Chiesto un incontro con sindaco e assessore sui problemi più urgenti del settore

(UNWEB) Perugia. Sono tre i delegati Federalberghi Umbria Confcommercio sul territorio dell’Orvietano, freschi di nomina: due con attività nel centro storico e uno a Orvieto Scalo. Si tratta di Giuseppe Santi (Hotel Corso), Bruno Gialletti (Hotel Gialletti) e Stefano Marcucci (Hotel Acquila Bianca). E i problemi di cui intendono farsi portavoce, per conto dell’associazione degli imprenditori turistici più rappresentativa sul territorio, sono davvero pressanti.


Per entrare davvero nel merito delle tante questioni di cui si parla in questi giorni a Orvieto - a proposito dei danni al turismo, il sostegno alle imprese e le iniziative di rilancio - Federalberghi Umbria Confcommercio ha già chiesto un incontro con il sindaco Giuseppe Germani e con l’assessore al turismo Andrea Vincenti.
Si partirà dall’analisi dei dati sul movimento turistico nel comprensorio di Orvieto, ad esempio, per parlare di tassazione locale non in termini generici ma puntuali e precisi.
Come già chiarito con i responsabili regionali dell’Anci, i Comuni possono intervenire per rendere meno pesante la situazione delle imprese ricettive danneggiate dagli effetti indiretti del terremoto. Gli alberghi, ad esempio, pagano l’Imu sugli immobili come beni strumentali e l’imposta sui rifiuti in base alla superficie. Se le imprese oggi sono chiuse o ridotte al minimo, non possono certo continuare a pagare come fossero in piena attività.
E’ su questo fronte, secondo Federalberghi, che il confronto deve essere portato.
I numeri, del resto, non fanno che sostenere le richieste delle imprese, che a Orvieto sono a rischio, come dimostra la chiusura dello storico Hotel Maitani, ai proprietari del quale va la stima, la riconoscenza e la solidarietà di Federalberghi Umbria.
Secondo le rilevazioni ufficiali della Regione, nel 2016 il movimento turistico nel comprensorio Orvietano ha visto, rispetto all’anno precedente, un calo del 2,17% negli arrivi. Un dato fortemente condizionato dall’andamento degli ultimi mesi del 2016, quelli in cui gli effetti indiretti del terremoto hanno picchiato duro.
Dal 25 agosto al 30 ottobre, il comprensorio ha avuto un -10,21% degli arrivi e -8,03% delle presenze. Il calo più drammatico si è registrato nel settore alberghiero (-15,85% degli arrivi e -11,16% delle presenze) e soprattutto per quanto riguarda gli stranieri, che hanno subito iniziato a disertare il comprensorio, come dimostra il –22,66% degli arrivi e il –18,82 delle presenze.
La situazione si è aggravata nei due mesi successivi.
Dal 31 ottobre al 31 dicembre, infatti, il comprensorio di Orvieto ha perso complessivamente, rispetto all’anno precedente, il 23,15% degli arrivi e il 17,23% delle presenze. Il picco, anche questa volta, pesa particolarmente sulle spalle degli esercizi alberghieri, con –25,87% degli arrivi e –23% nelle presenze, in funzione del crollo dei turisti stranieri: -32,76% degli arrivi e –21,6% delle presenze.
Il turismo organizzato, che rappresenta il 70% del movimento verso il comprensorio di Orvieto, è fatto prevalentemente di stranieri, che le notizie diffuse dopo il terremoto hanno dirottato verso altre destinazioni, ritenute meno a rischio.
Le azioni per invertire questo trend dovranno essere allora molto importanti, mirate e condivise. Federalberghi Umbria Confcommercio è pronta a fare la sua parte e a concordare iniziative di rilancio che partano dalle molte potenzialità e risorse del territorio.