(ASI) Quarta puntata relativa Fondazione Umbria Film Commission su Daniele Corvi, Consigliere nominato dal Comune di Perugia. Avvocato esperto di diritto dello spettacolo, docente universitario, giornalista,filmaker,creatore e direttore artistico del Love Film Festival di Perugia dal 2015.
1. Cosa rappresenta per lei la Fondazione Umbria Film Commission?
E’ un progetto in cui ho creduto e credo molto. Finalmente l’Umbria si allinea alla gran parte delle Regioni, questa è la diciottesima film commission e la quattordicesima nella veste giuridica di fondazione, che è la migliore forma possibile per valorizzare il cine-turismo. Infatti, a differenza degli altri esperimenti attuati come Umbria Film Commission, c’è un gioco di pesi e contrappesi che permette di garantire un maggiore equilibrio tra i suoi vari organi che sono l’assemblea dei soci fondatori, il Consiglio di Amministrazione, il direttore.
Con questo strumento è possibile creare un sistema economico virtuoso, che attrae e finanzia produzioni, le quali a loro volto investono sul territorio. Così facendo si possono far lavorare i lavoratori del cinema umbri, ma anche commercianti, artigiani, operatori del settore turistico e altri. Umbria Film Commission rappresenta dunque un esempio di sviluppo economico.
2. Su che cosa deve puntare inizialmente la Film Commission?
Il lavoro. Il mondo prima della pandemia è stato stravolto e necessitano nuove forme di lavoro. La Film Commission potrebbe dare slancio all’economia dell’Umbria prima attraendo produzioni, che investono sul territorio e poi ciò avrebbe logiche conseguenze sul turismo specialmente se i film vanno bene: pensiamo a fenomeni come Benvenuti al Sud. Tutta questa operazione ha senso se per ogni euro investito ne ritornino sul territorio almeno due in base a un moltiplicatore economico e che il maggior numero di persone riesca a lavorare. Bisogna pertanto entrare in contatto con le persone del territorio, ascoltarle e valorizzarle, così facendo negli anni si potrà creare la vera base della Film Commission.
3. Cosa manca a questa Film Commission?
Essendo sostanzialmente una start up, c’è tutto da fare. Dal sito, al database dei lavoratori del cinema, al materiale fotografico delle location a tanto altro: c’è veramente molto da fare. In più manca il direttore, che sarà il motore della Fondazione e che dovrà essere scelto a breve attraverso un bando pubblico fra persone altamente qualificate di comprovata esperienza e spero che tante persone di valore si presenteranno a questo bando così importante. Intanto è sicuramente un punto di forza avere un illustre e qualificato Presidente come Paolo Genovese, che ha già le idee molto chiare sul lavoro da fare, in più siamo un CdA molto eterogeno e variegato e ciò ci aiuta a capire la realtà del settore e del territorio a 360 gradi, anche perché la Fondazione Umbria Film Commission è un ente complesso e che deve dialogare a tutti i livelli cinematografici e non.
4. Che ci può dire del suo ruolo?
Io sono il giurista del gruppo. Nonostante sia conosciuto più come il direttore artistico del Love Film Festival, sono tra i pochi in Italia ad avere un’esperienza nel diritto dello spettacolo, una branca del diritto poco conosciuta e frammentata, che metterò al servizio della Fondazione, soprattutto in questo primo periodo di avviamento dove bisogna elaborare il piano di funzionamento e organizzazione. Ritengo che è bene disciplinare ogni aspettodell’attività e della funzionalità della Fondazione visto che ci attende un lavoro molto complesso e che deve portare risultati nel rispetto della trasparenza, l’efficienza e l’economicità.
Altro aspetto che mi sta molto cuore è la formazione, venendodal mondo accademico e precisamente dall’illustre scuola del professor Antonio Palazzo. Perugia ha diversi centri di eccellenza, in primis l’Università degli Studi, e la futura scuola di cinema, annunciata dal Presidente Genovese, dovrà dialogare con tutti gli altri enti già presenti sul territorio per arricchire la già competitiva offerta formativa.
5. Cosa si prospetta per l’Umbria attraverso la Film Commission?
L’Umbria è bellissima, ma non molto conosciuta. E’ molto vicino a Roma e ha una varietà di paesaggi bellissimi e sconosciuti. In Umbria, a parte il mare, c’è tutto quello che serve. Il fatto che il cinema non sia stato molto presente è perché non c’erano gli strumenti adatti per creare un sistema economico-produttivo, ora sì. Se lavoriamo bene e siamo fortunati con il Covid l’Umbria potrebbe essere la nuova terra del cinema. Umbria Film Commission deve durare nel tempo, a noi la responsabilità e l’impegno di dare avvio a questo triennio, che deve essere il punto di partenza per i successivi CdA.
Redazione Agenzia Stampa Italia