Lepre Gianni1 1(ASI) Nonostante la variante Omicron2 del Covid-19, la guerra in Ucraina  e le sanzioni che l’Occidente ha comminato alla Russia di Putin, il nostro Paese si avvia verso la liberalizzazione e l’uscita dalla pandemia da Coronavirus.

Il Covid aveva già dilaniato l’economia tricolore, adesso ci mancava solo la guerra a rendere tutto molto più surreale e imprevedibile. Da Aprile si ritorna ad una sorta di normalità vigile senza più i colori, e soprattutto senza greenpass. “Prove tecniche di normalità - commenta Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 - alla ricerca di una nuova dimensione entro la quale impostare la nostra vita, e l’economia del Sistema Italia”.

Lepre, che tra le altre cose è notista di Italpress e Agenzia Stampa Italia, ha poi continuato: “Con il Covid alle spalle, si fa per dire, seguendo le indicazioni del governatore campano Vincenzo De Luca, ci dobbiamo confrontare con una ripresa alienata dalla guerra, e dalle tante ripercussioni che sta avendo sul Made in Italy in particolare.

Ricordo a tutti che la Campania è il cuore del Sistema Paese, oltre ad essere uno dei motori del brand Italia. Artigianato d’eccellenza, Moda, Enogastronomia, Turismo, Cultura, tutte filiere che attualmente stanno subendo il contraccolpo delle sanzioni e che quindi il governo centrale dovrà poi ristorare”. Il prof. Lepre è poi entrato nello specifico: “

Ricordate il Pnrr? Adesso quelle risorse dovranno inevitabilmente servire a ripianare le perdite delle imprese su export e import di materie prime, e sulla questione ancora più grande legata all’approvvigionamento energetico. In Campania poi, i cui scambi commerciali con l’est del mondo sono storici, il contraccolpo appare maggiore anche in considerazione del fatto che colpisce al cuore il Made in Italy: il settore orafo e dei preziosi in generale, la grande tradizione sartoriale, l’artigianato storico patrimonio Unesco, ed in più la filiera per antonomasia che è il turismo di massa”.

Lepre ha poi concluso: “Volendo sintetizzare, siamo in presenza della cosiddetta economia da sopravvivenza dove il pesce grande mangia il piccolo e, su alcune questioni, rasentiamo il cannibalismo. Il Sistema Paese dovrà adottare una linea netta e coraggiosa per portare a casa il risultato. Spogliando il Pnrr dalla propaganda politica e concentrandosi su quelle direttrici che garantiscano piena autonomia energetica e minimo impatto sulle attività produttive essenziali con risorse aggiuntive per quelle d’eccellenza in grosse difficoltà, sono sicuro che ne verremo fuori”.