BORI PDI consiglieri regionali del Partito democratico, Simona Meloni e Tommaso Bori, annunciano la presentazione di una mozione inerente "Dispositivi di protezione individuale e gel disinfettanti, reagenti e test, farmaci e ventilatori polmonari”, chiedendo che la Regione “si attivi con l'Università per promuovere e sostenere la creazione di una filiera regionale di produzione certificata e di qualità, da destinare prioritariamente al fabbisogno umbro e in seconda battuta all'export, con opportunità di riconversione e rilancio aziendale”.

(UNWEB) Perugia,  - "Dispositivi di protezione individuale e gel disinfettanti, reagenti e test, farmaci e ventilatori polmonari: la Regione si attivi con l'Università per promuovere e sostenere la creazione di una filiera regionale di produzione certificata e di qualità, da destinare prioritariamente al fabbisogno umbro e in seconda battuta all'export con opportunità di riconversione e rilancio aziendale”. E’ quanto chiedono alla Giunta i consiglieri regionali del Partito democratico, Simona Meloni e Tommaso Bori, rispettivamente vice-presidente dell’Assemblea legislativa e capogruppo del Pd, i quali annunciano la presentazione di una mozione su questo argomento.

“Tra le criticità emerse con più forza nell’ambito dell’emergenza sanitaria – secondo i due consiglieri dem - spicca quella relativa al difficile reperimento di materiali sanitari necessari alla protezione individuale del personale medico, in primis, oltreché a disposizione degli stessi cittadini che si apprestano ad affrontare la cosiddetta fase 2 della crisi senza disporre, al momento, degli adeguati presidi di sicurezza”.
“Tenuto conto dell’aumento considerevole della domanda di questi prodotti biomedici e, contestualmente, della crisi che ha colpito interi comparti produttivi - ricordano Meloni e Bori - altre regioni hanno già predisposto da settimane misure efficaci di accompagnamento delle aziende lungo il percorso di riconversione produttiva, dando un contributo fondamentale anche a velocizzare le procedure necessarie ad assicurare la conformità tecnica dei dispositivi di protezione individuale attraverso il coinvolgimento diretto di università ed enti di ricerca locali”.

“Chiediamo pertanto, ai rappresentanti della Regione Umbria e, in particolare, all’assessore allo Sviluppo economico - sottolineano i consiglieri del Pd - di seguire i percorsi virtuosi già messi in campo in Puglia, Emilia-Romagna e Piemonte, e, conseguentemente, di attivare quanto prima una collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia che preveda, tra le altre azioni, anche quella di costituire un gruppo di lavoro formato, da docenti e ricercatori che mettano a disposizione le loro competenze e le loro professionalità, al servizio delle istituzioni e delle aziende locali interessate alla riconversione, in grado di fornire indicazioni utili, per poter arrivare rapidamente a collocare sul mercato prodotti sicuri e di qualità, velocizzando anche l’iter burocratico necessario”.

“Facendo leva anche sugli incentivi previsti dal Governo e gestiti da Invitalia nell’ambito dei processi di riconversione per la produzione di mascherine – proseguono - l’Umbria potrebbe rilanciare in breve tempo, grazie alla dinamicità e alla determinazione di tanti imprenditori locali, una filiera diversificata di prodotti di qualità per la produzione di dispositivi di protezione individuale, prodotti biomedici, strumenti sanitari e farmaceutica disponibili prioritariamente per il mercato regionale ma a disposizione anche per quelli nazionali ed esteri. Questo darebbe all’Umbria l'opportunità di affrontare il futuro con maggior fiducia, con le adeguate prerogative di sicurezza dei cittadini e di rilancio economico per le aziende”.

“In questa fase – concludono – è fondamentale avvalersi dell’ausilio delle Università e dei suoi laboratori per la certificazione della conformità tecnica di questi prodotti, al fine di accelerare un iter autorizzativo spesso troppo lungo, specie per i dispositivi destinati al personale sanitario, che rischia di diventare un fattore disincentivante per tante aziende umbre che stanno già pensando alla riconversione della loro produzione”.


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