Paparelli BoriI Consiglieri regionali del Pd, Fabio Paparelli e Tommaso Bori, chiedono che i test sierologici sul coronavirus siano “almeno in parte, a carico del sistema sanitario regionale, specie per le categorie a rischio”. Per Paparelli e Bori questo deve avvenire “se, come affermano la presidente Tesei e l’assessore Coletto, i test rientrano nelle strategie sanitarie della Regione come programma di prevenzione e in funzione di un’indagine epidemiologica”.

 

(UNWEB) Perugia, “Se la presidente Tesei e l’assessore Coletto, i test sierologici sul coronavirus, rientrano nelle strategie sanitarie della Regione come programma di prevenzione e in funzione di un’indagine epidemiologica, gli stessi devono essere, almeno in parte, a carico del sistema sanitario regionale, specie per le categorie a rischio, ovvero per i lavoratori essenziali e per chi versa in una condizione economica disagiata”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali Partito Democratico , Fabio Paparelli e Tommaso Bori.

“La Regione – proseguono Bori e Paparelli - dovrebbe farsi carico di questa spesa, tanto più perché i test sono prescritti, non a caso, da medici e pediatri sulla base dell'analisi o della clinica. La Giunta regionale, pertanto, non può scaricare la responsabilità sugli operatori sanitari e i costi sui pazienti. Per i tanti cittadini umbri che sono ricorsi a misure di sostegno al reddito, come disoccupazione, reddito di cittadinanza o indennità straordinarie previste dal Governo, i 40 euro richiesti per effettuare le analisi anticorpali sono un costo quasi insostenibile. Anche le categorie maggiormente esposte come quelle degli operatori sanitari, dei lavoratori più a rischio contagio, gli anziani e soggetti con patologie a rischio, dovrebbero vedersi riconosciuto il diritto a sottoporsi, in via precauzionale e del tutto gratuita, all'indagine sierologica”.

“Invitiamo pertanto la presidente Tesei e l'assessore Coletto  - concludono Paparelli e Bori - a finanziare un programma di prevenzione degno di questo nome, che possa davvero essere accessibile e utile tanto più in questa fase delicata di ripartenza”.