DeLuca3Il consigliere Thomas De Luca (M5S), presidente del Comitato per il controllo e la vigilanza, interviene nuovamente sulla seduta di lunedì 18 maggio dopo le dichiarazione odierne dei consiglieri della Lega, ritenute “lesive” della sua onorabilità, e ricostruisce quanto avvenuto nell’ultima seduta dell’organismo di Palazzo Cesaroni. 

 

(UNWEB) Perugia,  - “Di fronte alle affermazioni diffuse nella mattinata odierna dai consiglieri del gruppo della Lega, che ritengo lesive della mia onorabilità di persona, prima ancora che presidente del Comitato per il controllo e la valutazione dell’Assemblea legislativa intendo fare massima chiarezza sui fatti e sugli accadimenti delle scorse ore”. Lo dichiara il consigliere regionale Thomas De Luca (Movimento 5 Stelle), replicando al comunicato dei colleghi leghisti (http://consiglio.regione.umbria.it/informazione/notizie-acs/comitato-con...).

De Luca ricostruisce dunque che “a seguito della richiesta formale e informale avanzata da alcuni consiglieri di trattare le tematiche relative agli strumenti e alle dotazioni per affrontare l’emergenza sanitaria, così come sempre fatto con tutti i componenti del Comitato, anche alla luce della cogenza e dell’attualità della situazione pandemica, ho calendarizzato la verifica della risoluzione ‘Interventi straordinari per fronteggiare gli effetti diretti ed indiretti dell’emergenza Coronavirus’. Tale risoluzione, al primo punto impegnava la giunta a ‘continuare l’impegno, sia sul fronte del personale che degli strumenti e delle dotazioni, teso ad affrontare l’emergenza sanitaria a tutela della salute della comunità umbra’. In base alle disponibilità accordate ho convocato il direttore della Protezione Civile, Stefano Nodessi, il direttore della sanità, Claudio Dario, e la dirigente Paola Casucci”.

Thomas De Luca chiarisce ce “sin dalla seduta precedente ma anche per via informale mi era stato richiesto da parte della maggioranza un vaglio preventivo delle domande che sarebbero state poste in commissione. Se non avessi accettato di fare questo sarebbe stata ‘fatta saltare’ la seduta del Comitato. Come presidente ho respinto immediatamente al mittente tale condizione, ritenendola inaccettabile per il nostro ordinamento costituzionale e per i principi fondanti della nostra democrazia liberale nonché regolamenti e statuti. Poche ore dopo ho ricevuto una chiamata da parte degli uffici dell’Assemblea che mi invitavano ad attuare un’inedita quanto fantasiosa interpretazione del Regolamento (mai adottata in 50 anni di storia della Regione Umbria). Avrei dovuto applicare alle audizioni dei funzionari, dei dirigenti e degli assessori la normativa relativa agli Istituti di Partecipazione L.R. 10/2014 in merito alle consultazioni degli enti locali, delle associazioni, dei sindacati e delle associazioni datoriali ponendo quindi sistematicamente in votazione quale e come argomento affrontare in commissione, quali domande porre ed a chi, assoggettando gli argomenti al veto della maggioranza. Ciò avrebbe comportato l’esautoramento totale delle minoranze non solo al Comitato ma in tutte le commissioni permanenti”.

“Anche in questo caso - spiega ancora De Luca - ho respinto prontamente tale indicazione chiedendo l’espressione di un parere formale e rifiutandomi di applicarla. Dopo tale discussione il vicepresidente Eugenio Rondini è stato dapprima revocato e poi ripristinato nel suo ruolo nel giro di pochi giorni. Arrivati alla seduta di lunedì 18 maggio, come di consuetudine ho dato la parola al direttore Claudio Dario, audito in commissione, al fine di illustrare l’argomento all’ordine del giorno. Lo stesso in maniera esaustiva ed anche attraverso slide e dati precisi ha narrato gli avvenimenti e la situazione del picco epidemico in Umbria nel mese di marzo-aprile. Sempre come di prassi ho aperto un primo giro di domande e risposte a cui con la massima serenità il direttore Dario ha sistematicamente risposto. Nel mentre ci sono stati alcuni interventi sull’ordine dei lavori che mi richiedevano di intervenire per bloccare la trattazione dell’argomento all’ordine del giorno. Ogni volta ho risposto dettagliatamente ribadendo la libertà dei consiglieri di porre domande e degli auditi di rispondere come meglio ritenevano opportuno”.

Il presidente del Comitato prosegue: “Arrivati al secondo giro di domande ho dato la parola al consigliere Bori, primo prenotato, che ha posto la seguente domanda ‘La seconda relazione della prof.ssa Mencacci dopo aver testato i test su 1000 casi...avrei ritenuto normale come prassi un acquisto prima di 1000 come test...comunque sui 1000 individua la specificità del 78 per cento e la sensibilità del 72 per cento quindi esclude la possibilità di utilizzarlo come diagnostica ma quello che mi ha stupito rispetto a questo è che guardando le caratteristiche del test scritte nel cosiddetto bugiardino il foglio illustrativo della Screen Italia mette che il risultato per le IGC avrebbe avuto una sensibilità del 100 per cento  mentre qui dalla sperimentazione la porta al 72 per cento e una specificità del 98 per cento mentre qui la sperimentazione la porta al 78 per cento, quindi 30 per cento e 20 per cento in meno...anche paragonato al bando che ha fatto il governo quindi non un acquisto diretto da una ditta ma un bando aperto li viene richiesta una specificità e una sensibilità del 95 per cento e del 90 per cento. Ora dato che dopo la sperimentazione questo prodotto non corrisponde a quello che è scritto nel foglio illustrativo mi chiedevo come mai si sia proceduto comunque all’acquisto invece che alla restituzione oppure comunque valutare se il prodotto fosse idoneo’ In conclusione dell’intervento del consigliere Bori il consigliere Carissimi (Lega)  ha preso la parola: ‘Chiedo che sia messo a verbale che le domande che vengono fatte al direttore Dario fuoriescono dal perimetro dell’ordine del giorno n°20 del 18/03/2020 e ritengo che le domande che vengono lui rivolte non sono attinenti a quell’ordine del giorno per cui chiedo che venga messo in votazione la possibilità di procedere oltre con le domande al dott. Dario…’. A seguito di ciò ho ribadito che non intendevo censurare alcun consigliere, sindacando sul merito di domande legittimamente poste e che il Direttore che era pronto ad intervenire avrebbe potuto rispondere o non rispondere nella piena e massima libertà. Alle 16,28 il consigliere Pastorelli ha abbandonato la seduta seguito poi dal consigliere Carissimi”. 

“Dopo aver illustrato dettagliatamente i fatti - conclude De Luca - intendo respingere con fermezza e vigore ogni accusa di parzialità o di strumentalità del mio operato respingendo oltremodo ogni tentativo di assoggettare il mio mandato di presidente attraverso pressioni che ritengo inaccettabili”.