sala consiliare2 L'Aula di Palazzo Cesaroni ha respinto con 11 voti contrari (PD e SeR), 2 astenuti (M5S), 6 favorevoli (Rp, FdI, FI, LN) la proposta di risoluzione firmata dai consiglieri del centrodestra e liste civiche ed illustrata dal portavoce Ricci.

Il documento invitava la presidente della Regione, Marini al ritorno al voto se non in grado di governare in modo incisivo e con un governo stabile; a prevedere nuovi criteri di valutazione per dirigenti/direttori del sistema sanitario e nel limite di dieci anni dirigenziali; ad indicare un assessore dedicato alla sanità; di perseguire obiettivi politici prioritari quali il miglioramento dei LEA, la riduzione dei tempi di attesa, l'attuazione del Cras, l'avvio attuativo del fascicolo/cartella sanitaria informatizzata e una maggiore integrazione fra distretti territoriali, ospedali e Aziende Sanitarie/Ospedaliere. Le proposte di risoluzione sono state presentate dai diversi gruppi politici a seguito delle 'comunicazioni politiche' fatte in Aula dalla presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, con riferimento alle dimissioni dell'assessore alla Sanità, Luca Barberini e alle vicende correlate.

(ASI) Perugia, - A seguito delle 'comunicazioni politiche' fatte in Aula dalla presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, con riferimento alle dimissioni dell'assessore alla Sanità, Luca Barberini e alle vicende correlate, sono state presentate alcune risoluzioni da parte dei gruppi politici che compongono l'Assemblea legislativa. Nella prima, bocciata dall'Aula (con 11 voti contrari PD e SeR), 2 astenuti-M5S, 6 favorevoli-Rp, FdI, FI, LN) firmata da tutti consiglieri del centrodestra e liste civiche (Claudio Ricci, Sergio De Vincenzi-Rp, Emanuele Fiorini e Valerio Mancini-Ln, Raffaele Nevi-FI, Marco Squarta-FdI) ed illustrata dal portavoce Ricci veniva proposto: che “il Presidente della Regione, qualora accerti la non esistenza di una maggioranza in grado di governare in modo incisivo, prenda atto della impossibilità di garantire un governo stabile con il conseguente ritorno alle elezioni; che i dirigenti/direttori del sistema sanitario siano nominati (con rimodulazione delle nomine attuali) in relazione ad una valutazione tecnica di merito in funzione degli obiettivi di miglioramento della sanità e nel limite di dieci anni dirigenziali; che venga indicato un assessore 'dedicato alla sanità' in quanto legato ad un servizio assistenziale che assorbe la gran parte del bilancio della Regione; che si assumano, dopo anni di documenti programmatici non attuati, come obiettivi politici prioritari: il miglioramento dei LEA, la riduzione dei tempi di attesa per gli esami clinici, l'attuazione del Cras con la sostanziale riduzione dei costi di acquisto di beni e servizi, l'avvio attuativo del fascicolo/cartella sanitaria informatizzata nonché una maggiore integrazione fra distretti territoriali, ospedali e Aziende Sanitarie/Ospedaliere come contenuto nella riforma del 2012 e mai attuata”.
Nel dibattito sono intervenuti Ricci (portavoce centro destra e civiche), Nevi (FI), Squarta (FdI), Brega (PD), Fiorini (LN), Rometti (SeR), De Vincenzi (RP) Liberati (M5S).

