorio etrusco, in Valdichiana e probabilmente a Volsinii (Orvieto), sono appartenenti alle cosiddette serie di “aes grav”e (bronzo pesante).
Si tratta, infatti, di monete pesanti, con nominali di grandi dimensioni, realizzate con la tecnica della fusione in matrici bivalvi. A queste monete seguirono, completata la romanizzazione della regione, le monete coniate dalla zecca repubblicana di Roma appartenenti al sistema del denarius. Queste monete sono introdotte nel corso della seconda guerra punica, poco dopo la disfatta dell’esercito romano contro quello di Annibale nel 217 a.C. al lago Trasimeno.
La monetazione di epoca romana imperiale, dalla fine del I secolo a.C. al V secolo d.C., è ampliamente rappresentata e costituisce un’importante documentazione dei secoli in cui Perusia, ora Augusta, seguì le vicende economiche dell’Impero, dopo aver subito le distruzioni e le epurazioni dovute alla guerra civile che vide opposti gli eserciti antoniani a quelli cesariani di Ottaviano, culminate con il Bellum Perusinum del 41-40 a.C. e l’assedio e della città.
È ospitata anche una sezione dedicata alla zecca di Perugia, con monete della serie medievale comunale, coniate a partire dalla metà del XIII secolo, e della serie pontificia, coniate nella prima metà del XVI secolo, fino alle ultime monete prodotte in città appartenenti alle emissioni pontificie e giacobine del 1798-1799.