VotazioneRegioneL’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza le proposte della Giunta di rimodulazione dei fondi europei Fse e Fesr per l’emergenza Coronavirus per oltre 108 milioni di euro. All’inizio della discussione il capogruppo del PD, Tommaso Bori ha annunciato l’intenzione di parte della minoranza (PD, M5S e Misto) di abbandonare l’Aula motivandola con la mancanza di “concertazione e partecipazione".

 

(UNWEB) Perugia, – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato a maggioranza le proposte della Giunta di rimodulazione dei fondi europei Fse e Fesr per l’emergenza Coronavirus per oltre 108 milioni di euro. I voti a favore sono stati 12 (Lega, Fdi, FI, Tesei presidente per l’Umbria) mentre Fora (Patto civico per l’Umbria) si è astenuto per il Fse e ha votato contro al Fser. Relatori dei due atti sono stati Daniele Nicchi (Lega-maggioranza) e Simona Meloni (PD-minoranza)

All’inizio della discussione il capogruppo del PD, Tommaso Bori ha annunciato l’intenzione di parte della minoranza (PD, M5S e Misto) di abbandonare l’Aula motivandola con la mancanza di “concertazione e partecipazione. Speriamo - ha rilevato - che non si voglia definire il progetto per l’Umbria che verrà senza aprire un dibattito serio sullo sviluppo economico e sociale e su come usare questi fondi. Siamo costretti ad abbandonare l’Aula finché non verrà ristabilito il rispetto delle leggi, delle regole e della democrazia”. 

EMENDAMENTI 

L’Aula ha approvato all’unanimità dei presenti un emendamento a firma di Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) che prevede che eventuali modifiche e/o integrazioni all’atto vengano partecipate e condivise con le categorie produttive, economiche e sociali della Regione.

Respinti due emendamenti a firma Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria). Uno per aumentare la dotazione finanziaria della misura per adeguare le competenze tecnologiche della popolazione. L’altro per rafforzare gli interventi a favore della riqualificazione energetica e sismica degli edifici industriali, e per rafforzare l’economia sociale.

Ritirati un emendamento a firma Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) per il sostegno alle agenzie pubbliche e private che svolgono attività di istruzione e formazione professionale, e uno a firma Michele Bettarelli e Tommaso Bori (Pd) (a causa della mancanza dei proponenti) per la sanificazione dei centri di formazione. 

I CONTENUTI

Nella sue relazioni NICCHI ha illustrato i contenuti dei due provvedimenti. Con la RIMODULAZIONE DEI FONDI EUROPEI FSE E FESR 2014-2020 per il contrasto del Coronavirus vengono liberati circa 108milioni di euro per dare un aiuto diretto alle imprese e ai cittadini: circa 53milioni del Fondo sociale europeo e oltre 55 del Fondo europeo di sviluppo regionale. Si tratta di fondi liberi rischiavano di essere persi. Per il Fesr la Giunta a febbraio ha rimodulato 21milioni di euro, spostando risorse da azioni in ritardo o che presentavano difficoltà di attuazione su altre che presentavano maggiori necessità, con un’attenzione particolare al turismo e alla cultura. Il 7 maggio sono state rimodulate NUOVE RISORSE DEL FESR PER 34,4 milioni di euro, pari a circa l’8 per cento dell’intero importo del programma: 8milioni per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e per attrezzature; 3,5 milioni per la creazione di imprese e sostegno a start up; 2,5 milioni per imprese culturali e creative, 500mila euro per l’economia sociale e 1,75 milioni per l’Itc; oltre 20milioni di euro per  per il sostegno al capitale circolante delle imprese; 5 milioni per la promozione turistica e 4milioni per rendere fruibili anche in epoca covid gli attrattori culturali. La riprogrammazione ha messo a disposizione dal FSE UN IMPORTO DI QUASI 53MILIONI di euro immediatamente disponibili. Di questi 7 milioni vanno al sostegno dei lavoratori autonomi; 3,7 milioni per le categorie svantaggiate; 10 milioni per il potenziamento del reinserimento occupazionale; 33,6 milioni per l’istruzione, dalla scuola dell’infanzia fino all’università. In questi ultimi 8 milioni sono dedicati alle borse di studio Adisu”.

