BoriIl capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, invita i colleghi consiglieri regionali “a riprendere l’iter del provvedimento e approvare l’equo compenso in Assemblea legislativa”. Per Bori sarebbe “una scelta per tutelare i lavori autonomi e liberi professionisti”.

 

(UNWEB) Perugia,   “L'adozione dell'equo compenso è una scelta per tutelare i lavori autonomi e liberi professionisti. Con un atto che recepisca questi principi e il divieto di clausole vessatorie, a partire dai contratti della pubblica amministrazione, si possono cambiare le cose”. È quanto dichiara il capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, Tommaso Bori. 

“Oltre la metà delle regioni italiane - ricorda Bori - ha già fatto proprio questo principio che permette, in virtù della legge nazionale, di garantire a tutti i lavoratori autonomi destinatari della normativa, il diritto di essere pagati con una parcella proporzionata e conforme alla legge, che preveda un compenso minimo equo ed adeguato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. Invito dunque le forze politiche presenti nell’Assemblea Legislativa e  i colleghi consiglieri a riprendere insieme il cammino verso l’approvazione di questo provvedimento, il cui iter era già stato avviato nella scorsa legislatura e prematuramente interrotto”. 

“Come è noto - conclude Bori - la crisi economica, causa principale delle tante difficoltà vissute, negli anni, dal mondo delle professioni, si sta riacutizzando, a seguito dell’emergenza sanitaria in corso. E ciò rende ancora più necessario intervenire con urgenza al fine di tutelare al più presto il lavoro autonomo ed i tanti professionisti della nostra regione, promuovendo una norma che riporta al centro il valore delle loro prestazioni, a tutela del loro futuro e a garanzia della qualità complessiva del sistema pubblico e privato”.


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