monasteroVescovo Giulietti: “Questo luogo incoraggi i giovani al rispetto del creato”. Alla cerimonia presente il cardinale Bassetti
(UMWEB) – Isola Polvese, – Con una cerimonia religiosa, celebrata alla luce del tramonto sui resti della Chiesa di San Secondo, è stata restituita degna sepoltura alle spoglie rinvenute ad Isola Polvese, durante i lavori di restauro del Monastero Olivetano.


Semplice, ma toccante il rito per la ricollocazione dei resti che, raccolti in sei piccole bare di legno, sono stati sistemati definitivamente all’interno della cripta.
I ruderi dell’antica chiesa, che sorge sulla parte sommitale dell’Isola, con un affaccio mozzafiato sul lago Trasimeno, particolarmente suggestivo proprio all’ora del tramonto, hanno dunque fatto da cornice lunedì pomeriggio a questa singolare cerimonia religiosa, voluta dall’Amministrazione provinciale di Perugia.
Alla funzione, svoltasi alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti, hanno preso parte il Vescovo ausiliario di Perugia, Mons. Paolo Giulietti e Padre Teodoro Capra, monaco dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Al loro fianco i sacerdoti don Vincenzo Esposito, Don Leonardo Romizi e don Federico Casini. Erano presenti il presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti e la consigliera provinciale Erika Borghesi.
Le spoglie, che da ieri pomeriggio giacciono all’interno della cripta, sono state rinvenute durante i lavori di scavo per la ristrutturazione del Monastero, oggi sede del centro Arpa sul “Cambiamento Climatico e Biodiversità in ambiente lacustre e aree umide”.
Sono da attribuire presumibilmente ai monaci Olivetani che giunsero ad Isola Polvese agli inizi del 1400 e vi rimasero fino al 1600. Circa due secoli, durante i quali la vita della comunità monastica procedette in maniera tranquilla con l’acquisizione di nuove terre e possedimenti che si estendevano sulle rive del Trasimeno fino a lambire la Toscana. A loro si devono, tra l’altro, pratiche agronomiche che hanno fatto della Polvese un luogo di specie arboree uniche come gli ulivi che producono la tipica cultivar Dolce Agogia.
“Questo luogo – sono state la parole di mons. Giulietti durante l’omelia – incoraggi i giovani al rispetto delle meraviglie del creato”. Il vescovo ha quindi avuto parole di grande apprezzamento verso la Provincia di Perugia che “ha dimostrato di voler rispettare la storia di questo luogo. Esso sia memoriale di una realtà gloriosa, ma anche dei limiti dell’uomo. Attraverso il monachesimo – ha concluso – le nuove generazioni imparino l’armonia tra l’uomo e il creato”.
Dopo la collocazione delle spoglie è stata compiuta una breve visita al Centro Arpa, sotto la guida del direttore Walter Ganapini, il quale ha spiegato come questo della Polvese sia un importante centro di interesse europeo. “In questo ambiente lacustre – ha rivelato – i cambiamenti si avvertono prima che altrove”. Un luogo ideale dunque per studiare non solo i mutamenti ma anche i sistemi per mitigare l’impatto degli stessi. “Con questo centro – ha concluso – sta rinascendo tutta l’Isola”.


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