INTERVENTI
CLAUDIO RICCI (Ricci presidente): “L'USO DI TERMINI QUALI: ARROGANZA, SPARTIZIONE, RICATTO, È IL SEGNO DI COME SI SIA TRATTATO DI UN POSIZIONAMENTO DI POTERE - Quanto emerso risponde ad alcuni contenuti già esplicitati in nostre precedenti mozioni in itinere di discussione. Nelle conclusioni dell'intervento della presidente Marini abbiamo appreso di citazioni ampie. Noi rimaniamo nelle riflessioni attinenti al sistema sanitario. L'Aula deve riappropriarsi della sua alta funzione istituzionale anche con una forte correlazione che ciascuno di noi cerca di sviluppare con i cittadini e con i territori.
Qualche giorno fa, il Corriere della Sera, parlando di sanità nazionale, usava il termine 'battaglia della sanità', è quello che è avvenuto qui in queste settimane dove sono intercorse parole anche complesse fra parti politiche legate a tali battaglie: arroganza, spartizione, ricatto. È il segno di come si sia trattato di un posizionamento di potere. La sanità è un servizio essenziale che occupa una parte significativa delle risorse del nostro Paese. Si tratta di circa 111miliardi di euro e negli ultimi quindici anni si è passati dal 5,7 per cento al 7,1 rispetto al Pil. E questo fa emergere una riflessione di come quel regionalismo e quel federalismo, che avrebbe dovuto far risparmiare in costi e aumentare l’efficienza sia da ripensare. E nel bilancio della Regione Umbria quasi l’80 per cento è indirizzato al sistema sanitario regionale. Le parole 'cambiamento, merito, attenzione' al curriculum devono far parte della riflessione politica che questa Assemblea legislativa dovrà compiere, perché quando si parla di scelta di direttori e di dirigenti occorrerebbe sottolineare a quale sanità si fa riferimento. Il curriculum, il merito, la scelta di direttori e di dirigenti non è assoluta in sé, ma è determinata dagli obiettivi specifici che si vogliono raggiungere. E su questo, seppur la nomina dirigenziale dei direttori è nel quadro delle peculiarità del Presidente della Regione e della Giunta regionale, credo che questa Assemblea avrebbe dovuto riflettere lungamente sui contenuti. È in funzione degli obiettivi che poi si dovranno determinare le scelte migliori per dirigenti e per direttori. Noi abbiamo spesso sottolineato l'esigenza del miglioramento dei livelli essenziali di assistenza e che riguardano le attese per gli esami clinici, gli aspetti legati alla cartella sanitaria informatica, così come il Cras (centro regionale acquisti sanità), realizzato secondo i dati solo al 50 per cento. Interessante l’idea di determinare una riflessione sulle due aziende sanitarie locali e sulle due aziende ospedaliere, ma è importante capire come determinare il sistema sanitario regionale, come fa collaborare e mettere insieme il territorio, i servizi essenziali di base con i livelli ospedalieri e i livelli di aziende e Asl. Per questo occorre immediatamente nominare un assessore dedicato a questo tema come pure prevedere che il dirigente regionale apicale sia perfettamente in assonanza con lo stesso assessore. Serve un governo regionale incisivo, altrimenti, se questo non si determina, si dia nuovamente la parola ai cittadini. Un soggetto chiamato al ruolo di dirigente nel settore sanità, deve avere un limite di 10 anni e non soltanto riferito allo stesso ruolo. Questa decima legislatura presenta già dei segni e dei simboli di grande instabilità, segnali che pregiudicano un'azione positiva. L’instabilità, i segni e i simboli di instabilità non sono elementi positivi per il raggiungimento dei migliori obiettivi che anche nel sistema sanità si dovranno determinare. Abbiamo apprezzato il comportamento dell’assessore Luca Barberini per la coerenza dimostrata, per la chiarezza e anche in parte per i contenuti. In queste settimane gli umbri ci hanno guardato, lo hanno fatto soprattutto quegli umbri che fanno parte delle trentamila famiglie povere del territorio, ma ci hanno guardato anche le piccole imprese familiari in difficoltà. Coloro che ci stanno guardando si aspettano di trovare nella politica una vera anima, fatta di autentica trasparenza, ma anche di senso alto del dovere verso i cittadini”.

