GMI consiglieri regionali dell’opposizione, Bori, Meloni, Paparelli, Porzi e Bettarelli (Pd), De Luca (Movimento 5 Stelle) e Bianconi (Misto) puntano il dito sulla Giunta regionale per aver “complicato in maniera strumentale l’accesso all’interruzione della gravidanza farmacologica”. “La presidente Tesei – scrivono – riporta indietro le lancette della storia ai tempi in cui venivano negati i diritti delle donne, al solo scopo di assecondare il volere dell’ultraconservatore Senatore Pillon, suo collega di partito”.

 

(UNWEB) Perugia, – “La presidente della Regione, Donatella Tesei avrà la responsabilità storica di aver riportato indietro le lancette della storia ai tempi in cui venivano negati i diritti delle donne, al solo scopo di assecondare il volere dell’ultraconservatore Senatore Pillon, suo collega di partito”. È quanto dichiarano, in una nota congiunta, i consiglieri regionali Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli, Donatella Porzi e Michele Bettarelli (Pd), Thomas De Luca (Movimento 5 Stelle) e Vincenzo Bianconi (Misto), in merito alla delibera di Giunta che “complica in maniera strumentale l'accesso all'interruzione di gravidanza farmacologica”.

“Si tratta di un atto grave - sottolineano i consiglieri di opposizione - che renderà ancor più difficile la vita delle donne, la loro libertà, la loro autodeterminazione, attraverso la privazione del diritto a scegliere il metodo meno invasivo di interrompere una gravidanza”.

“Così facendo - aggiungono - la Giunta regionale ha scelto l’obbligo di ospedalizzazione forzosa di almeno tre giorni, rendendo volutamente ad ostacoli il percorso per ottenere l’opzione farmacologica, aumentando le spese del sistema sanitario regionale e, in epoca Covid, allungando paradossalmente le degenze. Ciò significa che – spiegano -, da ora in poi, i reparti autorizzati a mettere in atto la procedura di IVG farmacologica, quelli di Pantalla e poi, dopo il Covid, quello di Umbertide, oltre che di Orvieto e Narni, chiuderanno a breve, allungando ulteriormente i tempi per le IVG chirurgiche, che già adesso fanno registrare oltre tre settimane di attesa”.

“Considerando che la stessa Società Italiana Ginecologi ed Ostetrici (SIGO) ha affermato, non più tardi dell’aprile scorso, che ‘si dichiara favorevole a una maggiore diffusione dell’aborto farmacologico, a tutela della salute e dei diritti delle donne, che rischiano di essere negati a causa dell’emergenza sanitaria in corso, l’atto compiuto da questa Giunta a trazione Leghista – rimarcano -, non è altro che un chiaro segnale di brutale inversione di tendenza rispetto alla cultura dei diritti delle donne”.

“Riteniamo pertanto doveroso – assicurano i consiglieri del Pd, M5S e Gruppo misto - stare al fianco di chi si vorrà impegnare, fin da adesso, affinché si possano riaffermare questi diritti di civiltà attraverso un potenziamento dei consultori, ripristinando la gratuità dei percorsi di contraccezioni e favorendo una maggiore formazione del personale adeguatamente destinato a questi ambiti così delicati per la vita delle donne".

“In questo senso - concludono - ci sentiamo di fare un appello al ministro della Salute, Speranza, affinché ascolti le istanze portate avanti, in particolare, dalle Società scientifiche, e modifichi al più presto linee guida nazionali sull’IGV, approvate nel 2010 dal Governo Berlusconi, che rendono l’Italia il fanalino di coda dell’Europa”.