468940367 1113244357059848 4815775575311834064 n 2(UNWEB) "Le dichiarazioni dell'assessore regionale di AVS che definisce "discriminatori" i criteri fissati dalla legge regionale dell'Umbria per l'assegnazione delle case popolari, sono insensate e fuorvianti. L'impianto normativo è nato con l'obiettivo opposto: assicurare equità, giustizia distributiva e rispetto per le famiglie più fragili". A intervenire sono il segretario regionale Lega Umbria, Riccardo Augusto Marchetti e Paola Fioroni, prima firmataria legge sulle case popolari e responsabile Dipartimento Economia della Lega.



"Eliminare il vincolo dei cinque anni di residenza nella Regione e il criterio dell'incensuratezza del nucleo familiare, vuol dire non solo favorire immigrati e stranieri rispetto a chi vive da più tempo in Umbria, ma anche prevedere che a parità di bisogno, la famiglia con pregiudicati potrà essere preferita ad una famiglia di persone incensurate e rispettose della legge.

La direzione in cui va l'assessore Barcaioli è pericolosissima e rischia di creare ghettizzazione dei quartieri e forme di discriminazione verso gli umbri. La legge regionale in vigore, invece, non presenta alcun elemento discriminatorio, ma regole generali e astratte per selezionare, in maniera trasparente, chi ha diritto a un bene pubblico raro come l'edilizia residenziale. Non si tratta di "escludere", ma di garantire che le case vadano realmente a chi ne ha più bisogno e a chi può assicurare convivenza rispettosa delle regole comuni. Inoltre la legge regionale umbra non ha subito giudizi di incostituzionalità della Corte come erroneamente viene affermato.

Alcuni punti meritano chiarezza. Per quanto riguarda i requisiti di affidabilità, ad esempio, la previsione che il nucleo familiare non abbia precedenti penali gravi non è una punizione collettiva, ma una tutela della legalità e della sicurezza degli stessi inquilini. In ogni caso, la normativa distingue tra reati lievi, situazioni risalenti o già riabilitate e condotte realmente ostative.

Verso minori e persone con disabilità, nessuna penalizzazione è rivolta ai soggetti fragili, che anzi beneficiano di punteggi aggiuntivi e percorsi preferenziali. Se emergono criticità interpretative, ma soprattutto eccezioni particolari, la soluzione è la gestione da parte dei Comuni, che hanno varie possibilità, non lo smantellamento della legge. Ed infatti è chiaro il ruolo delle amministrazioni, in quanto la Regione detta criteri di equità, mentre i Comuni hanno la responsabilità di gestire le graduatorie. Eventuali rigidità vanno corrette con chiarimenti e linee guida, non con accuse generiche al quadro normativo.

Il vero obiettivo della legge è premiare chi vive una condizione di bisogno autentico e dimostra rispetto delle regole, evitando che gli alloggi ERP diventino terreno fertile per degrado o conflittualità. Ogni legge è perfettibile e può essere migliorata con correttivi puntuali, ma parlare di norme "discriminatorie" significa distorcere la realtà. Al contrario, l'Umbria dispone di un sistema che unisce criteri di bisogno, trasparenza e responsabilità, ponendo al centro i diritti delle famiglie umbre oneste che da anni attendono un alloggio popolare.

Difendere questa legge significa difendere le famiglie più fragili, la legalità e la convivenza civile. Al contrario, contrastarla come sta facendo AVS, il partito della Salis, vuol dire aprire la strada a forme di 'discriminazione' verso le famiglie umbre oneste che da anni sono in attesa di una casa popolare".