277757483 283970940583052 2254549203181237270 n(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha bocciato (11 no, Lega, FI, FdI, Tesei presidente – 6 sì, Pd, M5S, Misto, Patto civico) la proposta di legge dei consiglieri di opposizione Thomas De Luca (M5S) e Tommaso Bori (Pd) sulle “Norme per l'adattamento ai cambiamenti climatici e il contrasto all'emergenza ambientale”.

Illustrando l’atto in Aula, DE LUCA ha spiegato che “l’unica guerra che come umanità dovremmo combattere è quella per frenare il pericolo imminente di estinzione di massa a causa dei cambiamenti climatici. Siamo ancora in tempo per fare la differenza e cambiare le cose, contenendo l’aumento delle temperature medie. Già oggi possiamo vedere le conseguenze del cambiamento climatico. I dati dicono che in sessant'anni (dal 1961 al 2018) in Umbria le temperature medie si sono innalzate di 2 °C con punte di 3 °C in alcuni comuni tra cui Gubbio, Valfabbrica, Sigillo, Giano dell'Umbria, Trevi, Arrone, Sant'Anatolia di Narco e Vallo di Nera. Questo impatta in modo devastante sull’agricoltura, con caldo anomalo seguito da gelate devastanti. La programmazione del Psr deve tenere conto del tipo di coltivazioni da portare avanti in modo produttivo nel nuovo contesto climatico. È sul tema dell’adattamento che possiamo fare la differenza. Possiamo fare la nostra parte nella riduzione delle emissioni ma dobbiamo avere la capacità di rivedere ogni aspetto dell’azione amministrativa della Regione. Per questo serve il ‘Piano regionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici’. In Umbria abbiamo avuto il 70% di precipitazioni in meno a fronte di precipitazioni violente ed intense eccessivamente frequenti. Il rischio frane in Umbria, stima l’Onu, può aumentare del +107% se non si fermano le emissioni e, soprattutto, descrive i danni devastanti dal punto di vista economico con l'aumento di 3 °C delle temperature medie. Una situazione grave dal punto di vista dell’agricoltura ed anche delle riserve idriche disponibili. Per la prima volta nello scorso decennio, in Italia, abbiamo avuto epidemie legate alla diffusione di una zanzara che prima non viveva nel nostro clima. Anche le ondate di calore hanno avuto un effetto negativo dal punto di vista della salute delle fasce più vulnerabili. Infrastrutture verdi e forestazione urbana sono le armi principali contro le ondate di calore nelle città, visto che la vegetazione riduce il riscaldamento del suolo. Per affrontare la situazione in modo efficace serve un organismo scientifico terzo, un Comitato tecnico scientifico deputato proprio a valutare i possibili scenari e a sviluppare strategie di adattamento. Importante infine sarà la corretta diffusione delle informazioni per il contrasto al negazionismo ambientale”.

Tommaso BORI (Pd) ha ricordato che “la Regione Umbria circa un mese fa ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale. Ora bisogna essere conseguenti e porre in essere le azioni concrete connesse. Andranno ascoltate le associazioni ambientaliste in Commissione, per comprendere indicazioni ed esigenze. La pandemia e la guerra rischiano di ‘coprire’ una emergenza che può portare allo stravolgimento delle nostre vite. È in atto una tropicalizzazione del clima, ci sono sbalzi termici anomali, estati sempre più secche, ondate di freddo improvvise. La quantità di acqua che cade dal cielo non si è ridotta ma si è concentrata in un tempo minore, provocando allagamenti, inondazioni e frane. Tutto ciò ha un forte impatto economico, sul turismo, sull’agricoltura e sugli allevamenti. Il caldo, questa estate, ha portato ad un incremento dei decessi del 12%, soprattutto tra gli anziani. Di contro ci sono ondate anomale di freddo. Bisogna intervenire sul trasporto pubblico, sulla produzione, sull’isolamento degli edifici”.

L’assessore Roberto MORRONI ha replicato che “la Giunta si è già attivata in questa direzione, con la dichiarazione dello stato di emergenza e l’assunzione delle misure relative. Collaboriamo con il ministero dell’Ambiente per il contrasto ai cambiamenti climatici. Nel 2019 è stato firmato un accordo con il ministero per la Transizione ecologica insieme a Marche e Abruzzo, coordinato dall’Umbria, che sta sviluppando alcuni obiettivi relativi all’adattamento e al contrasto ai cambiamenti climatici: messa in sicurezza di territori e comunità rispetto ad eventi climatici estremi. Nuovo sistema di allarme preventivo; efficientamento e risparmio energetico del patrimonio edilizio; diffusione delle comunità energetiche; razionalizzazione del sistema ferroviario regionale e sviluppo della mobilità dolce; impulso alla produzione di energie rinnovabili; dare forza al sistema del verde, implementando la rete ecologica e il sistema dei parchi; de-cementificazione del territorio urbano; efficientamento dei sistemi irrigui e degli invasi collinari. Tutto questo farà parte della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, che sarà lo strumento di coordinamento di tutte le iniziative regionali in materia. Sono stati istituiti 6 forum territoriali per la definizione della strategia regionale dello sviluppo sostenibile. Una fase aperta a tutta la comunità regionale, per raccogliere contributi e valorizzare le diverse esperienze. Arriveremo così ad individuare obiettivi ed azioni condivise. La legge quindi non porterebbe valore aggiunto a quanto già posto in essere, rischiando anzi di risultare ridondante”.

GLI INTERVENTI

Thomas DE LUCA (M5S): “Nel piano della Regione manca un organismo scientifico ed attendibile in grado di sviluppare degli scenari, andando oltre le tesi negazioniste. L’assessore sembra non aver capito il tema. Serva una legge quadro che metta insieme tutte le azioni necessarie sottoponendole ad una valutazione scientifica e analizzando scenari e previsioni. Nella strategia per lo sviluppo sostenibile, non a caso, non è stato citato l’aspetto sanitario. Fra sei mesi presenteremo questo testo come legge di iniziativa popolare, raccoglieremo le firme e spiegheremo i motivi per cui avete deciso di non approvare la proposta oggi in discussione”.

Simona MELONI (Pd): “Il tema del cambiamento climatico deve essere all’attenzione di tutti e superare le divisioni di partito. Sono temi non più rinviabili, che si sono caduti addosso come macigni. Ogni giorno sui nostri territori vediamo gli effetti dei cambiamenti climatici. Anche al Trasimeno si vedono gli effetti della scarsità d’acqua, che avrà un impatto sull’agricoltura come sul turismo. In altre zone ci sono state alluvioni e frane. Il cambiamento climatico è anche causa delle migrazioni in tutto il mondo. Dovremo agire per rendere meno impattanti i cambiamenti che arriveranno, anticipando eventuali eventi ancora più catastrofici”.