RAFFAELE NEVI (capogruppo Forza Italia): “RISPONDERE, IN MODO DIVERSO, AI BISOGNI DELLA POPOLAZIONE E METTERE IN CAMPO AZIONI CONCRETE. E PER QUESTO SERVE UN GOVERNO FORTISSIMO, DIVERSO DA COME APPARE QUELLO DI OGGI - Quello di oggi è un passaggio storico. Come Ricci, anch’io voglio sottolineare la coerenza di Luca Barberini, perché non è facile dimettersi di questi tempi, soprattutto da un super assessorato come quello della sanità e del sociale che rappresenta più del 70 per cento del bilancio regionale. Però devo apprezzare anche la coerenza della presidente Catiuscia Marini, che oggi, con il suo intervento, ha tirato dritta sulle sue scelte. Oggi, la discussione non riguarda 'Orlandi sì, Orlandi no', ma affonda le radici al 1992/93 quando, finita la Prima Repubblica si è ricreata un’altra cosa e in Umbria, in modo particolare, è stato sperimentato il cosiddetto 'centro-sinistra', che per noi è sempre stato 'sinistra-centro', dove i pezzettini della Democrazia cristiana rappresentavano il contorno di un quadro nel quale spiccava il ceppo del vecchio Partito Comunista. E qui, hanno sempre comandato gli esponenti del vecchio Pci.
Tuttavia, con le ultime elezioni regionali, una certa parte del centrosinistra ha preso un po’ di forza, risentendo forse del clima nazionale. Una situazione da noi auspicata nel tempo, quella cioè di fare in modo che questa Regione avesse un governo più avanzato, più aperto, più libero da incrostazioni del passato. La presidente Marini ha tentato di discostarsi da questa tradizione, ma non ci è riuscita. Nel documento firmato dal segretario del Pd Leonelli, ho trovato scritto le stesse intenzioni del 2010, di ogni anno fino al 2014 e poi anche nel programma della Presidente Marini. A partire dalle liste di attesa. Insieme a ciò ci sono gli altri problemi di sempre: la riorganizzazione della medicina territoriale, il tema della ridefinizione dei ruoli dei vari presidi ospedalieri, il Cras.
Dovreste ascoltare Renzi, per il quale le politiche nuove si possono fare con persone nuove. C'è bisogno di rottura con il passato. Non voglio discutere sulle competenze di chi è stato scelto, ma su un oliato sistema che mette sempre quelle persone in quei posti, perché? Perché assicurano un collegamento diretto? Con chi? Siccome parliamo di una maggioranza debole, la debolezza vi porta a occupare ancora più spazi in un modo violento e con persone fidate, ed il tema non riguarda soltanto la sanità. Rispetto a ciò, Barberini ha dimostrato di voler contare, e di non aver bisogno di alcun cane da guardia. Oggi, con la riconferma della fiducia alla presidente Marini inizierà una guerra fredda che porterà nuovi problemi per i cittadini umbri. Ma io dico: cara Presidente se lei è convinta che può andare avanti senza problemi, faccia come oggi, coerentemente vada avanti, non si pieghi né ai diktat, né ai ricatti e si assuma ogni responsabilità, ma se invece pensa, come me, che questa situazione ci porta a una balcanizzazione totale di problemi amministrativi, ne tragga le conseguenze e si dimetta. Sono convinto che quello che abbiamo visto in questi venti giorni forse è solo l’antipasto di quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi o anni. Non si può continuare con la politica del rinvio, cercando di tenere unita una sconquassata maggioranza. Non c’è più tempo da perdere perché bisogna rispondere, in modo diverso, ai bisogni della popolazione e mettere in campo azioni concrete. E per questo serve un governo fortissimo, diverso da come appare quello di oggi”.

