Fora1407(UNWEB) “Sull’ex centrale di Bastardo la Regione lavori in piena sinergia con Enel e le comunità locali. Permangono però ancora delle perplessità e dei dubbi”. È quanto dichiara il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico) annunciando la presentazione di una interrogazione “per verificare fino in fondo quanto l'Enel sia davvero coinvolta nel progetto, quanto Regione ed Enel condividano il medesimo piano industriale sul polo regionale dell’idrogeno”. 

“Nell’atto ispettivo - spiega Fora - chiedo con forza che tutto il progetto sia condiviso con le istituzioni e le comunità locali. Una partecipazione vera però e non mere note informative. La centrale di Bastardo ha rappresentato negli anni un valore occupazionale ed economico molto elevato per quel territorio, e ciò che la sostituirà deve essere largamente condiviso dalle comunità”.

“Il 16 febbraio – ricorda Fora – ho già presentato una interrogazione alla Giunta chiedendo chiarimenti sul piano industriale, la sostenibilità economica e ambientale del ‘Polo regionale dell'idrogeno e della mobilità alternativa’, realizzabile sul sito dell’ex centrale Enel di Bastardo ed anche di avere spiegazioni sul piano di investimento delle risorse regionali. Ma la risposta della Giunta è stata abbastanza generica. Solo il 26 marzo Enel ha comunicato la volontà di ‘procedere ad una riqualificazione energetica del sito coerente con il Piano nazionale integrato energia a clima, integrando lo sviluppo di energie rinnovabili e sistemi di accumulo energetici, oltre ad attività innovative per il riutilizzo del sito in ottica di sostenibilità e di economia circolare’. Iniziative che sarebbero in fase avanzata di studio e pienamente condivise con le istituzioni locali. Inoltre è stato approvato dalla Conferenza di servizi – Regione Umbria il progetto per l'installazione di un impianto fotovoltaico da 1 MW nell’ex area di centrale”.

“Che l'Umbria si candidi in partnership con una delle aziende mondiali più affermate del settore, quale è Enel, a diventare un simbolo per la creazione di un polo regionale per l’idrogeno verde e la mobilità alternativa – prosegue Fora - è un fatto che non può che far piacere e va valutato positivamente. Meno positivi sono ancora diverse questioni poco affrontate nel dettaglio.  E alcune riguardano valutazioni sulla praticabilità del progetto e sul metodo partecipato di condivisione con le due amministrazioni locali, i consigli comunali e le comunità locali. La Regione afferma che il progetto attualmente non prevede l'utilizzo di suolo agricolo, realizzando un impianto fotovoltaico di ultima generazione. Affermazione che lascia perplessi anche perché ancora parliamo di stime molto ipotetiche di resa ed efficienza di questi impianti fotovoltaici di ultima generazione e non vorremmo che poi fosse necessario un consumo di suolo ulteriore”.

“Per le differenti destinazioni d’uso dell’idrogeno prodotto e degli altri elementi di risulta del processo di produzione – continua Fora - la Regione afferma che saranno definite più nel dettaglio una volta verificata la fattibilità complessiva del progetto. Le linee d’indirizzo delle destinazioni d'uso vanno approfondite in maniera migliore di quanto fatto finora. Sono condivisibili ma la loro realistica attuazione va verificata. Anche perché recentemente l'Ad di Enel Starace, nel sottolineare le notevoli difficoltà di trasporto dell'idrogeno, ha precisato che secondo Enel il modo migliore di sfruttare il suo alto potenziale energetico è quello di produrlo dove possa alimentare impianti dal grande fabbisogno energetico, abbattendo costi di stoccaggio o di realizzazione di infrastrutture di trasporto. Posizioni che sembrano conciliarsi davvero poco con lo scenario dalla Regione per la riqualificazione dell'ex centrale di Bastardo. Da verificare inoltre che la portata del fiume Timia sia sufficiente a garantire l'approvvigionamento idrico necessario per il funzionamento del Polo, in quanto l'acqua del fiume è utilizzata anche per l’uso irriguo ed agricolo. Infine per la Regione i ricavi del Polo dovrebbero garantire a partire dal quinto anno la completa sostenibilità economica con la possibilità che le plusvalenze possano essere destinate ad ulteriori investimenti. Anche qui – conclude - va fatta maggiore chiarezza fra la Regione, l'Enel e le comunità interessate”.