Da sx Galardini Paparelli Falsacappa Cecconi PontiSvelata la prestigiosa pubblicazione che racconta passato, presente e futuro della manifestazione: “Simbolo del turismo dell'Umbria”

(UMWEB) Perugia. Trenta anni racchiusi in poco meno di quattrocento pagine. S'intitola “Il Mercato delle Gaite di Bevagna. La riscoperta della tradizione”, ed è la pubblicazione che celebra i tre decenni della splendida rievocazione che ogni giugno accende il borgo umbro, uno dei più belli d'Italia. A volerla fortemente sono stati Comune, Accademia di Bevagna e Mercato delle Gaite, che hanno collaborato per dare alla luce un maxi volume capace di raccogliere passato, presente e futuro della manifestazione. E' questa una delle “chicche” per i trenta anni delle Gaite, che dal prossimo 20 giugno accenderanno i riflettori su Bevagna attraverso diversi appuntamenti davvero speciali. Il libro, edito da “Il Formichiere”, è stato presentato in anteprima alla stampa martedì mattina a Perugia nella sala Fiume di palazzo Donini. Domenica 9 giugno (ore 17, chiostro di San Domenico a Bevagna), la raccolta verrà invece presentata al pubblico, grazie anche al contributo dei professori Franco Franceschi (Università degli Studi di Siena, referente scientifico delle Gaite) e Franco Mezzanotte (Università degli Studi di Perugia). “A trenta anni dall'avvio della manifestazione, abbiamo ritenuto necessario fare il punto della situazione per cercare di approfondire il significato di questa festa – spiega il sindaco di Bevagna, Annarita Falsacappa -. Oltre a ciò, volevamo capire lo spirito che ha mosso i bevanati ad avviare le Gaite”. Nel 1982 la Pro Loco cittadina aveva iniziato ad andare oltre la Sagra della Porchetta. Si è quindi partiti con una esposizione di prodotti di artigianato alimentare, che nel corso degli anni è cresciuta sempre più, fino ad arrivare al 1989. E' in quell'anno che l'evento inizia a muoversi in maniera autonoma rispetto alla Pro Loco. Un cammino arrivato fino ai nostri giorni, che ha portato le Gaite ad essere un modello dentro e fuori i confini nazionali sul tema della ricercatezza, dello studio e della riproposizione di un periodo storico suggestivo e accattivante. “La caratteristica che ha sempre contraddistinto le Gaite – afferma il sindaco bevanate – è lo studio approfondito, capace di portare la manifestazione ad essere originale. Le botteghe, ad esempio, sono l'elemento più importante e caratteristico, capaci di riprodurre in tutto e per tutto i mestieri di un tempo”. E' così che la “pace di fiera” bevanate è divenuta un punto di riferimento regionale. La manifestazione vive oramai tutto l'anno, grazie anche al turismo didattico che porta in città scolaresche da tutta Italia, per vedere da vicino le botteghe medievali. “Per noi Bevagna è uno dei simboli dell'accoglienza dei turisti – sottolinea Fabio Paparelli, presidente della Regione Umbria -. Le Gaite incarnano nel migliore dei modi la formula di turismo esperienziale che abbiamo voluto promuovere, grazie alla possibilità che offrono di immergersi in un Medioevo ricostruito nei minimi dettagli”. Tra i curatori del volume c'è il giornalista Anton Carlo Ponti: “Il Medioevo – precisa Ponti – non è un periodo buio come lo si vuole descrivere. Le Gaite hanno trasformato il deserto turistico di Bevagna in una valle incantata”. “Il successo di questo libro – afferma Claudio Cecconi, podestà delle Gaite – sta nella capacità di aver messo insieme il pensiero ed il lavoro di tantissime persone: per noi è la pietra angolare di questi trenta anni”. Pilastri delle Gaite sono sicuramente i cittadini: “L'impronta culturale della manifestazione è una peculiarità – spiega Rita Galardini, vicesindaco di Bevagna -, ma non ci dimentichiamo che senza il volontariato questa festa non sarebbe potuta esistere. Le Gaite ci hanno reso una comunità coesa”.


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