SET 1831mischiaTG(ASI) Perugia. Perde male il Perugia contro la Reggina. Poche idee, pochissima qualità nella costruzione e finalizzazione del gioco. E, stavolta, anche un paio di disattenzioni difensive che sono costate i due gol con cui la squadra di Aglietti ha chiuso il primo tempo e, in pratica, sigillato la partita.

Si, perché i calabresi, oltre che una maggior qualità individuale, hanno mostrato un’organizzazione di gioco e una sagacia tattica perfette, che nella ripresa hanno incartato il Perugia. Un 4/4/2, quello amaranto, che ha raddoppiato sistematicamente sulle fasce e chiuso tutte le linee interne di passaggio ai perugini. E che il Perugia avesse problemi nella costruzione del gioco si sapeva già, come pure che la qualità in avanti non fosse eccelsa. Ma  questi limiti sono stati messi a nudo impietosamente da una Reggina quadrata, cinica e concreta, fisica ma anche con qualità nel palleggio e  capace di sfruttare al massimo le due situazioni concesse dalla difesa del Perugia (disattenzione di Zanandrea sul gol di Galabinov, rinvio corto di Angella sul raddoppio di Bellomo) senza le quali quelli di stasera  sarebbe stato il classico match zero a zero.  L’atteggiamento del Perugia è stato inizialmente giusto, aggressivo e determinato, anche se un po’ troppo frenetico. Poi, però,  man mano che la partita è  diventata un imbuto, le idee si sono appannate e le poche palle portate avanti si sono perse tra le maglie reggine, onnipresenti e capaci di occupare gli spazi giusti nel momento giusto. Kouan, che quando incontra avversari che giocano con il regista arretrato trova una sua funzione nel controllo dello stesso, stasera, contro un 4/4/2 che più classico non si può, si è smarrito tra le linee e non ha potuto neanche sfruttare gli inserimenti da dietro, senza contare che la precisione nell’ultimo passaggio non è esattamente la sua dote principale. Discorso a parte va fatto, o rifatto, per le punte, tutti giocatori discreti e utili in fase di manovra, ma non in grado, individualmente, di inventare giocate capaci di risolvere partite contro squadre bloccate e organizzate dietro. Insomma, per il Grifo i limiti di sempre, con in più due sbavature difensive. E la attestazione che la squadra di Alvini, stanti le caratteristiche e le qualità dei suoi uomini, dovrebbe  forse inventarsi qualcosa di nuovo, perlomeno come piano B, sul piano tattico. Soprattutto quando è chiamata a fare gioco, soprattutto nelle partite interne, quelle dove, alla lunga, si dovrà costruire la salvezza, ad oggi obiettivo più consono e alla portata del Perugia.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia