L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha respinto, con 11 voti contrari, 8 favorevoli e un astenuto, la proposta di risoluzione presentata dai consiglieri di centrodestra e liste civiche che chiedeva di “av

viare i meccanismi di rotazione dei dirigenti del settore sanitario in modo da garantire il rinnovamento dei soggetti che operano in questo settore da molti anni”.
(ASI) Perugia, – L'Assemblea legislativa dell'Umbria ha respinto, con 11 voti contrari (Pd e SeR), 8 favorevoli (Centrodestra e liste civiche e M5S) e un astenuto (Leonelli-Pd), la proposta di risoluzione presentata dai consiglieri di centrodestra e liste civiche, con primo firmatario Valerio Mancini (Lega Nord), che chiedeva di “avviare i meccanismi di rotazione dei dirigenti del settore sanitario in modo da garantire il rinnovamento dei soggetti che operano in questo settore da molti anni”.

L'ATTO
Nell'atto si ricorda che “la stessa presidente Marini ha più volte pubblicamente annunciato in varie occasioni la necessità di creare un modello organizzativo nuovo nella sanità. In merito alle recenti nomine dei vertici dell'amministrazione sanitaria della Regione Umbria da parte della Presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, il consigliere Luca Barberini, ex assessore alla sanità e al welfare, ha pubblicamente dichiarato in conferenza stampa che è 'il metodo a non andare bene, c'è stata arroganza. Quando si è al governo della sanità da venti anni è ora di cambiare. Possiamo dire che è una vergogna? Credo di sì e sarebbe passato il messaggio che fossi sotto tutela. Non è una critica alla persona, ma il cambiamento era una necessità e dovevo essere più deciso nel contrastarla'. Fermo restando l'importanza e la valorizzazione del capitale di esperienza che determinati soggetti possono aver maturato nel ricoprire un ruolo dirigenziale nell'ambito sanitario regionale, risulta poco credibile, se non irrealizzabile, un rinnovamento del sistema sanitario regionale se la dirigenza viene mantenuta in capo agli stessi soggetti. Il mantenimento di determinati incarichi per lunghi periodi aumenta il rischio di creare meccanismi clientelari ed autoreferenziali, a danno dell'efficienza dei processi amministrativi. Il settore sanitario assorbe oltre la metà della spesa totale del bilancio della Regione Umbria, con una spesa complessiva pari ad oltre 1,6 miliardi di euro nel 2014”.

GLI INTERVENTI
VALERIO MANCINI (Lega Nord): “OGGI SONO EMERSE TUTTE LE DIFFICOLTÀ DELLA MAGGIORANZA, E LA RICHIESTA DI CAMBIAMENTO E TRASPARENZA DA PARTE DELL'OPPOSIZIONE. La fiducia alla Marini è un passo in avanti verso il prosieguo della legislatura, ma è emerso un cartellino giallo da alcuni consiglieri della maggioranza. Faccio mia la disamina della situazione attuale fatta da Barberini. Come Lega abbiamo stigmatizzato la situazione con mozioni e proposte di legge. Ma non si è visto un granché. Anzi i problemi aumentano. Le nomine in sanità hanno tenuta bloccata l'attività amministrativa di tutta la Giunta. I cittadini domani non avranno neanche un giorno in meno da aspettare per eseguire un esame medico. Anzi siamo al peggioramento. Quanto era presidente della Regione la Lorenzetti la mobilità attiva ammontava a +30 milioni di euro perché i cittadini di altre regioni venivano in Umbria a curarsi. Poi è arrivata questa riforma e nel 2015 si è registrato un calo di quasi il 90 per cento della mobilità attiva. Stiamo perdendo competitività in tutte le prestazioni sanitarie. Tutta questa crisi sulle nomine inciderà nell'efficacia e efficienza della sanità? No. Si sono fatte nomine senza considerare i risultati raggiunti. Si deve tenere conto del merito. Negli 11mila 500 dipendenti della sanità umbra potrebbero emergere risorse nuove. Tutta questa crisi è stata una battaglia di poltrone e non una necessità di cambiamento. Bisogna mettere in fila le energie, mettere il meglio dell'Umbria. Forse oggi nasce un nuovo partito dentro la maggioranza. È primavera: le margherite sono un fiore di stagione. Quello che è uscito dalle urne non vi lascia autorità assoluta, ascoltate anche chi ha un punto di vista diverso. La rotazione dei dirigenti va bene, ma la premessa è il merito. I risultati non sono dalla vostra parte”.
GIACOMO LEONELLI (PD): “MI ASTERRÒ PERCHÈ IL PRINCIPIO DI ROTAZIONE È CONDIVISIBILE MA LA RISOLUZIONE È PLEONASTICA E USA UNA CORNICE STRUMENTALE. Le nomine in sanità sono un tema che non appassiona gli umbri ma solo i politici. La politica e il Pd devono fare una riflessione su questo. Questa risoluzione dice cose condivisibili e ma anche pleonastiche. Il principio di rotazione è contenuto nella legge Madia, che noi abbiamo perorato. Inoltre nelle nomine dei 4 direttori sono ruotati tutti. Questo è un principio sano perché quando si è alla guida di ruoli di potere è importante che non si arrivi a una cristallizzazione eccessiva. Se incrociamo i contenuti della normativa vigente a quanto è stato fato si ribadiscono cose che sono già avvenute. È utile, è giusto, è sano il richiamo al principio della rotazione però visto il contesto normativo e quello che e avvenuto credo che sia pleonastico”.

