Il parroco don Marco Rufini: «L’unica cosa che il terremoto non ha rotto sono state le Messe celebrate sotto le tende, con un metro di neve, con le campane che suonavano in orizzontale. Intorno all’altare del Signore questa comunità, profondamente provata dal sisma, ha trovato unità e forza per non mollare»
(UNWEB) A S. Pellegrino di Norcia, dopo un percorso con vari intoppi burocratici, è stato finalmente inaugurato sabato 12 ottobre 2019 un prefabbricato nei pressi del villaggio delle SAE (Soluzioni Abitative di Emergenza) per le celebrazioni eucaristiche e per gli altri momenti di preghiera di questa comunità nursina distrutta dal terremoto del 24 agosto del 2016. La popolazione si è ritrovata dinanzi alle macerie della chiesa parrocchiale con l’arciprete don Marco Rufini e il parroco in solido don Davide Tononi per accogliere l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e avviare così la processione verso il nuovo “luogo di culto”, passando in mezzo alle macerie delle case devastate dal terremoto. L’amministrazione comunale di Norcia era rappresentata da Monia Loretucci, assessore al bilancio e al personale, residente proprio a S. Pellegrino.
Mons. Boccardo nell’omelia ha invitato i presenti a volgere lo sguardo verso Maria, a S. Pellegrino venerata col titolo Madonna di Montesanto, e chiedere a lei «il dono della consolazione. In questo tempo del post terremoto tutti – ha detto il Presule – abbiamo bisogno dell’assistenza della Vergine. Prega per noi, Maria, e assistici nella fatica della ricostruzione; prega per noi, Maria, e aiutaci a non far spegnere nei nostri cuori la fiducia; prega per noi, Maria, e sostienici nel non perdere la speranza anche quando vengono fatte promesse che poi non trovano concretezza».
Al termine della Messa il parroco don Marco Rufini ha ringraziato: l’Arcivescovo e la Diocesi intera per l’impegno profuso alla realizzazione di questa opera; l’Opera del Duomo di Firenze che ha contribuito economicamente; la famiglia Onori che ha messo a disposizione gratuitamente il terreno dove sorge il Centro: «grazie – ha detto don Marco – perché quando tutto sembrava impossibile, il vostro gesto è stato come un raggio di sole dopo giorni di pioggia»; la famiglia Graziosi «disponibile e collaborative per tante cose»; l’avvocato Paola Fraschetti «mediatrice eccellente»; l’Amministrazione locale e le altre istituzioni per la collaborazione fattiva; l’Amministrazione comunale e le Associazioni di Città della Pieve che, ha detto il parroco, «ci hanno dato un sostegno economico per le spese d’affitto dell’ex collettivo dove abbiamo celebrato la Messa fino ad oggi e che da soli avremmo avuto qualche difficoltà a sostenere»; alle comunità parrocchiali di Pozzuolo Umbro e Castiglion del Lago; a tutte le persone che si impegnano e si danno da fare in questa parrocchia: «siamo certi che il Signore ricompenserà ciascuno».
Una comunità rimasta unita intorno all’altare del Signore. Poi, don Rufini ha tracciato un piccolo bilancio della comunità parrocchiale di S. Pellegrino in questi anni post sisma: «Dal 24 agosto 2016 – ha detto - l’unica cosa che il terremoto non ha rotto sono state le celebrazioni delle Messe avvenute sotto le tende, con un metro di neve e il gelo, con le campane che suonavano in orizzontale. Intorno all’altare del Signore le inevitabili frizioni - sì perché il sisma ti logora umanamente e solo chi ogni giorno apre gli occhi al mattino e vede la sua casa ridotta a un cumolo di macerie può capire – non hanno avuto il sopravvento e la comunità è rimasta unita e viva. Il nostro – ha proseguito don Marco – è un cammino a tappe. Il ritorno alla normalità dopo un terremoto è come scalare una montagna: inizi a salire, trovi un rifugio per un ristoro e riprendere fiato che sai però non essere la vetta, e riparti. Alla Madonna chiediamo una grazia, quella di poterci ritrovare a fare un giorno la processione inversa: da questo Centro di Comunità alla chiesa parrocchiale ricostruita, passando tra le case nuove. Chiediamo la grazia di poterlo ricordare noi e non i nostri pronipoti».
Donata una ceramica di Deruta alla comunità di S. Pellegrino. Al termine della Messa, è stata posizionata dietro l’altare un’opera realizzata dal ceramista di Deruta Mario Sambuco su commissione del gruppo consiliare “Bene comune” di Deruta, rappresentato dal consigliere comunale Franco Battistelli. Raffigura la Madonna di Montesanto tra le macerie di S. Pellegrino; in basso c’è S. Pellegrino prima del terremoto; sulla sinistra c’è papa Francesco in silenziosa preghiera dinanzi alla chiesa crollata, in ricordo della sua visita a S. Pellegrino il 4 ottobre 2016; in alto a sinistra il sole, simbolo di speranza, che illumina le macerie. L’opera è stata molto apprezzata dall’Arcivescovo e dai presenti.