Antonio Di Cintio“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti......“

Art. 32 della Costituzione

"A partire dal 2001, con la riforma del Titolo V della Costituzione, la sanità italiana è diventata di competenza regionale. Da questo momento in poi il bene più prezioso, la salute, è stato consegnato nelle mani delle Regioni.

Si comprende bene perciò, quanto la capacità di gestire la sanità rappresenti il biglietto da visita delle amministrazioni regionali.

E’ un tema, quello della sanità e della tutela della salute dei cittadini che sento molto, anche per la professione che svolgo, medico, chirurgo presso l’Azienda Santa Maria di Terni.

La Regione Umbria anche quest’anno 2019 si è posizionata tra le 6 regioni benchmark per la sanità, insieme a quelle del nord Italia ed alle Marche, secondo quanto stabilito dal Ministero per la Salute.

Ma per comprendere quanto questa medaglia, questo riconoscimento, sia frutto solo di valutazioni esclusivamente dettate dal risparmio a discapito della qualità dell’assistenza, è sufficiente fare un giro, magari di notte in molti ospedali umbri. Si potrà osservare quanti malati sono degenti nei corridoi, dislocati in altri reparti o in attesa per ore al pronto soccorso. Si potrà constatare come l’assistenza ai malati in reparti di 30 letti sia affidata a due infermieri, quando addirittura ad un solo infermiere e ad un OSS (operatore sanitario). Si vedrà come un solo medico a turno, debba effettuare numerosi ricoveri e farsi carico di più reparti o strutture contemporaneamente.

La dissennata politica dei tagli verticali ha infatti portato al ridimensionamento dei posti letto e degli organici di tutto il personale sanitario. Ormai in tutti gli ospedali dell’Umbria gli organici sono ridotti al di sotto del minimo che possa garantire la necessaria sicurezza nelle cure ai pazienti. I risultati sono evidenti e vanno dal drastico peggioramento della qualità dell’assistenza (un infermiere da solo non può prendersi cura in modo soddisfacente di decine di malati), all’allungamento delle liste di attesa (responsabilità pretestuosamente attribuita ai pochi medici rimasti), fino ad arrivare all’aumento esponenziale della insoddisfazione dei cittadini con parallelo incremento dei contenziosi medico-legali.

A fronte di questo, si registra l’attribuzione di ricchi premi di risultato ai dirigenti per aver ridotto la spesa sanitaria, ma con il sacrificio dei malati, sempre meno e sempre peggio assistiti, e degli operatori sanitari, che con passione e senso del dovere, hanno impedito al servizio sanitario regionale di non collassare.

La sanità umbra per molti anni è stata il serbatoio di voti delle precedenti amministrazioni, lo strumento per gratificare i compagni di fede politica a scapito del merito e della qualità. Questo è ampiamente dimostrato dal gravissimo e recente scandalo che, seppure tardivamente, ha interessato la giunta regionale costringendola alle dimissioni.

I miei obiettivi per la sanità

1) L’intento che mi ha spinto a candidarmi, relativamente al problema della sanità umbra, è quello di riportare al centro dell’interesse il malato, migliorando la qualità dell’assistenza con strutture adeguate, con una organizzazione del lavoro che metta il cittadino al primo posto e con operatori sanitari motivati e non più in affanno per la carenza di personale.

2) Tra i miei obiettivi indico il potenziamento dell’ospedale di Spoleto, la città in cui vivo, del quale fino a pochi giorni fa si paventava addirittura la chiusura del punto nascita. L’ospedale di Spoleto per molti anni è stato un fiore all’occhiello della sanità umbra, con professionisti di altissimo livello, che richiamava utenza anche da fuori regione. Con la riconversione degli ospedali di Norcia e Cascia, l’ospedale di Spoleto ha acquisito un ruolo centrale per gli abitanti della Valnerina, che per semplici motivi logistici, non possono recarsi altrove se non a costo di lunghi e pericolosi viaggi. Progressivamente invece, negli ultimi anni, abbiamo assistito al depauperamento dell’ospedale, al suo inesorabile declino. Tutto questo deve terminare, riattribuendo all’ospedale della mia città il giusto ruolo che gli compete e che merita.

3) Vorrei inoltre creare canali di interscambio con l’Azienda Ospedaliera di Terni, dove lavoro come chirurgo. L’ospedale di Terni, sulla carta ad alta specializzazione, nel corso degli ultimi anni è stato spogliato per effetto della volontà degli amministratori regionali precedenti, delle sue peculiarità più significative. Mi riferisco a quanto è stato fatto con la neurochirurgia e la cardiochirurgia e la chirurgia toracica. L’Azienda Ospedaliera di Terni deve tornare ad essere realmente un ospedale ad alta specializzazione, investendoci le risorse necessarie . In questo modo, creando rapporti di collaborazione e scambio, anche i cittadini e l’ospedale di Spoleto ne trarrebbero grandi benefici, essendo l’Azienda Ospedaliera di Terni l’ospedale ad alta specializzazione più vicino." 

Cosi dichiara in una nota Antonio Di Cintio – UMBRIA CIVICA TESEI PRESIDENTE.

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