RELAZIONI

Daniele NICCHI (Relatore di maggioranza-Lega): (FSE) “Oggi è necessario AFFRONTARE E VINCERE LA SFIDA che riguarda le conseguenze economiche e sociali dell’emergenza coronavirus. Non possiamo permettere che nei prossimi mesi e nei prossimi anni alle vittime del virus se ne aggiungano altre, vittime, stavolta, della peggior crisi economica degli ultimi settant’anni. LA REGIONE UMBRIA È GIÀ INTERVENUTA CON OGNI STRUMENTO IMMEDIATAMENTE ATTIVABILE e pianificando quelli attivabili a medio termine sia attraverso una possibile riformulazione del bilancio regionale, sia attraverso la revisione dell’attuale programmazione europea, elemento determinante per la strategia regionale. Per adottare adeguate misure di intervento in risposta all'emergenza e per la ripartenza del sistema economico-sociale dell'Umbria, si è ritenuto necessario stimare la capacità di attivazione del Fondo Sociale Europeo (FSE) 2014-2020 dell’Umbria alla luce delle risorse finanziarie che possono essere considerate ancora disponibili. Le azioni proposte sono di sostegno ad alcune categorie di lavoratori, in particolare quelli autonomi, non adeguatamente tutelati dagli interventi nazionali; un supporto diversificato ai diversi livelli del percorso educativo e di istruzione e formazione; alcuni interventi di continuità al programma già intrapreso mirati al sostegno delle categorie svantaggiate della popolazione; e una prima azione, di importo finanziario significativo, destinata a strumenti di inserimento e reinserimento occupazionale post-emergenza al fine di garantire la ripartenza del sistema economico-sociale regionale. Queste risorse saranno impiegate in più fasi che contemperino l’EMERGENZA SANITARIA, SOCIALE, DEL LAVORO E DELLA LIQUIDITÀ DELLE IMPRESE; LA RIPARTENZA DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE ED ISTITUZIONALI E IL POTENZIAMENTO DEI SISTEMI QUALI IMPRESE, ISTRUZIONE E FORMAZIONE. Il Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR-FESR) era stato già oggetto di una rimodulazione delle risorse a febbraio per rispondere alla problematicità dei bassi livelli di spesa. A seguito del rapido aggravamento dell’emergenza sanitaria la Giunta ha considerato necessaria un’ulteriore riprogrammazione”.