MARCO SQUARTA (Fratelli d'Italia): “OGGI SI CERTIFICA LA FINE DI QUESTA MAGGIORANZA. SERVE TORNARE AL VOTO PER DARE AGLI UMBRI UN GOVERNO STABILE. Nonostante una vittoria su filo di lana, con una legge elettorale fatta su misura per il Pd che gli ha praticamente dato un monocolore con il 35 per cento dei voti, c'è stata una spaccatura all'interno del Partito democratico fin dall'inizio. Un frattura che si ripeteva ogni giorno nelle Commissioni e in Consiglio. Ma la crisi forte e netta è arrivata con le nomine in sanità. È palese che questa crisi non è scaturita da diversità programmatiche, da discussioni sulle linee per la sanità umbra. La spaccatura è avvenuta esclusivamente sulle nomine. Questo ha determinato una paralisi del Consiglio a danno esclusivamente dei cittadini. La Prima commissione non si riunisce più. Così il bilancio è stato bloccato per settimane e da domani, in pochi giorni, dovrà essere portato nelle Commissioni e poi in Aula. Questo perché il Pd non voleva parlare di bilancio a causa delle sue spaccature interne. Sarei stato contento se queste divisioni ci fossero state per affrontare i problemi delle famiglie con ragazzi autistici o affetti da Sla; oppure per parlare dei Lea, o su come ridurre i costi e efficientare la nostra sanità. Ma il punto non era questo ma solo le nomine. Procedura sulla quale, insieme al collega Fiorini, abbiamo chiesto lumi sulla trasparenza. Il documento che approverete oggi di sostegno incondizionato alla presidente Marini è solo di facciata, e non risolverà il problema. Da domani tornerete a litigare sulle nomine. È inutile proseguire questa farsa. Se non siete in grado di andare avanti allora è meglio far finire legislatura, tornare al voto e dare agli umbri un governo stabile”.

EROS BREGA (Partito democratico): “PIENO SOSTEGNO AL GOVERNO MARINI. CHIEDIAMO GRANDE CONFRONTO SUI PROGRAMMI. LA FIDUCIA SI CONQUISTA GIORNO PER GIORNO. Provengo da una cultura che nel 1993 disse no a Berlusconi. Noi assumiamo una posizione politica non in funzione del fatto che si vince o si perde. Dicemmo no anche alla 'gioiosa macchina da guerra' di Occhetto. Preferimmo andare avanti con la nostra storia. Oggi far emergere riflessioni e confronti alla luce del sole è positivo e utile per questa legislatura. La mozione che stiamo discutendo chiede il ritorno alle elezioni. Noi siamo qui per garantire un buon governo, cosa che abbiamo dimostrato di saper fare in questi sette mesi di legislatura. Vorremmo continuare a garantire la stessa voglia di governare insieme, con lealtà, segnalando gli ostacoli e facendoli emergere. Mi sento di continuare a sostenere in maniera leale e corretta il Governo con il quale siamo stati eletti. La fiducia si conquista giorno per giorno, con un programma rispettoso dell'assunzione di responsabilità che ci è stata chiesta ad inizio legislatura. La nostra affidabilità e il sostegno al governo Marini non saranno messi in discussione. Ma gli chiediamo con forza un grande confronto sui programmi: questa è la strada giusta per stare insieme cinque anni, per cercare di comprenderci e capirci, per stare insieme. L'esaltazione delle diverse esperienze è la forza del Pd. Ribadisco piena e totale fiducia”.

