img1088In vista delle celebrazioni del centenario

L’opera, che verrà presentata nel pomeriggio di giovedì 12 dicembre presso Palazzo Gallenga, intende porsi quale cornice storico-cronologica degli eventi che costelleranno il programma celebrativo del 2025

(UNWEB) Perugia,   - L’Università per Stranieri di Perugia: storia di un ateneo aperto al mondo è il titolo della ricca collettanea di saggi sul percorso istituzionale, ma anche politico-diplomatico, culturale e formativo, compiuto dall’ateneo di Palazzo Gallenga a partire dal 1921 ad oggi, e da poco pubblicato da Treccani a cura di Salvatore Cingari, Valerio De Cesaris, Gabriele Rigano e Roberto Vetrugno.
Con questo volume l’Università per Stranieri di Perugia vuole celebrare un centenario che tesse insieme i suoi diversi momenti fondativi: i corsi di alta cultura inaugurati nel 1921 e quelli di lingua e cultura italiana avviati l’anno successivo, costituenti il primo embrione di quella che sarebbe diventata con i decreti del 1925 e 1926 la Regia Università Italiana per Stranieri.
L’opera verrà presentata il prossimo giovedì 12 dicembre presso l’aula magna di Palazzo Gallenga (ore 17:30) - anche in diretta streaming – con gli interventi della sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, di Marina Sereni, già viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, e di Alessandro de Pedys, ministro plenipotenziario e direttore generale per la Diplomazia pubblica e culturale del MAECI. A coordinare il dibattito sarà Giovanni Parapini, direttore di RAI Umbria.
È stata la complessa origine di questa istituzione perugina e il suo specifico mandato – diverso da quello di tutti gli altri atenei italiani - ad aver stimolato una riflessione critica di ampio raggio, che ha ripercorso la storia e il ruolo peculiare dell’Università per Stranieri di Perugia nella realtà italiana degli anni in cui è nata, e in primo luogo il suo rapporto con il regime fascista.
Superando interpretazioni apologetiche o assolutorie, numerosi contributi del volume sono infatti dedicati a definire quanto e come l’Università fosse in primis organica al progetto del Ventennio di esaltazione dell’italianità in chiave nazionalistica e quanto di fatto essa ne sia poi rimasta autonoma.
Quest’analisi permette quindi di cogliere l’importanza, dopo la liberazione di Perugia del giugno 1944, della reggenza dell’antifascista Aldo Capitini, che fece di questa prestigiosa istituzione un veicolo di promozione nel mondo di un’italianità aperta e liberata dalla retorica nazionalista.

Non è forse un caso che nel 1948 il rettore Carlo Sforza, al tempo ministro degli Esteri, pronunciò proprio a Palazzo Gallenga il celebre discorso “Come fare l’Europa?”, anticipatore del sogno dell’Europa unita, come a investire l’istituzione di un nuovo ruolo nel segno della collaborazione tra i popoli.
Di questa preziosa missione istituzionale è anche testimonianza la sezione del volume dedicata al rapporto tra l’Università e Maria Montessori, al suo grande portato pedagogico, incardinato nei valori della pace, dell’integrazione e della tolleranza.


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