Tesei120520La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, hanno aperto la seduta d’Aula con le comunicazioni inerenti l’emergenza sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia da Covid19, cui è seguito l’intervento del portavoce delle minoranze, Fabio Paparelli.

 

(UNWEB) Perugia,  La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, hanno aperto la seduta d’Aula con le comunicazioni inerenti l’emergenza sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia da Covid19, cui è seguito l’intervento del portavoce delle minoranze, Fabio Paparelli.

La presidente DONATELLA TESEI ha esposto la sua informativa all’Assemblea partendo da alcuni dati: CON LA FASE 2 LE PERSONE CHE SARANNO AL LAVORO RAGGIUNGERANNO IL 70 PER CENTO DEL TOTALE DEGLI OCCUPATI. Il rientro in attività di bar, ristoranti e servizi alla persona vale il 20 per cento del Pil regionale, ha sottolineato. L’emergenza sanitaria ha determinato anche un dramma economico. OLTRE 65MILA PERSONE SU 90MILA HANNO CHIESTO UN SUSSIDIO ECONOMICO. I dati dell’Agenzia Umbria ricerche, confermati da tutte le altre agenzie, stimano un CROLLO DEL PIL DEL 6,1 PER CENTO ANNUO, anche se ripartisse tutti il 18 maggio. Siamo stretti fra il rischio di ripresa del virus e la morte dell’economia locale. Pur restando ferma la necessità di mantenere l’occupazione delle terapie intensive non superiore al 30 per cento della disponibilità per fronteggiare un’eventuale ripresa della pandemia, il ritorno al lavoro in condizioni di sicurezza può porre rimedio a questo dramma sociale. L’atteggiamento della Giunta, ha sottolineato la presidente, è stato corretto e responsabile. Non abbiamo mai portato avanti polemiche con il Governo, anche se a volte, ha detto, è stato necessario alzare la voce in difesa degli interessi della regione. È stata accolta la richiesta di ridare poteri alle Regioni, ferme restando le competenze del Governo su alcune materie, di poter fare riaperture differenziate su base regionale. Restiamo in attesa dei protocolli Inail nei settori non riaperti, anche se nel commercio al dettaglio le linee guida già c’erano perché alcune categorie merceologiche essenziali sono state riaperte prima, quindi la nostra richiesta di riaprire l’11 maggio poteva essere accolta. Ma l’Umbria non ha fatto nessuna ordinanza, nessun passo in avanti, per tutelare le categorie economiche che riaprendo sarebbero incappate nelle multe, per la non conformità al decreto ministeriale. Ora dobbiamo attivarci con la RIPROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE EUROPEE: 54milioni di euro da spendere entro l’anno e 60milioni per il 2021. Dei 54milioni del 2020, 34 saranno destinati al turismo e 20 al sociale. Per far ripartire le aziende quanto più possibile, destineremo 18,5 milioni di euro, di cui il 50 per cento a fondo perduto e con 24 mesi di pre-ammortamento. Una misura che potrà coprire 100 imprese e altre 1000 con il rifinanziamento della misura programmato per le prossime settimane. La presidente Tesei ha riferito anche sulla ZONA ROSSA DI GIOVE, focolaio epidemico umbro: effettuati 405 tamponi in 15 giorni, poi 900 test sierologici in 5 giorni, con il 20 per cento positivo dopo il riscontro con il tampone, screening di tutta la popolazione in soli 7 giorni. Isolato il focolaio e oggi normalità. Per tamponi, reagenti, test molecolari e sierologici le esigenze della sanità sono state inviate al commissario Arcuri il 23 aprile scorso. SERVONO 20MILA TAMPONI, 20MILA REAGENTI, 20MILA TEST RAPIDI MOLECOLARI E 20MILA TEST RAPIDI SIEROLOGICI. Chiesta anche la possibilità di effettuare acquisti in autonomia con il rimborso da parte del commissario. La risposta del 30 aprile: per i tamponi no, devono essere distribuiti dal governo. Per i molecolari abbiamo ricevuto una risposta interpretabile ma dell’argomento si riparlerà in sede di Conferenza Stato-Regioni. I test sierologici sono 150mila da distribuire in quota parte fra le regioni, a noi circa 3mila. Consentito solo l’acquisto dei reagenti. È chiaro che il monitoraggio deve continuare, soprattutto in vista delle riaperture dei negozi.

