DSC 5250(UNWEB) Perugia. E’ stato inaugurato questa mattina, alla presenza delle Autorità civili e religiose, il nuovo complesso dell’ex convento di Santa Maria Nuova, già sede dei Servi di Maria, in via Pinturicchio dopo gli importanti lavori di ristrutturazione.


Ritorna all’antico splendore, quindi, in pieno centro storico di Perugia, un complesso architettonico risalente al XVI-XVII secolo di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc).
L’Idsc ha acquistato l’immobile nel 2002, su sollecitazione dell’allora arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, dalla Congregazione dei Servi di Maria che si apprestava a lasciare il capoluogo umbro per la riduzione del numero dei suoi religiosi. L’operazione, che ha avuto inizio nel 1999, è stata ben ponderata dal Consiglio di amministrazione dell’Idsc, che in questi anni aveva portato a termine una operazione simile con l’acquisto di un importante e prestigioso immobile della seconda metà del secolo scorso (conosciuto come il “Palazzo dell’Inps”) situato nelle vicinanze di piazza Garibaldi, a pochi passi dall’acropoli. Entrambe le operazioni hanno come loro finalità principale la messa in rendita di questi immobili attraverso l’affitto degli ambienti interni, i cui proventi, ha spiegato il presidente dell’Idsc Giorgio Volpi, «contribuiscono a liberare ulteriori risorse che potranno essere utilizzate da parte della Conferenza episcopale italiana (Cei) per finalità caritative ed assistenziali in Italia e nel Mondo.
Non solo il recupero di un significativo complesso architettonico, le cui pietre sono “pregne” di storia, andrà a favorire uno sviluppo sociale non irrilevante per la città con il ripopolamento, quindi il ritorno alla vitalità, di un quartiere del centro, ma l’ex Convento dei Servi di Maria rappresenta per la Chiesa perugina un’opera di carità seppur indiretta.
«Con questa inaugurazione – ha detto il presidente dell’Idsc – il grande complesso immobiliare di via Pinturicchio rientra, quindi, a pieno titolo nel patrimonio urbanistico del centro storico della nostra città”.
Si tratta di un progetto cui l’Istituto, a seguito della proposta fatta a suo tempo dall’Amministrazione comunale, ha aderito condividendo la qualificazione di partner privato con i Padri Salesiani, che avevano già dato la propria disponibilità al bando “Contratti di quartiere II” così da consentire importanti interventi anche a complessi immobiliari di proprietà del Comune nell’asse da Porta Pesa a Porta Eburnea. L’iter burocratico connesso con le procedure per l’ammissione al contributo, avviato nel 2001, si concluse nel 2007 e successivamente nel dicembre del 2010 iniziarono i lavori.
Le opere edilizie, per espressa volontà del Consiglio di amministrazione dell’Idsc sono state affidate a realtà imprenditoriali del nostro territorio avendo l’Istituto scelto di far rimanere in zona un flusso economico non indifferente, tenuto conto dei momenti di generalizzata difficoltà, in modo da valorizzare capacità e potenzialità.
La parte del complesso architettonico dell’ex Convento dei Servi di Maria di pertinenza dell’Idsc è quella dei lati sud ed est del chiostro monumentale, le cui opere di ristrutturazione e restauro hanno permesso di realizzare diciannove alloggi con 46 posti letto, da locare a canone concordato, realizzati prevedendo dimensioni tali da assicurarne una vivibilità e fruibilità più che buona. La parte ristrutturata si estende su una superficie di 1.268 mq, di cui 394 mq di zone a giorno, 305 mq di camere, 121 mq di bagni, 70 mq di disimpegni e 378 mq di destinazioni diverse inclusa la storica “Sala del Capitolo” dell’ex Convento dei Servi di Maria.
Sulla base dell’accordo di programma e della successiva specifica l’Amministrazione comunale può disporre in misura pari ad un giorno al mese e comunque dodici giorni all’anno della bella e grande “Sala del Capitolo” per attività culturali che contribuiscono a rivitalizzare sia il complesso immobiliare sia l’intera zona della città.
I contratti di quartiere, ha evidenziato il sindaco Andrea Romizi in sede di inaugurazione, rappresentano strumenti necessari per restituire decoro e funzionalità ad immobili ed aree della città. Nel caso di specie la soddisfazione è duplice, in quanto l’intervento rientra tra quelli divenuti possibili grazie ad una fattiva sinergia che si è creata tra varie anime della città ed Istituzioni; il riferimento è all’immobile di via Fratti ed ancora all’ex Fatebenefratelli. “Partendo dall’esempio di oggi – ha continuato il sindaco – vorrei “liberare” un po’ di fiducia nei confronti delle prospettive future: se pensiamo che via Pinturicchio fino a qualche anno fa si presentava come una via degradata ed oggi, invece, è tornata all’antico splendore, allora questo esempio deve rappresentare uno spunto per guardare al futuro con rinnovato ottimismo, certi che anche altre aree dell’acropoli (cittadella giudiziaria, mercato coperto) potranno tornare a brillare valorizzando intere zone dell’acropoli”.
L’intervento di oggi – ha commentato Romizi – è particolarmente apprezzato perché qui è passata tanta storia e, quindi, la riqualificazione consente alla città di riappropriarsi di parte della propria storia ed identità. La scommessa ora è lavorare al fine di consentire a questi luoghi di rivivere grazie alla presenza di famiglie e studenti.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore regionale Chianella che ha parlato di un obiettivo importante per la città di Perugia trattandosi di un intervento di rigenerazione urbana che ha permesso di risistemare un immobile storico.
Nel contempo l’area assumerà un particolare valore sociale, visto che gli alloggi verranno assegnati con canoni concordati onde rispondere alle crescenti esigenze abitative delle famiglie.
Il pensiero del Presidente Volpi è stato ripreso anche dal Vescovo Ausiliare Mons. Paolo Giulietti, secondo cui l’operazione è la conferma di come oggi si possa ancora investire riqualificando immobili storici; in questo contesto la Chiesa può fare la propria parte contribuendo a restituire ad antico splendore tanti spazi prestigiosi di Perugia, magari un po’ dimenticati.
Santa Maria Nuova torna all’antica bellezza e sarà – ha detto – al servizio della persone e di un certo modo di vivere nella bellezza. Le implicazioni sociali connesse al progetto, infine, sono evidenti, visto che qui coabiteranno tipologie diverse di persone, dalle famiglie agli studenti. Una sorta di “laboratorio” dell’integrazione nella consapevolezza che una città in cui si vive bene è una città che sa riconciliare le diverse comunità.

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