FioroniPaolaLa consigliera della Lega, Paola Fioroni (vicepresidente Assemblea legislativa) annuncia la presentazione di una mozione, sottoscritta dall’intero Gruppo consiliare della Lega, affinché la Giunta regionale “adotti senza indugio ogni iniziativa volta a fare chiarezza sulle vicende e sul potenziale default del Fondo Umbria–Comparto Monteluce e a tutelare la continuità aziendale delle imprese umbre creditrici del Fondo”.

 

(UNWEB) Perugia,   - “La vicenda di Fondo Umbria–Comparto Monteluce costituisce l’esempio perfetto di ciò che la politica non deve mai fare, ovvero cercare di assumere la veste di imprenditore, con l’aggravante di averlo provato a fare nel segmento Immobiliare e con strumenti di finanza creativa”. Così la consigliera regionale della Lega, Paola Fioroni (vicepresidente Assemblea legislativa) annuncia, in qualità di prima firmataria, una mozione sottoscritta da tutti i consiglieri del Gruppo Lega affinché la Giunta regionale “adotti senza indugio ogni iniziativa volta a fare chiarezza sulle vicende e sul potenziale default del Fondo Umbria–Comparto Monteluce e tutelare la continuità aziendale delle imprese umbre creditrici del Fondo”.

“L’attuale situazione economica e patrimoniale del Fondo Umbria-Comparto Monteluce – spiega Fioroni -, di cui la Regione, anche attraverso la propria partecipata Gepafin, dopo discutibili operazioni di compravendita, detiene il 52,64 per cento, in considerazione della complessa esposizione debitoria del Fondo nei confronti degli enti finanziatori, ma soprattutto nei confronti dei fornitori e sub-fornitori per la grande maggioranza costituiti da imprese locali, preoccupa il Gruppo regionale della Lega. Anche perché – spiega Fioroni - sta compromettendo il futuro e la continuità aziendale dei fornitori locali che hanno realizzato opere e fornito materiali per la realizzazione di una riqualificazione urbana mai terminata, e per la improcrastinabile esigenza di assicurare e rassicurare i cittadini umbri e perugini riguardo la messa in sicurezza ed il completamento di un cantiere a cielo aperto, consentendo così di rendere pienamente operativo ed efficiente un progetto altamente strategico per il futuro dell’Umbria e del suo capoluogo”.

Secondo Paola Fioroni, “per fare questo è necessario mantenere una interlocuzione proattiva con Università e Comune di Perugia al fine di assicurare la riqualificazione dell’intero complesso, in un’ottica di garanzia dei servizi e della sicurezza per gli abitanti del quartiere di Monteluce e dell’intera città di Perugia. Fermo restando – aggiunge - le evidenti responsabilità politiche delle precedenti amministrazioni rosse regionali, che agendo con incompetenza e autoreferenzialità hanno preferito conferire un ingente patrimonio immobiliare in un rischioso fondo d’investimento, piuttosto che valorizzarlo e monetizzandolo a servizio di altri utilizzi sociali certamente più meritevoli. Occorre anche fare chiarezza  – conclude Fioroni- su una operazione in cui, nel 2006, la Regione ha apportato il complesso di Monteluce per un valore di 43milioni 750mila euro in un Fondo le cui quote oggi non valgono nulla, e che analizzando eventuali fattispecie, rilevanti sotto ogni profilo, possono aver configurato un ingente danno anche erariale nei confronti dell’Ente Regione”.