L’assessore alla Sanità Luca COLETTO ha illustrato la situazione sanitaria della regione in riferimento a come è stata gestita la prima fase dell’emergenza e alle linee programmatiche da adottare nella fase 2 per la gestione dei servizi sanitari. Ha detto che le misure adottate sono state determinanti per l’abbattimento della curva epidemica, è stata garantita la sicurezza di pazienti e operatori. Come chiesto dal Ministero, sono state sospese le operazioni programmate ad esclusione di quelle urgenti. Ora stiamo organizzando la progressiva RIPRESA DELLE ATTIVITÀ DOPO LA SOSPENSIONE, CON UNA INGENTE TRASFORMAZIONE DEI PROCESSI DI EROGAZIONE DELLE PRESTAZIONI SANITARIE, SIA NEGLI OSPEDALI CHE SUL TERRITORIO. Per la fase 2 è il Dpcm datato 26 aprile che individua le misure per svolgere le attività contenendo il rischio di ripresa dei contagi con misure adeguate e omogenee in tutte le strutture sanitarie, gestendo il monitoraggio sull’andamento epidemiologico per classificare il livello di rischio e modulare l’eventuale risposta. Dobbiamo riaprire le attività sanitarie gestendole in sicurezza, anche individuando i contatti stretti con casi di persone positive in isolamento, con una sorveglianza attiva e quotidiana, segnalando alla fine di ogni giorno alle Usca i nominativi dei pazienti positivi. Va rafforzato il sistema di biosorveglianza sotto la regia dei dipartimenti di sanità pubblica. Ogni azienda territoriale avrà la sua unità di sorveglianza e a disposizione per i positivi al virus da mettere in isolamento ci saranno i covid hotel dedicati. I servizi di epidemiologia si occuperanno del monitoraggio del livello di rischio. LA PRIORITÀ DELLA FASE 2 CONSISTERÀ INNANZITUTTO NELLA CAPACITÀ DI MONITORAGGIO E ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO, proteggendo la popolazione e specialmente le persone più vulnerabili, per mantenere quantomeno stabile il numero dei casi di infezione, ovvero trattare un aumento limitato di casi che possa essere indagato e contenuto. Nel dettaglio: per le VACCINAZIONI, che la nostra regione diversamente da altre non ha sospeso, l’obiettivo è rimodulare le prestazioni, oltre al rispetto di tutte le norme di sicurezza in vigore, garantendo il mantenimento delle stesse e i richiami. Le sedute saranno effettuate solo su invito scritto con data e orari che non coincidano con le altre attività. Per lo SCREENING ONCOLOGICO, la chiamata per gli interventi che individuano lesioni neoplastiche è fra le attività da riprendere tempestivamente, saranno riprogettate le sedute saltate a marzo e aprile. Gli ambulatori svolgeranno attività 7 giorni su 7 con orari dalle 8 alle 20, per recuperare le attività sospese in maniera graduale e progressiva. Dopo un mese si procederà a una valutazione della fase di ripresa e dell’evoluzione dell’emergenza. Parteciperanno al processo anche le STRUTTURE PRIVATE, previa la realizzazione di tutte le misure di sicurezza, di distanziamento con percorsi separati per pazienti covid e non covid. Per le patologie croniche e le malattie a rischio riacutizzazione sarà garantita la continuità terapeutica, così come garantite sono chemioterapia e radioterapia. Per i primi accessi SI EVITERÀ L’ACCESSO ALLE STRUTTURE E AI CUP, si ricorrerà al TELEFONO e alle PRENOTAZIONI ONLINE. La prenotazione sarà a carico del medico specialista, senza rinvio del cittadino al proprio medico. I TICKET si pagheranno online. Le STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI sono aperte come anche nel lockdown. Anche in Rsa e hospice vale la separazione dei percorsi dei pazienti, l’uso dei dispositivi di