Fioroni Tesei(UNWEB) Nella parte dedicata al Question time della seduta di oggi dell’Assemblea legislativa, i consiglieri della Lega Paola Fioroni, Stefano Pastorelli e Daniele Carissimi hanno presentato una interrogazione alla Giunta per sapere “quali iniziative, nell’ambito delle proprie competenze e del rispetto dei ruoli previsti dal legislatore nazionale, intende assumere o abbia assunto per monitorare l’evolversi complessivo delle procedure relative al programma Next Generation (Recovery Fund), al fine anche dell’indispensabile coerenza territoriale del percorso di progettazione nell’ottica di rafforzamento della coesione economica e sociale della nostra Regione”.

Illustrando l’atto in Aula Paola Fioroni ha spiegato che “il Recovery Plan è poco efficace senza il coinvolgimento delle Regioni. Gli evidenti ritardi nell’interlocuzione politica tra Governo e presidenti regionali rischiano di far saltare le progettualità prioritarie sul territorio attivabili nei tempi richiesti dal Ue. L’Italia in soli sei anni dovrà spendere oltre 208 miliardi di euro con il programma Next Generation Eu, che diventano 222 miliardi grazie all’inclusione di altri fondi Ue come React Eu e il fondo per lo sviluppo e la coesione sociale. Un importo enorme che vale più di 5 volte la manovra economica di bilancio per il 2021. Tali somme del Recovery Plan, di cui solo 81 miliardi sono a fondo perduto, hanno una condizionalità aggravata che prevede l’erogazione del 90 per cento dei contributi Ue solo al raggiungimento degli obiettivi economici di ciascun progetto concordati in partenza tra il Governo e l’Europa. Una sfida enorme per un Paese come il nostro che è storicamente incapace di spendere i soldi dei fondi strutturali. Un Paese che negli ultimi 6 anni ha ottenuto 50 miliardi di fondi strutturali, ma ne ha spesi solo il 42 per cento. Una sfida enorme soprattutto con un Governo che esclude le Regioni. Indebitare le prossime generazioni fino al 2056 accettando le regole dell’austerity previste per l’utilizzo del Recovery Plan che ci espone al rischio concreto, in caso di crescita insufficiente del Pil nei prossimi anni, di farci imporre nuovi tagli e tasse”. 

La presidente Donatella Tesei ha risposto che “allo stato attuale sembra emergere che l’impostazione del Recovery fund è centralistica. Questo è un grave errore perché se non si coinvolgono i territori questo potrebbe portare a vanificare l’efficacia del piano. Fino ad ora il Governo, senza alcuna interlocuzione diretta, ha chiesto alle Regioni un semplice compendio di tutti i progetti disponibili che rientrassero nella possibilità di rendicontazione entro il 2026. Per l’Umbria ne è nato l’invio di 650 progetti per 6,4 miliardi di investimenti. Un semplice lavoro tecnico degli uffici riservato alla fase di interlocuzione che porteremo avanti fino al termine fissato: aprile 2021. Il tema dei temi, ancora non risolto definitivamente, è quello del ruolo che le regioni debbono ricoprire in questo percorso. Proprio ieri c’è stata la Conferenza delle Regioni dove tutti i presidenti si sono espressi per un chiarimento da parte del Governo, non più rinviabile, sul ruolo di regioni ed enti locali. Finalmente ieri il Governo ha acconsentito all’incontro previsto per oggi pomeriggio con il presidente Conte. Spero si faccia in tempo. Siamo fiduciosi che si possa affrontare il tema del Recovery fund e il ruolo delle regioni. Tutte le regioni hanno posto questo tema, anche perché la Costituzione attribuisce alle regioni competenze proprie ed esclusive in tante materie oggetto del Recovery fund. È impensabile che il Governo possa farlo senza interlocuzioni e condivisioni con chi ha la gestione di alcune materie specifiche. Una notizia positiva è che dei 209 miliardi di euro, 127 sono prestiti e 82 a fondo perduto. 31 miliardi sono per le infrastrutture per la mobilità sostenibile e sono stati assegnati a progetti per cui sono stati nominati dei commissari. L’Umbria in questo contesto è riuscita ad aggiudicarsi il rifacimento della linea Fcu, vera dorsale di collegamento regionale. Nessuno in questa Aula può dimenticare la storia di questa linea. Partiamo da lì, vediamo dove riusciamo ad arrivare. Inoltre verrà potenziata buona parte del tracciato regionale dell’alta velocità Roma-Ancora. Se si eccettuano i 31 miliardi per le infrastrutture sostenibili, tutti gli altri sono da decidere a livello centrale. E il Governo ha deciso di disporre di tutto il tempo concesso dall’Europa, fino al 31 aprile 2021. Il processo partecipativo è già iniziato e vedrà un confronto con tutti. Ognuno potrà indicare dei progetti strategici per l’Umbria. È tutto da costruire. Solo alla fine di questo processo la Giunta si farà carico di scegliere quelli da caldeggiare a Roma. Nessun mistero, tutto alla luce del sole e da poter condividere. Ma se non risolviamo la questione del ruolo delle regioni, se di partecipazione alla progettazione o di meri esecutori, stiamo parlando solo di cose teoriche. Senza considerare che questo piano approvato non piace nemmeno all’Europa perché non segue le strategie delle missioni che l’Unione europea ci chiede. E se questo non sarà accompagnato da riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno, questi progetti rimarranno solo enunciazione di principio. Vi relazionerò i seguito se oggi ci sarà l’incontro previsto con il Presidente del Consiglio dei Ministri”. 

Nella sua replica Paola Fioroni ha ringraziato la presidente Tesei “per la chiarezza e per la disponibilità dimostrata illustrando le grandi possibilità del Recovery fund, e per la forza con cui sta facendo sentire la voce dell’Umbria”.