iori(UNWEB) Umbria - “Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro” questo diceva Bob Dylan in una delle sue massime ben pensate, un oblò che però ai giorni nostri i giovani faticano a tenere aperto, se non addirittura a trovare, anche quando il mare è solo mosso.

Inizia su questa riflessione l’intervista al Coordinatore Regionale dei Giovani di Fiamma Nazionale in Umbria, Iori Christian.

Personalmente, ciò di cui mi sono fatto carico, assumendo il peso di questo impegno, è proprio lo smarrimento, l’incertezza e l’insoddisfazione data dalla precarietà, dalla carenza di sogni e l’impraticabilità della via verso la loro realizzazione, nonché una crisi profonda di valori che affligge questa “nostra giovinezza”, viziata da un totale disinteresse verso tutto e tutti.

Da quasi trentenne mi sento di essere uno degli ultimi baluardi degli anni ’80, di un’Era di ribelli e testoni e, da ancora giovane, vi posso dire: <<Giù le mani dai giovani!>>. Molti hanno parlato e parlano di noi giovani, ma mai nessuno parla con noi, considerandoci sempre troppo stupidi per capire, con problemi sempre troppo sciocchi per essere ritenuti importanti. Questo per me è il primo fondamento di questo incarico, ossia parlare con i giovani e porli al centro delle attenzioni, ascoltandoli da amico e consigliandoli da fratello.

Finanzieri, Banchieri, Imprenditori e Politicanti con la bacchetta in mano, tutti in grado di elaborare sentenze, ma nessuno capace di produrre soluzioni. Impossibile di fatto, per un solo motivo: solo un giovane può comprendere un giovane, così come solo un operaio può capire un operaio, un allevatore un allevatore, e così via. Le situazioni per essere comprese devono essere anzitutto vissute, perciò impossibile dal punto di vista di bacchettoni dalla vita facile che hanno tutti, come unico obbiettivo, addormentare le menti. Fatevi una domanda: è più facile addomesticare e guidare un gregge di pecore od un branco di lupi? E’ più facile governare nell’ordine di persone colte e consapevoli delle proprie possibilità o nel caos di persone stanche e svuotate di principi, valori, obbiettivi, e del senso delle proprie radici e delle proprie origini italiche?

L’uomo è ciò che è in un dato momento, in funzione di un “processo spirituale” che si realizza partecipando all’interno della famiglia, della scuola e della società, nella Nazione e nella storia; e questo processo spirituale si rintraccia in ciò che viene tramandato, come memorie, lingue, dialetti, costumi, modi e tradizioni, nonché nelle norme di vita sociale. E allora ditemi, al di fuori di questo un uomo cos’è? Il Nulla più totale, giovani automi che non hanno né casa né chiesa.

E ora ditemi, se tutto questo va diminuendo nel tramandarsi ridotto dalla mescola massiccia con etnie sempre più lontane tra loro in un dato territorio, tanto da rischiare l'annullamento di una o l'altra identità, i giovani dove trovano il coraggio di un'identità se, oltre questo, le istituzioni tengono le distanze dalle esigenze concrete?

In sostanza, al giorno d'oggi, ai giovani non è più consentito sognare, e immaginare un futuro sereno, soddisfacente e migliore dei genitori o, per lo meno, con la garanzia di uno stipendio. Vivono in una società sfruttatrice e subordinata alle lobby dove, il dio denaro governa sull'ex sovranità popolare. Oggi, per andare avanti, è necessaria la raccomandazione anche senza preparazione, ovunque, e non trovando conferme in nessun dove, cercano la continua approvazione degli altri, affossati in lacune di principi, valori e personalità che "una volta" ci insegnavano i nostri genitori prima, e la leva militare poi. Là, dove c'era una pacca sulla spalla, oggi c'è un "mi piace", e dove c'erano hobby e lunghe chiacchierate, oggi c'è la condivisione di un mondo virtuale e penoso, programmi demenziali e insulsi oltre che poveri di contenuti, il tutto condito dalla tara del 40% di disoccupazione giovanile che intende barattare l'apprendistato di un 18enne con l'esperienza di un 40enne.

Ma i “boss” che stanno ai vertici della società, lo sanno quanti curriculum ci vogliono prima di trovare un impiego? Quanta esperienza richiedono quando ti dicono "no grazie esperienza no-tax" e tu rispondi "dite tutti con esperienza, ma se non ci date la possibilità, quale cazzo di esperienza possiamo accrescere"?

Così rimane, per chi ancora ce li ha, il maledetto cinquantino del nonno, o la faticosa e umiliante vita precaria del cameriere, che ti permette comunque di accrescere autostima e dignità, quella vita che ho fatto anche io, già da prima della maggior età, che mi ha fatto sacrificare feste, sabato e amicizie, dapprima per cercare di mantenere gli studi che non essendo figlio di papà non ho terminato, ma che mi ha garantito un mestiere, una pelle ardua da scalfire e ossa dure da spezzare.