Simona MELONI (Relatore di minoranza-Pd): (FSE) “SE OGGI CI SONO RISORSE AGGIUNTIVE È SOPRATTUTTO GRAZIE AL BUON LAVORO SVOLTO NEGLI ANNI PRECEDENTI, che ha permesso di ricevere delle premialità. Ma le RISORSE che avete rimodulato sono comunque INSUFFICIENTI E TARDIVE rispetto a quanto fatto in altre regioni. Sono pochissime le risorse messe a disposizione per la formazione tecnologica. Solo un milione di euro per la formazione di lavoratori, praticamente come se il coronavirus non esistesse. Sarebbe stato più opportuno che i 6 milioni per la sanificazione della scuola e per acquisti di Dpi per le imprese fossero presi da risorse del bilancio regionale, lasciando libere queste risorse per ulteriori iniziative. Così come per le borse di studio Adisu. Sarebbe stato opportuno stanziare almeno 5/6 milioni sull’alfabetizzazione digitale per colmare il digital divide. Sarebbe fondamentale investire almeno 4 milioni dal Fse per sostenere le persone che dal 10 marzo hanno dovuto interrompere il contatto con l’azienda. MISURE PER LE CATEGORIE PIÙ SVANTAGGIATE sono necessarie come accompagnamento verso una piena inclusione. I GIOVANI sono la categoria che pagherà il prezzo più alto di questa emergenza, i fondi europei dovevano essere investiti soprattutto per la loro formazione e nell’integrazione nel mondo del lavoro. Una misura una tantum, insieme a maggiori fondi strutturali per la formazionE, servirebbe a garantire sostegno a chi rischia di non avere altri mezzi a disposizione, e a non interrompere quei percorsi che possono offrire ai tirocinanti l’opportunità di diventare lavoratori. La Regione dovrebbe promuovere nuovi percorsi di formazione per gli insegnanti basati su metodologie innovative. In Umbria i soggetti più fragili e deboli, in questa emergenza, sono stati e continuano ad essere più in difficoltà, specie in ambito medico e assistenziale. È urgente RIPRISTINARE TUTTI I SERVIZI SANITARI, a partire dagli screening periodici e dalle cure per malattie croniche o rare. Così come preoccupa l’aumento delle richieste presso le strutture private. Servono investimenti per  rafforzare la sanità di prossimità. Il diritto allo studio, la formazione, la salute e soprattutto il lavoro devono essere temi centrali dell’azione politica e amministrativa. Le misure per il FESR SONO TARDIVE E DEL TUTTO INSUFFICIENTI. Il bando Re-Start può soddisfare solo il 20 per cento delle domande presentate e ha al suo interno requisiti di accesso che tagliano fuori quasi tutte le imprese con fatturato annuo sotto i 20mila euro. Anche per il contributo a fondo perduto l’accesso è impossibile per quasi tutte. Al Bando “Bridge to Digital” al massimo potranno accedere 300-400 aziende. E per la presentazione della domanda vi è un meccanismo contorto per cui attraverso il click day chi primo arriva meglio alloggia. Probabilmente una MAGGIORE CONCERTAZIONE CON GLI STAKEHOLDERS avrebbe consentito misure ed azioni più mirate come hanno fatto altre Regioni. Per le START – UP le misure sono assolutamente insufficienti. E i fondi a disposizioni sono del Governo nazionale. Anche sul fronte della digitalizzazione della PA c’è ancora molto da fare. In Umbria nel 2019 sono nate 21mila nuove imprese fatte di giovani che rimangono tagliate fuori dalle misure perché ancora non consolidate. Proponiamo la creazione di una piattaforma virtuale dove far convogliare idee, promuovere l’incontro e avviare un dibattito tra giovani innovatori e start up. I FONDI EUROPEI NON SONO MAI STATI UN’OPPORTUNITÀ COME IN QUESTA FASE che seppur critica può fornirci grandi mezzi e la possibilità di dimostrare quale è la visione della nostra Regione”.

INTERVENTI

Valerio MANCINI (Lega): “Ho sentito un richiamo costante ad altre Regioni, che sono state prese ad esempio per la qualità della vita e delle loro economie. Il residuo fiscale è il saldo tra quanto una comunità versa al bilancio nazionale e quanto riceve indietro. La Lombardia, tanto criticata, da un contributo di 54 miliardi all’anno mentre l’Umbria versa 82 milioni. Smettiamo di fare allusioni e critiche a quella Regione, la cui economia dovrebbe essere un esempio per noi. E ricordiamo che in Umbria esisteva una burocrazia ostile ai cittadini e alle imprese che ostacolava lo sviluppo della regione”.

Andrea FORA (Patto civico): “Ritengo un atto non responsabile abbandonare l’Aula quando si parla di milioni di euro per l’economia regionale. Come non è responsabile evitare di rispondere agli atti ispettivi. Gli elementi di critica politica sulla gestione dell’emergenza Covid ci sono ma sono altri i luoghi in cui si celebrano i processi. Questo atto, questi 100milioni di euro, sono fondamentali per gli Umbri. Il 17 agosto scade il blocco dei licenziamenti, così come sono scaduti i contribuiti per partite iva, professionisti, commercianti. A questo testo sembra mancare una visione, un modello attraverso cui ricostruire l’economia e la socialità dei nostri territori. Ho ascoltato molte componenti del territorio che hanno lamentato la mancanza della partecipazione. Non si tratta di riproporre la concertazione ma questi 100milioni di euro richiedono una fase di ascolto più importante di quella che c’è stata. Quella di oggi è la prima fase di una fase di rilancio che dovrà coinvolgere la Comunità regionale, con i territori, con le forze economiche e sociali. Ho presentato un emendamento per rilanciare un grande patto per la rinascita dell’Umbria, facendo chiarezza su alcune scelte. Non bisogna commettere l’errore di andare di corsa ignorando le richieste di tante comunità che chiedono di essere protagoniste della rinascita. Il pensiero che sta dietro questa riprogrammazione prevede di investire su elementi avanzati che possano trainare gli altri. Io non condivido del tutto questa visione perché sarebbe meglio finanziare in maniera diffusa il sistema delle piccole e medie imprese. Non è il momento di lasciare indietro nessuno. Alcune scelte della riprogrammazione potrebbero produrre qualche piccola percentuale di Pil in più ma lasciando indietro tante piccole medie imprese che non hanno accesso al fondo perduto. Il mio emendamento punta a mantenere le risorse per la filiera energetica, che invece è un grande bacino occupazionale e permetterà di riqualificare gli edifici produttivi delle piccole e medie aziende e di attivare un buon livello di saldo occupazionale positivo. Prevediamo di dotare la misura di 5 milioni di euro. L’emendamento inoltre chiede un aumento di 500 mila euro per l’economia sociale, un bacino occupazionale a saldo positivo nonostante la crisi seguita al Covid”. 

