(ASI) "'O capiamo o moriamo: una società che perde la propria identità è destinata ad essere sostituita'. Sono le parole di un volume pubblicato dal Presidente nazionale del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi, che oggi tornano alla mente, dopo aver appreso la notizia della decisione del dirigente scolastico Maria Elisabetta Mascio di negare la rappresentazione di quadri legati alla nascita di Gesù.
Le motivazioni e le giustificazioni sono intrise dei discorsi, ormai consueti e politicamente ispirati, in cui si richiama il tema del rispetto e dell'integrazione. A queste sbiadite considerazioni, si aggiungono le considerazioni storicamente sconnesse, oltre che espressione di un laicismo di cui la nostra società non ha affatto bisogno.
Il Popolo della Famiglia Umbria considera ridicolo e grottesco, che si tenti in questo modo di promuovere il rispetto le altre confessioni per evitare turbamenti, o imbarazzi, quando in realtà il processo di discriminazione è diametralmente inverso. Non si tratta di fare crociate anacronistiche, avrebbe detto il Consigliere di Senso Civico commentando la reazione dell’Assessore Alessandrini, si tratta di RISPETTARE la tradizione di una religione che ha reso grande e bella l’Italia, che ha ispirato il diritto, l’arte e la politica, rispettando anche la sacrosanta libertà di coloro che si professano cristiani e che vogliono celebrare le festività anche attraverso le recite di Natale. La nostra considerazione va oltre uno sterile populismo che vorrebbe solo un ritorno al passato.
Contrastare queste tradizioni non è un fatto innocuo, denota un grave e dirompente processo di perdita della propria identità originaria di popolo, che si costituisce a partire da tradizioni, usi, costumi e storia. L'identità si definisce e fortifica a partire dall'incontro con la diversità, a patto che in questo confronto non perda se stessa.
Il PdF Umbria nota con rammarico che nella volontà di integrazione e lotta alle discriminazione, da quelle stesse voci che si dichiarano favorevoli a ridimensionare le feste natalizie, nulla è stato detto in favore di Asia Bibi, la cristiana del Pakistan che è stata nei giorni scorsi minacciata di morte da parte dei fondamentalisti islamici.
Sia ben chiaro, festeggiare il Natale, per il fatto stesso che fa riferimento ad un fatto storico documentato, non è in contrasto né con la ragione, né con la ragionevolezza delle circostanze, della didattica e dell’accoglienza. Quel progetto di libertà e tolleranza, fatto di piccoli passi, che vorrebbe farci tornare alle origini pagane della festa del 25 dicembre con il giorno del Sol invictus: tenetevelo per voi.".
E' quanto dichiara in una nota Ufficio Stampa del Popolo della Famiglia – Umbria.