109835723 2753106678259686 7192787996824541691 nLa consigliera Donatella Porzi (Pd) annuncia la presentazione di una proposta di legge finalizzata all’istituzione di “un parco archeologico - paesaggistico diffuso, uno strumento per far ripartire la nostra economia attraverso un turismo che protegga l’ambiente e valorizzi il territorio”. 

 

(UNWEB) Perugia, 18 luglio 2020 – “L’istituzione di un Parco archeologico – paesaggistico della Regione, diffuso e organizzato, può essere uno straordinario strumento per far ripartire la nostra economia attraverso un turismo che protegga l’ambiente e valorizzi il territorio: questo il tema del disegno di legge che ho presentato e sul quale lavoro da diversi anni grazie ad un’idea e alla proficua collaborazione con la professoressa Emanuela Biagetti”. Così la consigliera regionale del Partito democratico, Donatella Porzi, che annuncia la presentazione di una legge per l’istituzione del Parco che per le sue finalità può raggiungere molteplici obiettivi “un baluardo  da preservare, con conseguenze positive per il turismo, l’economia e l’ambiente non solo in una fase post Covid”.

“Il turismo – spiega Porzi – soprattutto in questa fase di ripresa post emergenza, è un fenomeno di prossimità, legato alla scoperta degli itinerari nascosti e dei piccoli borghi meno frequentati. Un turismo che si è sviluppato come ‘minore’ e che può e deve affermarsi come strumento di valorizzazione del nostro territorio ricco di bellezza, storia e cultura. Il visitatore rimane affascinato dall’atmosfera, dai contatti umani oltre alle peculiarità che si possono trovare come siti archeologici, piccoli musei, palazzi, vie e piazzette. Tante anche le attività che possono essere svolte mettendo in rete i tanti  operatori culturali della nostra regione”.

 “Questo tipo di turismo – prosegue Porzi – può essere sviluppato e sostenuto da una adeguata organizzazione dei siti archeologici, sempre vicini ai piccoli borghi. In Umbria esistono nove zone di interesse archeologico, 122 aree sottoposte a vincolo, 72 aree e beni archeologici di proprietà dello Stato vincolati e non, 3mila siti archeologici puntiformi noti ed indiziati non sottoposti a tutela, otto perimetrazioni di comprensori geografici interessati dal fenomeno della centurazione, tracciati relativi alla viabilità antica principale (Via Flaminia, Via Amerina, Via Orvietana, Via della Spina, Via Centrale Umbra); Aree relative al sistema di sfruttamento silvo-pastorale antico (tratture, pascoli, insediamenti d'altura fortificati); Regioni augustee, colonia latina e municipi romani. Si tratta di un patrimonio ricchissimo, ma anche il paesaggio umbro è del tutto originale: colline punteggiate di antichi borghi, il paesaggio agrario delle viti e degli ulivi, delle piantagioni di tabacco, dei campi ravvivati dai girasoli. Sembra naturale pensare che i reperti e il paesaggio siano interconnessi e che non possano essere considerati separatamente e soprattutto riletti nel presente.”

“Una ricchezza inestimabile dunque – continua Donatella Porzi – da valorizzare e non dissipare. E’ per questo che è necessario che la Regione, senza badare troppo alla paternità dei progetti, prosegua il lavoro avviato con il convegno del 19 novembre 2018 (http://consiglio.regione.umbria.it/informazione/notizie-acs/cultura-una-...), quando tracciammo la fotografia dei parchi archeologici dell’Umbria e gettammo le basi per il progetto del Parco diffuso. Un progetto che incontrò numerosissime lettere di adesione, da parte dei Comuni, negli anni 2010/2011 quando il confronto venne avviato anche con il ministero dei Beni culturali e che deve riprendere, tanto più in questa fase”.


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