vendemmiaAl centro anche il tema della scarsità di manodopera che si prospetta all'orizzonte.

Anno particolare per tutti i produttori di uve e vino: il Covid-19 ha provocato grandi perturbazioni sui mercati nazionali e internazionali che si rifletteranno sui prezzi delle uve e dei vini.

Confagricoltura spera nell'efficacia delle misure a sostegno del comparto vitivinicolo.

In Umbria è stata effettuata richiesta per 7.696 ettolitri di vino in giacenza.

(UNWEB) PERUGIA – Per la vendemmia umbra 2020 le previsioni sono quelle di una produzione in linea con quella dell'anno 2019 per le uve a bacca bianca e di un calo della produzione 15-20% per le uve a bacca rossa, dovuto prevalentemente ad attacchi tardivi di Oidio. Ad affermarlo è il presidente della sezione vino di Confagricoltura Umbria Niccolò Barberani. In attesa di una vendemmia ancora da decifrare nelle sue prospettive, l'andamento sembra migliore del previsto. Sul piano climatico e vegetativo si preannuncia interessante, dalla raccolta anche anticipata. C'è però la questione aperta della scarsità di manodopera per le aziende, con gli stagionali che non possono muoversi dai paesi d'origine per le misure anti Covid.

"La stagione – ricorda Barberani – è iniziata con una primavera calda e soleggiata, con flussi di pioggia regolari e non violenti. Questo ha permesso alle piante di effettuare un'ottima fioritura e allegagione dei frutti, promettendo un abbondante raccolto. In seguito abbiamo avuto un giugno molto piovoso, con fenomeni meteorologici che hanno creato danni a macchia di leopardo in diverse zone dell'Umbria. Il luglio e agosto molto caldi hanno permesso alle viti di effettuare una rapida e costante maturazione del grappolo, grazie alle riserve idriche del sottosuolo immagazzinate nel mese di giugno".

Il 2020 è stato anche un anno molto particolare per tutti i produttori di uve e vino. L'emergenza sanitaria data dalla presenza del virus Covid-19 ha provocato, dichiara Barberani, "grandi perturbazioni anche sui mercati nazionali e internazionali del settore che si rifletteranno purtroppo sui prezzi delle uve e dei vini". "Alla luce di questo – aggiunge il presidente della sezione vino – risulta assolutamente necessario preservare le nostre Doc e Docg, avere grande rispetto per le nostre realtà vitivinicole e valorizzarle al massimo. Possiamo trasformare un momento difficoltà in una grande opportunità di rilancio del brand Umbria. Confagricoltura si impegnerà in un progetto regionale come garante per unire tutte le identità territoriali e valorizzare le eccellenze della nostra splendida regione".

Per fronteggiare tali difficoltà il Ministero delle politiche agricole e forestali, in collaborazione anche con la Regione Umbria e le associazioni di categoria, ha indetto delle misure a sostegno del comparto vitivinicolo. Confagricoltura Umbria, per voce del presidente Fabio Rossi, si dice speranzosa sull'efficacia di queste misure: "In merito alla 'distillazione di crisi', atta a smaltire le giacenze di vino in stoccaggio nelle cantine, al contributo nazionale viene aggiunto un contributo regionale. Nella nostra regione è stata effettuata richiesta per 7.696 ettolitri di vino in giacenza. Inoltre, per la 'riduzione delle rese', il viticoltore si impegnerà a ridurre le proprie rese di produzione rispetto alle 5 annate precedenti ricevendo un sussidio in base alla percentuale di riduzione".

In questo periodo, infine, fa sapere Confagricoltura, gli agricoltori denunciano anche danni ingenti alle uve provocati dai cinghiali. Un problema che si aggiunge agli altri e che rende ancora più difficile il momento per la viticoltura regionale.


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