Mancini ospedaleIl consigliere regionale Valerio Mancini - Lega Umbria annuncia di aver incontrato il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Antonio Onnis, per discutere della “possibilità di riattivare quanto prima il presidio ambulatoriale per l’assistenza di malati di tumori neuroendocrini”, presente fino al 5 ottobre presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Mancini in-forma che “Onnis ha manifestato la volontà di costituire una equipe propedeutica ad un futuro di-partimento preposto all’assistenza dei malati di tumore neuroendocrino”.

(UNWEB) Perugia, “Un colloquio proficuo e risolutivo”. Così il il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega) definisce l’incontro avuto con il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Antonio Onnis, in merito “alla possibilità di riattivare quanto prima il presidio ambulato-riale per l’assistenza di malati di tumori neuroendocrini presso l’ospedale Santa Maria della Miseri-cordia, chiuso lo scorso 5 ottobre”.

Mancini ricorda che “già l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, si era subito interessato alla vicenda. Con lui abbiamo aperto un dialogo insieme ai rappresentanti di A.I.NET. (Associazione italiana tumori neuroendocrini) per metterlo al corrente di quanto accaduto e trovare insieme una soluzione per riattivare quanto prima il presidio all’interno dell’azienda ospedaliera perugina. Vi era grande preoccupazione da parte dell’associazione, che ripetutamente, ma invano, aveva cercato un dialo-go con i dirigenti amministrativi, chiedendo che il servizio venisse ripristinato perché indispensabile per la presa in carico di nuovi pazienti e per il follow-up dei pazienti già in cura, che sono oltre 200 e necessitano di assistenza superspecialistica”.

“All’incontro con il commissario Onnis – spiega il consigliere regionale - erano presenti anche Paride Santi (segretario regionale del sindacato FSI-USAE) e Giampiero Bacianino (membro di A.I.NET.) che ha illustrato con chiarezza le criticità riscontrate a seguito della chiusura dell’ambulatorio. Dal 5 ottobre – sottolinea Mancini – i pazienti, seppur seguiti ugualmente da medici altamente qualificati, hanno iniziato a evidenziare criticità dovute a carenze organizzative, non ascrivibili al personale medico con ripercussioni nel campo della ricerca di cure sperimentali. L’Umbria vanta innumerevoli eccellenze nel settore sanitario: il ‘Centro per la diagnosi e la cura dei tumori neuroendocrini’ ha ottenuto riconoscimenti anche a livello europeo e merita pertanto di essere rimesso in funzione, anche per evitare alla Regione un aggravio di spese per la mobilità passiva”.

“Al termine del nostro incontro – conclude Mancini – il commissario straordinario ha manifestato la volontà di costituire una equipe propedeutica ad un futuro dipartimento preposto all’assistenza dei malati di tumore neuroendocrino. Questa iniziativa si inserisce perfettamente nell’ottica di piena stabilizzazione delle risorse umane e di valorizzazione della notevole capacità operativa dell’azienda ospedaliera di Perugia, che va sostenuta e stimolata”.