(UMWEB) – Perugia – La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore regionale alle Aree protette Fernanda Cecchini, ha proceduto alla preadozione dei Piani di gestione dei Parchi regionali del lago Trasimeno, Monte Cucco, di Colfiorito, del Monte Subasio, del fiume Tevere e dello Stina (Sistema territoriale di interesse naturalistico ambientale) Monte Peglia- Selva di Meana.

“Un passaggio determinante – sottolinea l’assessore Cecchini – che apre il processo partecipativo legato alla Vas, la Valutazione ambientale strategica, che è parte integrante di tutti quegli strumenti che possono avere un importante impatto sull’ambiente, come è appunto il Piano di un Parco che declina gli indirizzi di sviluppo dei territori più sensibili dal punto di vista ambientale nell’ottica della sostenibilità. Ora, dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria dei documenti dei sei Piani che abbiamo preadottato, tutti i portatori di interesse avranno sessanta giorni di tempo per inviare le loro osservazioni e partecipare in questo modo alla costruzione definitiva del Piano stesso”.

“L’importanza del Piano di gestione del Parco – dice l’assessore - sta non solo nella capacità di tutelare l’area protetta, ma ancor più nell’individuare strategie ed azioni per uno sviluppo socioeconomico sostenibile che sappia valorizzare fino in fondo la ricchezza ambientale, storica, paesaggistica e culturale insita nei suoi territori”.

“Uno strumento – aggiunge - che deve garantire una fruizione integrata delle risorse naturali, che rappresentano una vera ricchezza per l’Umbria, con una programmazione che la Regione ha predisposto fin dall’inizio e in ogni sua fase insieme alle istituzioni e ai portatori di interesse locali, facendo rete e coinvolgendo in questo processo anche l’Università degli studi di Perugia, con il Dipartimento di Scienze Agrarie, ambientali e alimentari, e l’Università dell’Aquila, con il Dipartimento di Ingegneria civile-Architettura ambientale, per portare avanti la sfida di dotare i nostri Parchi, istituiti nel 1991, di un Piano adeguato al contesto socioeconomico attuale, che garantisca lavoro e sviluppo e conservi quel patrimonio naturale di habitat, specie e biodiversità che ci contraddistingue”.

Redatti secondo le normative di settore, nazionali e regionali, i Piani dei Parchi umbri sono costituiti da vari documenti.

Innanzitutto il Piano di gestione “che affronta l'organizzazione generale del territorio anche in relazione alle diverse destinazioni di uso con riferimento alle varie aree, ai sistemi di accessibilità e ai sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del Parco, proponendo linee programmatiche di sviluppo e indirizzi e criteri per gli interventi su flora, fauna e ambiente naturale in genere”.

Ci sono il Piano pluriennale di Sviluppo socio-economico basato principalmente “sulle attività da poter incentivare per uno sviluppo sostenibile dell’area protetta utilizzando anche la promozione, delle attività tradizionali artigianali, agro-silvo-pastorali e culturali e le iniziative volte a favorire lo sviluppo del turismo nel rispetto delle esigenze di conservazione del parco” e il Regolamento del Parco, “che disciplina l’esercizio delle attività consentite entro il territorio del Parco rispettandone le caratteristiche proprie, lo svolgimento e la circolazione del pubblico con i mezzi di trasporto, le attività di ricerca scientifica, i limiti alle emissioni sonore, luminose, l’accessibilità attraverso percorsi e strutture idonee e tutti gli altri aspetti che necessitano di indicazioni di dettaglio”.

Oltre a due cartografie, quella vigente e quella proposta, si aggiungono “due elaborati specifici per la gestione del cinghiale: il Piano di gestione e il Regolamento per gestire la presenza di questa specie nelle aree protette”.

La documentazione del Piano si completa con tre elaborati relativi al processo di Valutazione ambientale strategica: Rapporto ambientale, Relazione per la Valutazione di incidenza ambientale e Relazione per la Sintesi non tecnica.

“Durante il percorso partecipativo che ha portato all’elaborazione di questi documenti – dice l’assessore Cecchini – e che si è sviluppato anche con molti incontri nei territori interessati, a partire dall’analisi su punti di forza, debolezze e opportunità e dalla valutazione del contesto ambientale e socio-economico e dalle informazioni acquisite, sono stati individuati per ogni Parco gli assi di indirizzo del Piano, ognuno dei quali è stato declinato in obiettivi e trasformato in proposte progettuali per la gestione delle singole aree protette”.

Le proposte “rappresentano il punto di approdo della parte operativa del Piano pluriennale economico e sociale del Parco, con un approccio che coinvolge tutte le sette aree protette regionali, per dare impulso allo sviluppo dell’intero sistema regionale. Sono state ideate – rileva - di concerto con gli attori istituzionali che attualmente gestiscono le Aree protette, tenendo conto anche delle numerose osservazioni ricevute dai portatori di interesse locali durante la fase di consultazione pubblica. Invitiamo tutti i portatori di interesse, pubblici e privati, a dare ancora il loro contributo alla costruzione del Piano, rafforzando le scelte e l’azione delle istituzioni per la gestione del nostro grande patrimonio naturale”.


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