De LUCAIl capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca interviene in merito alle ordinanze che i “Comuni umbri continuano ad emanare in ordine sparso rispetto all'obbligo dei cittadini di indossare le mascherine e altri dispositivi per contrastare la diffusione del Coronavirus”. Nel sottolineare che si tratta di “direttive che in molte parti d'Italia sono state date dalle Regioni”, De Luca rimarca la necessità di un “coordinamento regionale”.

 

(UNWEB) Perugia, 8 aprile 2020 – “I Comuni umbri continuano ad emanare ordinanze in ordine sparso rispetto all'obbligo dei cittadini di indossare le mascherine e altri dispositivi per contrastare la diffusione del Coronavirus. Direttive che in molte parti d'Italia sono state date dalle Regioni”. Così il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca.

“Ieri – ricorda - la governatrice Tesei ha dichiarato: ‘l’emergenza più importante oggi non è quella delle mascherine. Anche perché abbiamo assistito a un po’ di spiegazioni non così omogenee di illustri esponenti del mondo scientifico’. Prendo atto di queste dichiarazioni che di fatto sconfessano l’operato estemporaneo di molti sindaci del centrodestra. Personalmente – commenta De Luca - ritengo che chi ha oneri di governo non può limitarsi a rilasciare delle dichiarazioni a mezzo stampa di fronte al caos delle ordinanze fai da te che i Comuni umbri stanno mettendo in campo. Tanto più che lei stessa mette in dubbio la scientificità di tali provvedimenti”.

“Per questo – stigmatizza De Luca - mi aspetto azioni coerenti con quanto proferito volte a mettere ordine ed evitare decisioni ambigue che possono compromettere la salute dei cittadini, oltre a creare disagio e assembramenti nei luoghi dove si vendono presidi sanitari. Inoltre – continua - mi sento di sottolineare che la corsa all'acquisto delle mascherine e dei guanti, deve essere pianificato per tutte le varie ricadute che può determinare, in primo luogo quella che in caso di scarsa reperibilità questi presidi diventino indisponibili per tutti quei lavoratori che svolgono mansioni in filiere essenziali. Soprattutto – conclude - che ne resti sprovvisto il personale sanitario che a vari livelli opera in prima linea”.