article 68(UNWEB) – Perugia  – "L'episodio accaduto a Trevi nei giorni scorsi, che ha visto la consigliera comunale Dalila Stemperini impossibilitata a partecipare da remoto a una seduta del Consiglio comunale, è un campanello d'allarme che non possiamo permetterci di ignorare". Ad affermarlo è l'assessora con delega alle Politiche di parità di genere e antidiscriminazione, Simona Meloni.

"Una donna, una consigliera eletta, una giovane madre, che chiede di poter svolgere il proprio ruolo istituzionale online tramite strumenti già adottati in passato — e che si vede negata questa possibilità – continua l'assessora - subisce una lesione non solo personale, ma democratica. Non è accettabile che nel 2025 si debba ancora scegliere tra maternità e impegno politico. Questo è il nodo centrale: non può esserci piena cittadinanza se non garantiamo alle donne le condizioni per partecipare davvero alla vita pubblica.
In questi anni abbiamo imparato quanto gli strumenti digitali possano essere preziosi per estendere i diritti e abbattere barriere. Il ricorso alla partecipazione da remoto, in casi motivati e temporanei, non indebolisce le istituzioni: le rafforza, perché le rende più accessibili, più giuste, più vicine alla realtà delle persone.
Come Assessora regionale alle Pari Opportunità – conclude Simona Meloni - sento il dovere di intervenire: questo non è un caso locale, è una questione che riguarda il funzionamento stesso della nostra democrazia. Alle donne che scelgono di impegnarsi nelle Istituzioni va garantita non solo tutela, ma anche rispetto e strumenti concreti per esercitare il proprio ruolo. Sono e sarò al fianco di Dalila, perché il suo gesto — nonostante tutto — è un atto di forza, e ci richiama tutte e tutti alla responsabilità: una politica giusta è una politica che include".

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