Porzi 5(UNWEB) “La sanità umbra, da sempre benchmark, è precipitata al 13esimo posto, senza riuscire più a garantire in tempi ragionevoli ed appropriati le prestazioni obbligatorie per legge. Per questo serve fare chiarezza sui livelli essenziali di assistenza (Lea) forniti e quelli che invece sono rimasti sospesi”. Così la consigliera regionale Donatella Porzi (Pd), che ha presentato un’interrogazione per chiedere “quante e quali sono le prestazioni Lea per le quali risultano chiuse le prenotazioni e, soprattutto, quali sono le azioni intraprese per garantire, nei tempi, le prestazioni”.

“Il Dpcm del 2017 – spiega Porzi – ha ridefinito i Lea e ha individuato tre grandi livelli: prevenzione collettiva e sanità pubblica, che comprende le attività di prevenzione rivolte alla collettività e ai singoli; l’assistenza distrettuale, cioè quelle attività e quei servizi sanitari e socio sanitari diffusi sul territorio; assistenza ospedaliera. Dopo le difficoltà e le deroghe del periodo della pandemia, molte Regioni italiane hanno provveduto ad una riorganizzazione, tornando alla normalità. In Umbria invece – prosegue Porzi – si susseguono segnalazioni giornaliere di cittadini ai quali vengono negate prenotazioni per visite otorino – laringoiatre, per colonscopie, per gastroscopie le cui liste risultano incredibilmente bloccate. Per alcune prestazioni vengono previste addirittura date inverosimili nel 2022”.

“Che la situazione sia fuori controllo lo testimoniano le recenti dichiarazioni del direttore generale alla Sanità, Massimo Braganti – aggiunge Donatella Porzi – confermando la confusione che imperversa in assessorato, con palese volontà di prediligere la sanità privata a scapito di quella pubblica, universale e gratuita. A vegliare sui Lea c’è, dal 2005, anche un Comitato presso il ministero della Salute che è opportuno venga informato della situazione umbra, così come è necessario che la Regione metta in campo tutte le iniziative necessarie per garantire, nei tempi appropriati, le prestazioni Lea. Occorre fare luce – conclude Porzi – anche sulle modalità di riparto delle risorse finanziarie del Fondo sanitario nazionale iscritte a bilancio della Regione, considerato che non si sta erogando tutto ciò che è previsto dai Lea”.