CLAUDIO RICCI (Ricci presidente): “L'ASSESSORE CON DELEGA CHE SI È DIMESSO NON HA MANIFESTATO ALCUN INTENDIMENTO A RIENTRARE NELLA GIUNTA COME CHIESTO DALLA PRESIDENTE MARINI. All'ottava ora di confronto politico emerge questo dato sostanziale: il permanere delle discrasie che sono emerse in queste settimane. I 10 anni di continuità come massimo per lo svolgimento di un incarico istituzionale o da dirigente è un fatto antropologico e sociologico. Dopo un certo numero di anni è necessario per chi ha ricoperto quel ruolo essere direzionato su altri ambiti. Molto chiare le parole della Presidente della Giunta: la convalida degli attuali direttori nominati fa si che tali dirigenti e direttori rimarranno per tutto il prosieguo della legislatura regionale. E anche le indicazioni che noi daremo sono tecnicamente inefficaci. L'Asl locale unica e l'Asl unica ospedaliera, indipendentemente dalle nostre visioni sarà un percorso inevitabile per le indicazioni europee. La fiducia di oggi è stata condizionata. È l'inizio di una discesa. Per questo non abbiamo voluto presentare una mozione di sfiducia perché queste vanno presentate quando c'è la certezza dei voti per determinarle. Ma non escludiamo di presentare un atto di sfiducia se verificheremo che nei prossimi mesi il governo non sarà efficacie ed efficiente. Se non ci saranno le condizioni per governare occorrerà prenderne atto e determinare la conclusione della legislatura”.

SILVANO ROMETTI (Ser): “IL CAMBIAMENTO È AZIONE QUOTIDIANA, GRADUALITÀ, CAPACITÀ DI PERSEGUIRE GLI OBIETTIVI. UN APPROCCIO FACILONE NON CI PORTA DA NESSUNA PARTE. Rispetto alla proposta del consigliere Mancini, i criteri sono già normati e in oggetto di un intervento del Governo. La rotazione può non essere positiva in se, potrebbe privare un settore dell'esperienza di un dirigente. Meglio non continuare a insistere su questo punto”.

ANDREA SMACCHI (PD): “VOTO CONTRARIO. RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO RUOLO POLITICO DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO, SENZA FARE I DIRIGENTI - Credo che questa proposta di risoluzione vada completamente in senso contrario rispetto a quelli che sono i principi che in qualche modo più consiglieri oggi hanno cercato di evidenziare e di rimarcare. Per questo intanto annuncio il mio voto contrario a questa proposta di risoluzione, perché un po’ tutti abbiamo detto che la politica si deve riprendere un ruolo, e deve in qualche modo lasciare da parte la gestione, quindi riprendere il ruolo che le è proprio. Se adesso in Consiglio regionale mettiamo una risoluzione per chiedere al Presidente e alla Giunta di avviare i meccanismi di rotazione dei dirigenti sanitari, ecco, questo è il contrario di quello che per me è il ruolo della politica. La politica ha fatto una legge che prevede il discorso massimo dei dieci anni, ha fissato i principi, gli indirizzi e le forme di controllo, rispetto a quello che c’è scritto nella normativa regionale e nazionale. Noi non dobbiamo andare oltre, perché tutto quello che va oltre diventa quei condizionamenti, quelle pressioni di cui parlava la presidente nelle sue comunicazioni: o ci intendiamo su questo oppure non abbiamo le idee chiare. Se vogliamo entrare in queste problematiche, nei suggerimenti, nei consigli, non abbiamo capito qual è il ruolo dell’Assemblea e della politica, e questo è un consiglio, un auspicio che di nuovo io pongo a questa Assemblea: riprendiamoci il ruolo che abbiamo perso negli anni, negli ultimi anni ci occupiamo più delle cose spicciole, abbiamo perso il nostro ruolo, se ancora pensiamo di dover ruotare i dirigenti, non abbiamo capito che fuori c’è un altro mondo, e su questo ha ragione Leonelli, quando dice che se ancora noi pensiamo di poter parlare alla Regione su un argomento in cui di fatto soltanto gli addetti ai lavori sono interessati, probabilmente abbiamo smarrito la strada. Impegniamoci piuttosto in quel ruolo di controllo che sempre meno poniamo in atto, tant’è che sempre più è la Corte dei Conti che lo fa per noi, e quella è un’altra nostra lacuna, e allora su questo, proprio per concludere questa fase, riprendiamo a fare politica, basta di fare i dirigenti, i dirigenti li devono fare i tecnici, noi dobbiamo dare gli indirizzi, la programmazione e svolgere quell’azione di controllo che nessuno di noi fa più”.

ANDREA LIBERATI (M5S): “MARINI IMPERMEABILE ANCHE ALLE PROPOSTE DELLA MAGGIORANZA. L'INSTABILITÀ PERMANE - Possiamo affermare che l'instabilità permane: ho avvertito nelle parole della presidente Marini una certa impermeabilità, anche alle proposte provenienti dalla maggioranza. Dice che l'Assemblea deve ratificare le decisioni della Giunta, è molto chiaro. Poi c'è l'insistenza di Walter Orlandi, che si sta difendendo sine limite, e mi chiedo perché si insiste su questo nome quando 13 consiglieri hanno detto no a questa persona. Quello di cui invece dovremmo preoccuparci è di coinvolgere i cittadini. Per Perugia e Terni non devono decidere nelle Marche o in Toscana. Si va avanti come se nulla fosse, ma oggi, dopo 46 anni, celebriamo la fine di un modo di fare politica troppo distante da quelle che sono le proposte dei cittadini. Solo nella libertà dei cittadini troveremo segnali di sviluppo, mentre qui si cerca di irregimentare il sistema, ingabbiarlo nelle logiche di sempre, a dispetto della mutata realtà che c'è fuori. Noi siamo con loro, con chi sta fuori. Le dicotomie di oggi portano solo ad un nulla di fatto”.