EMANUELE FIORINI (LEGA NORD): “COM'È POSSIBILE AFFIDARE LA SOLUZIONE DEI NOTI PROBLEMI DELLA SANITà UMBRA AI SOGGETTI CHE LI HANNO CREATI? - La presidente Marini ha parlato di correttezza delle scelte e in particolare ha sottolineato come proprio i soggetti individuati potranno garantire alla sanità umbra quel rinnovamento da lei più volte richiamato. Già questa è una contraddizione in termini: se è necessario cambiare perché la sanità umbra così com'è non funziona, e lo dimostrano i ricoveri di pazienti lungo i corridoi degli ospedali, le liste di attesa lunghe mesi e anni, ospedali come quello di Amelia dove all'interno piove, allora com'è possibile affidare la risoluzione di questi problemi ai soggetti che li hanno creati, soltanto spostandoli da destra e sinistra e da nord a sud. Agli umbri non serve il gioco delle tre carte ma un sistema sanitario efficiente. Le ricordo, presidente Marini, che come Lega Nord abbiamo presentato una mozione con proposta di modifica della legge regionale, proprio per cambiare questo sistema politicizzato delle nomine dei direttori sanitari, che però avete bocciato. Abbiamo presentato una mozione per ridurre i tempi di attesa per gli esami clinici e specialistici e una mozione per introdurre il vaccino del meningococco B in forma gratuita. Questi sono alcuni dei temi che interessano ai cittadini e non la logica spartitoria e vorace delle poltrone. Presidente Marini, non accettiamo che lei dia lezioni di morale a quest'Aula e che si improvvisi statista sulla necessità di assicurare agli umbri una sanità di eccellenza, quando lei è la prima responsabile di questa situazione. Ha avuto quasi sei anni per fare tutto ciò che propone oggi. Ci spieghi perché non lo ha fatto. Quello che lei descrive come un libro dei sogni, per i cittadini è un incubo quotidiano. Una sanità migliore sarà possibile solo quando ci sarà vero rinnovamento e si romperà quel sistema di potere che avete creato”.

SILVANO ROMETTI (SER): “NON POSSIAMO SBARACCARE TUTTO, MA IL PD TROVI UN ALTRO MODO DI ANDARE AVANTI - La legislatura è iniziata con qualche problema, addirittura quando il Pd non aveva la maggioranza assoluta la situazione era più stabile, quindi chiedo a questo partito di trovare il modo di andare avanti in un'altra maniera. I più non hanno compreso perché c'è questa crisi, dovuta a logiche interne alla politica, che non fanno bene a nessuno, soprattutto a soli otto mesi dalle elezioni. Recuperiamo uno spirito costruttivo e prendiamo per buone le cose dette da Barberini: ha ragione su alcuni temi, non condivido le sue dimissioni, era meglio discutere. La Sanità umbra è di buon livello, è stata fatta una riforma importante semplificando l'assetto delle aziende. Ci sono anche dei problemi, come quelli emersi in Commissione sanità, il tema della medicina del territorio che deve fare più filtro, bisogna dunque vedere dove c'è da migliorare. Barberini ha uno strumento importante: il piano sanitario regionale. Ci sarebbero state tutte le possibilità di inserire miglioramenti. Auspico che la giunta si ricomponga, massima fiducia nei confronti di Barberini, distintosi per la capacità di addentrarsi nei problemi del settore, impegno a sostenere il suo lavoro, ma non siamo disponibili a farci trascinare in una continua fibrillazione che non serve a nessuno, ci sono troppe questioni aperte dove intervenire. I direttori non devono assecondare la giunta, devono garantire indipendenza e trasparenza, non rispondano a imput politici ma alla correttezza degli atti che intraprendono. Gli diamo un mandato ma poi lo portino avanti con correttezza. Le scelte fatte, verso il miglioramento, sono su persone che garantiscono esperienza. Del resto, dietro la parola innovazione ci può stare di tutto. Quindi non liquidiamo la discussione fatta in queste settimane, innalziamo la discussione. Non sono chiuso davanti a niente, anche a modificazioni del sistema, non possiamo sbaraccare tutto e introdurre chissà che cosa”.

