Logo PD UmbriaIl gruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni interviene in merito al disegno di legge Zan sull’omotransfobia, “una legge di civiltà che mancava al nostro Paese”. Per i consiglieri Bori, Bettarelli, Meloni, Paparelli e Porzi “l’atteggiamento della destra umbra è l’ennesima ferita per l’Umbria democratica e civile, quella della ‘Marcia della pace’ di Capitini, della tolleranza e della solidarietà”.

(UNWEB) Perugia, Invece di occuparsi di Umbria, di come creare rilancio e posti di lavoro, di come sfruttare le opportunità dell’Europa o di come rilanciare il sistema sanitario che ci ha protetto dal Covid, il centrodestra umbro a trazione leghista passa le sue giornata a bombardare il Parlamento prendendosela con il Ddl Zan, contro l’omotransfobia, una legge di civiltà che mancava al nostro Paese”. Così il gruppo del Partito democratico, che prosegue: “Non esistono leggi liberticide o prerogative violate, esiste soltanto una legge necessaria, che protegge le persone della comunità LGBT+, mettendoci finalmente in linea con gli altri paesi europei”.

“L’obiettivo della legge – spiegano i consiglieri Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Simona Meloni, Fabio Paparelli e Donatella Porzi – è quello, attraverso 9 articoli che hanno accolto anche le proposte del centrodestra, di introdurre l’orientamento e il genere sessuale negli articoli del codice penale che punivano già la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione. Ma si vuole anche andare ad estendere la legge Mancino (che già prevede il carcere per chi incita a commettere violenza o provocazione alla violenza per motivi etnici, nazionali o religiosi) aggiungendo motivi legati a sesso, genere, orientamento sessuale o identità di genere. Ovviamente sono consentite le libere espressioni di convincimenti od opinioni, nonché condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà di scelta”.

“L’atteggiamento della destra umbra – proseguono Bori, Bettarelli, Meloni, Paparelli e Porzi – è l’ennesima ferita per l’Umbria democratica e civile, quella della ‘Marcia della pace’ di Capitini, della tolleranza e della solidarietà. Una ferita che fa il paio con quella inferta della presidente Tesei sull’interruzione volontaria di gravidanza. L’appello, accorato che lanciamo alla maggioranza è quello di fermarsi, perché il rischio è di tornare alle porte del Medioevo, a combattere per dover affermare i propri diritti”.


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