sicurezza, del distanziamento e il controllo della temperatura. Non sarà consentito l’accesso a persone con sintomi respiratori. Entro queste disposizioni, sarà possibile dare assistenza da parte di un solo familiare o caregiver, previa triage. Identiche misure per la visita di un solo genitore nelle strutture che ospitano minori. Previsto per loro anche supporto psicologico. Per anziani e disabili fisici e psichici le attività saranno gradualmente riattivate ma limitando la presenza contemporanea di più persone. Per quanto riguarda la CHIRURGIA è stata chiesta alle Asl la rilevazione dei ricoveri per poter riprogrammare le attività interrotte, prioritariamente gli interventi oncologici, quelli non procrastinabili, e i non oncologici di classe A e B, che sono da rivalutare. Gli ospedali garantiranno gli interventi non procrastinabili che non possono essere effettuati in strutture private per la loro complessità o perché necessitano di terapia intensiva. Per i PERCORSI NASCITA e post partum saranno privilegiate le consulenze da remoto, mentre gli accessi saranno regolati con spazi dedicati, un solo accompagnatore se la donna è asintomatica, il partner assisterà al parto previa test molecolare. Dopo il parto dimissione precoce e protetta per madre e bambino, assistenza a distanza”.

Fabio PAPARELLI (Pd-Portavoce opposizione): “Oggi è la Giornata mondiale degli infermieri a cui, a nome della minoranza, ma credo anche di tutta l’Aula vorrei esprimere un sentito ringraziamento. Mi auguro che in quest’Aula si possa RIPRENDERE UN’ATTIVITÀ NORMALE ED ORDINARIA CON LA DISCUSSIONE DI ATTI DI INDIRIZZO, PROPOSTE DI LEGGE, MAGARI PARTENDO DA QUELLI LEGATI AI TEMI DELL’EMERGENZA E AGLI ATTI DI SINDACATO ISPETTIVO. Continuiamo a sentir parlare di ‘Modello Umbria’ di cui purtroppo non intravediamo neppure una bozza, né per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, né per quella economica e neanche soprattutto per quanto concerne la democrazia e la trasparenza vista la difficoltà per quanto riguarda l’accesso agli atti. Ci sono oltre 20 interrogazioni che da gennaio non hanno ricevuto risposta, in piena violazione dello Statuto. Tra l’altro abbiamo ricevuto una lettera giuridicamente orripilante dal direttore Dario che fa sapere di non poter dare seguito ad atti di sindacato dei consiglieri o di accesso agli atti perché, di fatto, non ha tempo per rispondere. E questo, almeno, fino a quando la condizione sarà quella di oggi. Il Presidente di quest’Aula deve garantire le funzioni di controllo della minoranza. C’è un punto politico che non consente all’Umbria, seppure in presenza di numeri adeguati, di poter rappresentare un modello: spesso, IN QUESTE SETTIMANE L’AUTONOMIA POLITICA E TERRITORIALE È STATA SUBORDINATA ALL’ESIGENZA DI UNA POLEMICA QUOTIDIANA CON IL GOVERNO NAZIONALE, che oggi tuttavia la presidente Tesei ha voluto smorzare e di questo ne prendiamo atto. Noi rivendichiamo comunque tutta l’autonomia politica e territoriale sia per quanto riguarda la gestione del modello emergenziale in tema di sanità che di economia. Quest’Aula è ad oggi è stata esautorata dalla possibilità di discutere. Sul piano istituzionale è venuto il momento di voltare pagina. Ad oggi non è stato utilizzato nessuno spazio normativo, anche quello che era consentito, disponibile, a partire dal tema degli anticipi. Che non sia un modello Umbria lo testimonia non solo la gestione dell’emergenza sanitaria nonostante i bassi contagi: manca una netta separazione negli ospedali misti tra i percorsi per la gestione ordinaria e quella per la gestione dell’emergenza Covid, e c’è