Paola AGABITI (Assessore): “LA GIUNTA SI È MOSSA SENZA INDUGIO DAI PRIMI GIORNI DELLA PANDEMIA ATTIVANDO NUMEROSI INTERVENTI EMERGENZIALI E STRAORDINARI SUL VERSANTE SANITARIO ED ECONOMICO, semplificando l’accesso alle risorse, prorogando i termini delle domande, attivando misure a sostegno all’economia, prestiti a favore delle pmi, fondi di garanzia a integrazione delle norme nazionali. Sono stati messi in campo numerosi interventi anche per il turismo e la cultura, con linee strategiche per il rilancio del turismo, per rafforzare l’offerta dei nostri attrattori, l’adeguamento dell’attrattività, dei servizi, e delle nuove esigenze, ma anche sulla commercializzazione, sulla promozione e comunicazione turistica. C’è stato anche il sostegno al terzo settore, alle associazioni culturali, teatrali e sportive. In questa strategia un elemento determinante sono i fondi europei. IL LIVELLO DI ATTUAZIONE DEI FONDI EUROPEI IN UMBRIA È TRA I PIÙ BASSI TRA LE REGIONI DEL CENTRO NORD. Una situazione ereditata sulla quale ci siamo subito adoperati per porre rimedio. La Commissione europea con l’emergenza ha adottato due pacchetti di modifiche dei regolamenti sui fondi strutturali che prevedono maggiore flessibilità e un tasso cofinanziamento Ue al 100 per cento. Governo e Regioni stanno lavorando ad un accordo per la rimodulazione Fse e Fesr. Ad oggi è aperto ancora il confronto e l’incertezza ha portato ad un rallentamento della riprogrammazione dei fondi europei. In questo quadro di incertezze come GIUNTA ABBIAMO DECISO DI PROCEDERE AUTONOMAMENTE CON LA RIPROGRAMMAZIONE, a prescindere dall’accordo con il Governo, puntando su misure di sostegno importanti per tutte le esigenze del territorio, raccogliendo le istanze di imprese e persone. La RIPROGRAMMAZIONE DI OLTRE 100MLN SONO DESTINATI ALL’EMERGENZA COVID. Stiamo cercando di valutare il percorso di approvazione della riprogrammazione in base al tasso del cofinanziamento, ma dipende dall’esito dell’accordo con il Governo. Abbiamo comunque deciso di mantenere alcune risorse europee, come gli interventi per la Basilica di Norcia. Dal 2008-17 la Regione ha impiegato in modo poco lungimirante le risorse europee, infatti il pil umbro si è ridotto del 14 per cento mentre in Italia del 4,2. Il pil pro capite si è ridotto del 6.8 per cento, in Italia è aumentato del 3 per cento. L’UMBRIA HA PERSO TERRENO RISPETTO ALL’ITALIA. Anche nell’utilizzo dei fondi europei sono state fatte scelte di programmazione non sempre comprensibili. Ad esempio per le borse Adisu sono stati usate risorse proprie del bilancio regionale, quando sarebbe stato più efficace usare fondi europei liberando risorse per altre necessita. Nel prossimo bilancio avremo minori entrate, il Governo ha deciso di destinare 500milioni per le mancate entrate fiscali delle Regioni, quando il potenziale mancato introito è di 2 miliardi. LA PROGRAMMAZIONE È ARRIVATA A CONCLUSIONE EVIDENZIANDO MOLTE LACUNE. Chi ha governato in quegli anni la Regione non può dare lezioni sull’utilizzo dei fondi europei”.