CascialiIl consigliere Carla Casciari (Partito democratico) annuncia la presentazione di una interrogazione alla Giunta regionale sull'avviso pubblico della Regione Umbria relativo agli interventi per inclusione sociale e lotta alla povertà finanziati dal Fondo sociale europeo. Per Casciari le azioni previste in favore dei detenuti dovrebbero comprendere anche coloro che sono reclusi in carcere e non solo chi sconta pene esterne o ai servizi sociali minorili.


(ASI) Perugia, - “La Giunta regionale spieghi quali misure intende adottare per assicurare percorsi di formazione professionale o lavorativa all’interno delle carceri della regione, dato che nel nuovo bando per l’inclusione sociale del Fondo Sociale Europeo sono esclusi i detenuti ancora in regime di detenzione intramuraria”. Lo chiede il consigliere Carla Casciari (Partito democratico) annunciando la presentazione di un’interrogazione all’Esecutivo di Palazzo Donini e sottolineando che “nelle carceri umbre si sta gradualmente attuando un regime di 'carcere aperto' secondo modelli di sorveglianza dinamica, che richiedono ulteriori sforzi alla polizia penitenziaria, chiamata a riorganizzare il tempo dei detenuti e gli spazi di coesistenza”.
“Questo modello di gestione - continua Casciari - richiederebbe risorse aggiuntive, necessarie all’organizzazione di attività per i detenuti, avvalendosi anche del contributo di soggetti del terzo settore specializzati nella realizzazione di progetti che hanno il valore di esperienze formative o professionali. Ciò nonostante l'avviso pubblico 'Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione. Programma operativo della Regione Umbria Fondo sociale europeo, Programmazione 2014/2020 Asse 2' include tra i destinatari solo adulti sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria in carico agli Uffici di esecuzione penale esterna e i giovani in carico all'ufficio di Servizio sociale minorile”.
Carla Casciari rimarca che “il fine della detenzione in carcere è l'espiazione della pena ma anche la riabilitazione del reo, per il quale è possibile immaginare un reinserimento nella comunità basato sull'acquisizione di competenze professionali allo scopo di limitare ulteriori e futuri costi sociali. La scelta della Giunta - conclude Casciari - non tiene conto dei risultati già raggiunti con le azioni messe in campo con la programmazione comunitaria 2007-2013 e rischia di disperdere il patrimonio di esperienze realizzate nelle carceri umbre, dove la situazione globale dei detenuti, stando ai dati forniti nella relazione del Garante dei detenuti e recentemente anche dai sindacati di polizia penitenziaria uditi in Terza commissione, è in sostanziale miglioramento”.