(UNWEB) L’Umbria rafforza il valore dei mercati degli agricoltori, tra identità territoriale, tutela della biodiversità e nuova economia rurale
I mercati contadini non sono solo luoghi di vendita di prodotti agricoli di qualità, ma veri e propri presìdi culturali e sociali in grado di raccontare il territorio, promuovere l’identità enogastronomica locale e sostenere una filiera corta che premia il lavoro degli agricoltori. È quanto sottolinea la Coldiretti regionale, ricordando come anche l’Umbria viva con forza questa rivoluzione profonda che attraversa l’agricoltura e le abitudini alimentari dei cittadini, consentita dalla Legge di Orientamento e dalla multifunzionalità.
“In tutta la regione - afferma Mario Rossi direttore Coldiretti Umbria - i mercati degli agricoltori stanno crescendo non solo come “spazi economici” dove acquistare prodotti freschi, genuini e stagionali, ma pure come comunità del cibo locale, luoghi di incontro, educazione e sostenibilità in grado di potenziare e rinsaldare il tessuto urbano avvicinandolo alle campagne. Vere e proprie “piazze del cibo buono”, in cui si valorizza il sapere contadino e si crea un legame diretto tra chi coltiva la terra e chi la abita.
I mercati di Campagna Amica - prosegue Rossi - rappresentano una straordinaria opportunità per i nostri produttori e per i cittadini. Non solo per offrire alimenti di alta qualità e ridurre le distanze tra produzione e consumo, tutelando la biodiversità, ma anche per educare alla stagionalità, alla sostenibilità e al rispetto del territorio, garantendo sicurezza alimentare. Con una congiuntura economica globale sempre più complessa ed incerta, il poter disporre di una rete solida di distribuzione locale, rappresenta una risorsa strategica e culturale. In Umbria - ricorda Rossi - la rete dei mercati contadini di Campagna Amica coinvolge ormai centinaia di aziende agricole e continua ad ampliarsi, rispondendo ad un bisogno crescente di autenticità, sicurezza alimentare e rispetto ambientale. I cittadini premiano sempre più spesso la filiera corta non solo per il rapporto qualità-prezzo, ma anche per una consapevolezza che si traduce in scelta etica e sociale”.
Un esempio concreto viene da Enrico Palombi, giovane agricoltore che ogni settimana raggiunge Perugia da Cascia per partecipare al mercato di Campagna Amica. “Per me - racconta - è una scelta che ha cambiato il mio modo di lavorare, oltre che di vivere naturalmente. Non solo vendo i miei formaggi di pecora direttamente a chi li consuma, ma ho la possibilità di raccontare la storia della nostra azienda, far conoscere il mio territorio, spiegare perché certe stagioni influiscono sul sapore del latte o dei formaggi. Il mercato è diventato un luogo dove si costruiscono relazioni e si difende il futuro della nostra terra”.
Un’opportunità condivisa anche da Daniele Luchetti, allevatore e produttore locale di carni di razze autoctone: “Partecipare ai mercati di Campagna Amica mi permette non solo di valorizzare una carne allevata nel rispetto del benessere animale e dell’ambiente, ma anche di far conoscere ai consumatori l’impegno che c’è dietro ogni taglio. Il contatto diretto con chi acquista ci restituisce non solo valore economico, ma anche soddisfazione e motivazione”.
Anche il florovivaista Luciano Tortorella, trova nei mercati uno spazio strategico per il suo lavoro: “Vendere fiori e piante coltivate in Umbria significa raccontare la bellezza e la biodiversità del nostro paesaggio. Ogni pianta ha una storia, e poterla condividere con chi sceglie di acquistare locale rende il mercato un luogo dinamico, vivo e sempre stimolante”.
Ma i mercati di Campagna Amica sono sempre più anche luoghi educativi, con spazi aperti per le scuole o per le attività sociali e di solidarietà, per promuovere verso tutta la comunità e in particolare nei confronti delle nuove generazioni il valore del cibo, dell’ambiente e della corretta alimentazione. Un modello, che guarda al futuro partendo dalle radici più profonde del territorio, contribuendo anche a ridurre gli sprechi alimentari e l’impatto ambientale, con un sistema virtuoso che premia l’agricoltura di prossimità e rafforza la resilienza delle comunità locali.