(ASI) Perugia. In Umbria il nuovo Decreto di recente adozione sulla nomina dei vertici della sanità, che, almeno sulla carta punta a porre un freno alle nomine da spartizione politica, non ha fatto alcuna breccia. Insistenti, infatti, sono le voci di corridoio sui conflitti al vertice per le nomine dei nuovi direttori generali, ma il centro del dibattito non sono certamente la capacità e il merito dei candidati, come vorrebbe l’interesse generale.

E sembra altrettanto peculiare che nonostante i candidati siano oltre cento si discuta solamente e sempre dei dei soliti nomi. Al centro dello scontro, il consueto posizionamento “politico”, personale. L’autoreferenzialità impera sulle valutazioni dei mandati ormai trascorsi: si dichiarano risolti problemi annosi, come le liste d’attesa, i ricoveri nei corridoi, i letti in appoggio in reparti diversi da quello di destinazione, e ci si incensa per i conti a posto, senza fare cenno ai “sacrifici” in termini di qualità dei servizi e delle cure, in cui rientrano anche le prestazioni mediche e quelle infermieristiche. Ma l’isola felice che ci si affanna a descrivere è, purtroppo, smentita dalla realtà: una presenza media di 10-11 barelle al giorno, nei reparti dove ormai la questione è cronica, sono difficilmente eliminabili, così come le liste d’attesa, in cui continuano ad esservi criticità e il cui abbattimento è spesso fittizio. In questo quadro, si inserisce anche la cronaca rosa: ci sarebbe chi vuol correre in tandem, chi non vuol muoversi o accettare posti senza la garanzia di potersi portare il fidato braccio destro. Per taluni, sarebbe proprio questa una delle cause dello stop momentaneo al rinnovo dei vertici amministrativi della sanità, un mondo in cui in molti sono pronti a dirti che vale più la politica, quella becera dei voti, degli schieramenti e degli interessi, anche personali, che quella sanitaria vera e propria ovvero la programmazione di servizi di qualità. E allora anche la riorganizzazione delle strutture semplici, disegnata dalla Legge Balduzzi, sarebbe diventata un modo per premiare gli amici, pesati anche in base al bottino di voti messi a disposizione. Ed anche sullo scadere del mandato, viene fuori una sorpresa. Invece di attendere il nuovo assetto dirigenziale, d’improvviso, dopo tre anni di inerzia, si delibera la nomina delle commissioni di due concorsi per il conferimento di incarichi di direttore di struttura complessa: uno per Farmacia e l’altro per Anestesia e Rianimazione. Perché non si sono attese le nomine dei nuovi direttori generali? Così da potersi avvalere della nuova normativa nazionale, che prevede che si debba attingere da un elenco nazionale? C’è forse da sistemare qualcosa o qualcuno? Non vogliamo crederci, vogliamo invece pensare che l’obiettivo della Presidente Marini e del neo Assessore Barberini siano solamente la qualità delle prestazioni sanitarie e il bene dei cittadini. E non vogliamo credere che gli impedimenti posti dalla nuova normativa nazionale sulle nomine, tra i quali figurano: non essere decaduti dall’incarico per violazioni della normativa sulla trasparenza, il non aver ricoperto l’incarico di direttore generale per più di due volte presso la medesima azienda o ente, il dover nominare nel rispetto delle norme sulla trasparenza i direttori sanitari, siano un ulteriore motivo di cotanto affrettarsi. Per l’intanto, mentre il caro Sindaco Romizi, nonostante le nostre plurime sollecitazioni, continua a tacere anche sul tema sanità, siamo ancora in attesa di discutere il nostro ordine del giorno, con cui impegniamo Sindaco e Giunta: a relazionare in Consiglio su quanto il Comune abbia fatto in materia sanitaria, sul se e come abbia esercitato le proprie competenze, ad attivare forme di partecipazione per indagare i bisogni reali di salute dei cittadini e a mettere in campo una programmazione specifica a livello comunale mirante a tutelare i cittadini nel loro diritto di promozione e difesa della salute e di tutela dell’ambiente di vita e, in merito alla nomina dei nuovi direttori generali, ad impegnare il Sindaco, tanto direttamente, che per il tramite degli organismi competenti, a farsi portatore presso la Giunta regionale dell’esigenza di nominare i nuovi direttori generali sulla base delle effettive capacità e competenze, evitando la mera rotazione, secondo logiche di tipo prettamente partitico e spartitorio.
Cristina Rosetti
Portavoce Consigliere M5S