SERGIO DE VINCENZI (RP): “I PROBLEMI DELL'UMBRIA SONO BEN ALTRI RISPETTO A NOMINE E POLTRONE, LA REGIONE NON DA' LORO RISPOSTE - La presidente Marini è brava nel rilanciare la palla nel campo avversario, ha messo in luce la bontà delle scelte, parlando di competenza, innovazione, rotazione ma non ha messo in evidenza quello che è stato lamentato dal suo assessore, cioè la concertazione. Tutti abbiamo subito l'arroganza di questa maggioranza, che viene fatta ricadere sugli umbri, i quali non si rendono conto di quali giochi di potere sono in ballo, il comando di un partito, il futuro della regione e dell'economia. Dietro questa crisi viene da pensare che ci sia dell'altro. Possibile perdere un mese a discutere delle modalità delle nomine in sanità? Di fronte all'isolamento progressivo, non solo di comunicazione ma anche di know how, di economia di cui soffre l'Umbria. La domanda è: com'è possibile che oggi siamo di fronte a una conferma della fiducia. Questa maggioranza è quasi una minoranza, essendo stata votata dal 27 per cento degli umbri, con il 50 per cento che invece è rimasto a casa e che forse oggi si sta mangiando le mani. I problemi sono altri: fra 2 anni le discariche umbre saranno sature e noi non stiamo parlando di questi problemi ma di nomine e poltrone. Ci sono allevatori che pagano multe per le incompetenze degli amministratori sia della regione che delle province, e sono sull'ordine dei 10mila euro. Che risposte gli diamo? Gli umbri si domandano: voi cosa ci state a fare, che pantomima è questa? Offriamo loro solo questo rimpallo di responsabilità che si vede anche oggi, quindi chiediamo con forza di offrire uno scatto d'orgoglio agli umbri, che ci sia una assunzione di responsabilità”.

ANDREA LIBERATI (M5S): “In conferenza stampa l'ex assessore Barberini ha spiegato i suoi dubbi su un 'percorso costruito' nella nomina dei direttori. Questo mentre ci sono tanti cittadini precari, tra cui quelli del terremoto, che non hanno un lavoro stabile oppure lo hanno perso. Se esiste un problema questo va affrontato e non rimosso. Come non si può rimuovere il problema dell'Elettrocarbonium di Narni, dove è stato coinvolto un avventuriero che non paga gli stipendi. La questione morale esiste perché la presidente non rispetta pur avendo sottoscritto la 'Carta di Pisa', avendo accettato finanziamenti per la campagna elettorale da Walter Orlandi, ad esempio. Ma ci sono anche altri soggetti, dipendenti pubblici, che rientrano nell'elenco. La presidente è in forte conflitto di interessi e non si preoccupa di nulla. È una lobbista di questi interessi. Il sistema della grande distribuzione ha annullato la piccola distribuzione dell'Umbria. Le classifiche sui Lea ci vedono sotto la Sicilia mentre un tempo eravamo al terzo posto. Oggi l'Assemblea riprende il proprio ruolo mentre i problemi degli umbri non vengono affrontati. L'innovazione, dice la presidente, si fa con nuovi protagonisti, che invece sono sempre gli stessi. L'ambiente non rientra tra le priorità, dato che i nostri atti sull'inquinamento della Thyssen non riesce ad arrivare in Aula. L'Università ha lamentato che il protocollo con la Regione non viene rispettato. Siamo di fronte alla prosecuzione della occupazione partitocratica delle istituzioni”.

CLAUDIO RICCI (Rp): “Bisogna chiarire quando verranno diminuiti i tempi di attesa in sanità. Quando ci sarà la centrale acquisiti in sanità. Quando arriveremo alla cartella sanitaria digitale. Quando miglioreremo i livelli essenziali di assistenza e integreremo territori, aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere. Spero che nelle prossime settimane queste domande trovino una risposta chiara, per migliorare la sanità umbra. I dirigenti devono avallare gli atti solo se sono legittimi. Ma chi ha svolto esperienza amministrativa sa bene che se non c'è assonanza tra dirigente e assessore i risultati non si ottengono. Oggi siamo di fronte ad una risoluzione della maggioranza che conferma la fiducia alla presidente, un segnale preoccupante e di debolezza per la Giunta dopo pochi mesi di legislatura”.