confusione tra ospedale covid e covid free. All’interno dei reparti misti manca ancora una netta separazione dei percorsi dettata da protocolli e procedure che l’Assessore dovrebbe emanare immediatamente. Quanto sta ancora accadendo all’ospedale di Terni è eclatante. Riteniamo necessario investire risorse per mettere le strutture sanitarie pubbliche in condizione di poter affrontare eventuali, ulteriori fasi emergenziali non svilendo la sanità pubblica, non facendo diventare gli ospedali umbri ‘covid’ lasciando spazio surrettiziamente alla sanità privata che va vista in un’ottica di sussidiarietà. L’emergenza sanitaria in alcuni territori non è purtroppo terminata. Il presidio di Orvieto ed altre situazioni non sono ancora pienamente sotto controllo. Servono modelli organizzativi che tengano conto delle nostre peculiarità. L’ospedale di Terni che dà il 70 per cento del fatturato extra regionale non è stato messo in grado di poter esercitare appieno tutta la sua competitività. Per questo rilancio la proposta di dare seguito a quanto previsto nel piano sanitario preadottato circa la costituzione di un polo unico dell’Azienda ospedaliera di Terni con gli ospedali di Narni e Amelia. In questo modo si potrà avere, anche in futuro, un polo nell’Umbria del sud per affrontare eventuali emergenze. Se si ha intenzione di fare indagine epidemiologica con prescrizione medica per i test sierologici all’interno di istituti privati, dovranno essere, almeno per le persone ed imprese in difficoltà, a carico del sistema sanitario regionale. In tema di ECONOMIA ABBIAMO LE RISORSE, SIA UMANE CHE FINANZIARIE PER METTERE IN CAMPO E DISCUTERE IN QUEST’AULA UN PIANO STRUTTURALE BIENNALE PER LA RIPRESA ECONOMICA che tenga conto sia di quello che bisogna fare nell’ambito di un’emergenza sanitaria e dall’altro il mettere in sicurezza, almeno in parte, le 70mila imprese umbre. Manca un fondo regionale di sostegno, come altre Regioni hanno previsto, per affitti delle famiglie più povere o per piccole imprese in difficoltà. Bisogna fare di più sulle tasse locali. In merito al turismo va portato in discussione Aula il Masterplan triennale che è il piano di azioni per il quale è stato fatto un affidamento con gara pubblica. Non è un caso che Il Sole 24 Ore ci abbia classificato all’ultimo posto tra le Regioni per aver previsto un solo milione dal bilancio regionale per l’emergenza. Ci aspettavamo una variazione del bilancio regionale accompagnata da un piano strutturale, economico, sanitario per capire quello che si vuole fare nei prossimi mesi. Non si può continuare a dire di attendere i provvedimenti del Governo. Sono insufficienti le risorse previste per gli anticipi della cassa integrazione, come non è stata prevista alcuna risorsa aggiuntiva per i bonus alimentari. Mi auguro che non scompaiano parte dei 9,8 milioni di euro dedicati all’area di crisi complessa per la riqualificazione industriale del comparto Terni, Narni, Amelia dove spero, a breve si possano riprendere gli investimenti. Dal 18 maggio non ci saranno più alibi rispetto alle aperture, ma in questi giorni bisogna discutere, rispetto al come si riapre, le proposte provenienti dalle organizzazioni sindacali. Auspico infine che i 200milioni che l’Europa ci ha liberato grazie alla concessione della totale flessibilità nell’utilizzo residuo delle risorse comunitarie che possono consentire a questa Regione di fare dare vita ad un vero piano strutturale che affronti i nodi dell’emergenza sanitaria ed economica e dia risposte ai lavoratori, alle imprese e alle famiglie”.


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