bori Il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, chiede di fare un passo in avanti in materia di cybersecurity, in una fase in cui la maggior parte delle aziende e degli enti ha adottato il telelavoro e i cittadini hanno intensificato i contatti con la Rete e l'utilizzo dei social. Per Bori occorre “accelerare nella costituzione e nel funzionamento del Centro di eccellenza regionale sulla cyber knowledge, previsto dal protocollo tra Regione, Umbria Digitale e Università”.

(UNWEB) Perugia, – “La Regione deve fare un passo in avanti in materia di cybersecurity: in una fase in cui la maggior parte delle aziende e degli enti ha adottato il telelavoro e i social e la rete sono stati l’unico modo di svago e di contatto per le persone costrette a casa, siamo tutti esposti a maggiori rischi legati a truffe e a cybercrimini”: così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, che annuncia uno specifico atto sul tema, relativo alle aziende e alle pubbliche amministrazioni.

“La rete è portatrice di opportunità e sfide – afferma Bori – perché mette in relazione gli estremi del mondo. Questo porta vantaggi nelle comunicazioni e indubbiamente, quindi, anche a livello economico, promuovendo quelle realtà in grado di adeguarsi ai tempi. Per questo è opportuno orientare non solo il sistema produttivo, ma anche quello sociale, al digitale. La Regione deve promuovere la ‘cultura digitale’ tra i cittadini di tutte le età, soprattutto andando a colmare quelle ‘skill gap’ che troppo spesso dividono genitori e figli, docenti e alunni. Solo facendo così si potrà ridurre l’esposizione alle truffe e ai crimini online dei più giovani o dei più anziani”.

Bori ricorda anche che le aziende e le pubbliche amministrazioni sono esposte sul fronte della cyber security, per questo “occorre accelerare nella costituzione e nel funzionamento del Centro di eccellenza regionale sulla cyber knowledge, previsto dal protocollo tra Regione, Umbria Digitale e Università, attivando così anche tutte le azioni relative alla formazione e alla prevenzione. Il periodo di lockdown e smart working ha aumentato infatti l’esposizione delle aziende e delle Pubbliche amministrazioni. L’esempio è quello dei due malware diffusi via mail attraverso campagne massive di spam, che colpiscono privati ma anche aziende e pubbliche amministrazioni. Un quadro – prosegue Bori - che evidenzia come la principale criticità di tutte le aziende sia la scarsa igiene cibernetica. Attacchi come questi sono in grado infatti di creare numerose problematiche alle aziende, la cui produttività e sopravvivenza è già stata messa in crisi dalla congestione economica causata dall’emergenza. Poche, purtroppo, le organizzazioni concretamente preparate ad affrontare il cambiamento radicale del perimetro di difesa. Ecco dunque che si fa urgente la verifica del protocollo d’intesa tra Regione, Umbria Digitale e Università degli Studi di Perugia”.


 AVIS

80x190