La dura realtà è che da bambini ci convincono che favole e fiabe sono la realtà, che possiamo vivere come nei film, e che da grandi avremmo fatto i lavori che sognavamo da bambini, ma oggi troviamo scritto ovunque “ritenta sarai più fortunato”, mentre gli anni passano.

È chiaro però, che in questa visione ritengo di colpevolizzare non solo media, società 2.0, e politici, ma sicuramente anche i genitori dalla manica larga di contentini e stretta di correzioni, cullati dagli averi dei propri avi accumulati nei primi anni del dopo guerra, sperperati poi in un benessere economico liberale imposto dal capitalismo, dove loro per primi, ed i giovani viziati dalla conseguenza poi, hanno creduto prepotentemente che tutto fosse dovuto.

Poi siamo entrati nel XXI secolo e sono arrivate le lobby che hanno detto che i soldi erano finiti perché lo “spread” (parola sconosciuta sino ad allora) era salito alle stelle e puff fine dei giochi, anche se i giochi era da un po' che cercavano di farli  terminare per abbattere l'Italia benestante che all'epoca Berlusconi gestiva, e per quel capitalismo liberale che non si è avuta la prontezza di combattere. Lo ricordate il dopo Berlusconi nel 2012, ossia Mario Monti che asserì "il posto fisso è noioso"? Apriva le porte, di fatto, al precariato e all'esilio all'estero per cercare fortuna. Casualità o no così fu, ed ora quale scenario viviamo? Adulti che rincorrono la pensione che lo Stato continua a posticipare, a discapito di giovani che, non avendo posti di lavoro perché occupati da quelli che dovrebbero godersi le pensioni, non vengono assunti.

Per quello che riguarda l’Umbria, ciò che posso dire, ascoltando, parlando e conoscendo persone, giovani e meno giovani, il quadro che vi ho appena dipinto è ben chiaro e definito, ritrovandosi a marcire per le strade della nostra regione che non riesce ad uscire dalla crisi.

Un territorio quello umbro, ricco di terreni che potrebbero garantire coltivazioni ed allevamenti e basterebbe poco per riattivare questa regione, martoriata purtroppo, anche dai sismi degli scorsi mesi, che ha bisogno, anche per questo, obbligatoriamente di ripartire. Dobbiamo credere di potercela fare, ma non deve essere detto, deve essere fatto, e basterebbe puntare nel prodotto interno e nella produzione propria di coltivazioni, o bestiame ad esempio e adoperarsi per questo, dal momento che comporterebbe lavoro per le aziende che investono, e lavoro per operai. Piuttosto che acquistare all’estero, e importare dall’estero, lavoriamo e compriamo italiano e a km zero, portiamo sulle nostre tavole solo i nostri prodotti. Abbiamo così tanto potenziale da far invidia a chiunque, per quantità e qualità, ma è necessario analizzare e “copiare” sistemi che funzionano, e allora perché non prendere esempio e spunto dal modello Svizzero, in materia di agricoltura, e non solo. Guardiamo anche al lavoratore, pensiamo a noi italiani prima, e a tutto il resto del mondo poi.

Francamente non mi sento di puntare il dito contro chi, tra i nostri giovani, non crede più nella nostra terra o addirittura nel nostro paese, perché è stato portato alla resa, piuttosto mi sento di invitare in Fiamma Nazionale ed aprire le porte del nostro pensiero nazionalista a tutti coloro che non hanno intenzione di stare a guardare con le mani in mano, quelli che non hanno intenzione di mollare niente, in modo da contagiare gli arresi con la voglia di un nuovo Risorgimento. Ragazzi, vi sto parlando nel modo più personale che conosco, e vi dico che siete preziosi, molto più di quanto non lo fossero i giovani di qualche decennio fa, vi dico che i giovani, oggi, fanno paura perché hanno le caratteristiche, le conoscenze, le tecnologie e quel coraggio e quella spinta per cambiare le cose, quella forza che, ad una certa età, loro non hanno più. Tirate fuori il fiato per urlare ed il coraggio per esporvi ad ogni avversità, e la grinta per incrociare le braccia, e fatelo per voi, e per i vostri genitori, ma ancor più, per i vostri nonni, che tanto hanno combattuto nel secolo scorso per garantirci quella libertà che oggi qualcuno sta cercando di usurpare.

<<Se volete un motto che ispiri e vi rafforzi, ricordate: Vivi come se tu dovessi morire subito; pensa come se tu non dovessi morire mai.>>.

Lo ha dichiarato Christian Iori, Responsabile Fiamma Nazionale Giovani Umbria.


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