il racconto di «un’esperienza tragica, ma la speranza prevarrà» dell’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, che ha trascorso la notte a Leonessa (Ri) tra la popolazione impaurita, la disponibilità della Caritas diocesana ad accogliere famiglie che hanno perso la casa

(ASI) Perugia. «Man mano che passano le ore aumenta il numero delle vittime del terremoto che ha colpito una vasta area del centro Italia. Questo ci sconvolge e, come cristiani, non possiamo non raccoglierci in preghiera ed esprimere la nostra vicinanza a quanti hanno perso i propri cari e la casa. La nostra comunità diocesana fa sue le parole espresse da papa Francesco, che sono anche di conforto e di speranza, non facendo mancare la solidarietà a tante persone messe a dura prova. Solidarietà che è da sempre nel DNA degli umbri chiamati ancora una volta a “convivere” con gravi calamità naturali come i terremoti. Anche la nostra Caritas diocesana si è attivata di concerto con la Caritas italiana rendendosi disponibile a collaborare con le Caritas dei territori colpiti dal terremoto». Così il cardinale Gualtiero Bassetti mentre si trova in pellegrinaggio all’estero, costantemente informato sull’evento sismico che interessa anche una zona significativa dell’Umbria, la Valnerina, nell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia.

A vivere la tragica esperienza di questo sisma è anche l’arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve Giuseppe Chiaretti, che è solito soggiornare nel periodo estivo nella sua natale Leonessa, distante poco più di 40 Km da Amatrice, uno dei centri più colpiti. Ad Amatrice la famiglia di mons. Chiaretti ha un’abitazione che è crollata. L’arcivescovo emerito di Perugia, insieme a tante famiglie di Leonessa, ha atteso l’alba per strada e il suo primo pensiero è andato alle vittime e a quanti questa notte ed altre ancora le trascorreranno fuori casa. «Come posso non ricordare la mia esperienza di pastore durante i terremoti dell’Umbria-Marche e de L’Aquila – commenta mons. Chiaretti –, che sono stati devastanti, ma non abbiamo mollato. La Chiesa ha fatto la sua parte restando per lunghi periodi, anche di alcuni anni, accanto ai terremotati dando vita con tantissimi giovani alle positive esperienze dei Campi Caritas di volontariato. Anche allora come oggi all’inizio il sentimento che si prova è di smarrimento, di angoscia, di dolore ..., ma poi a prevalere c’è sempre la fede e la speranza. Dall’esperienza di tante tragiche calamità naturali si è sempre ricostruito non solo a livello materiale, ma anche a livello sociale, grazie allo spirito cristiano di solidarietà che è radicato nella nostra gente».

Anche in quest’ultima calamità naturale la Chiesa è presente sin dalle prime ore nell’attivarsi a livello nazionale attraverso la Caritas italiana, che avvierà progetti di medio-lungo periodo nella fase della ricostruzione coinvolgendo le Caritas diocesane. Quella di Perugia-Città della Pieve, spiega il suo direttore, il diacono Giancarlo Pecetti, «si è attivata da questa mattina (24 agosto, n.d.r.), per organizzare gruppi di volontari da inviare nelle zone colpite qualora fossero necessari. La nostra Caritas diocesana si è resa disponibile ad accogliere nelle sue strutture famiglie sfollate e si sta prodigando a raccogliere la disponibilità di volontari a recarsi nelle zone terremotate. Gesti di solidarietà non si sono fatti attendere – evidenzia il direttore Caritas –, tanto è vero che per tutta la giornata ci sono giunte telefonate da parrocchie e privati cittadini per recarsi come volontari nelle zone colpite».


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