FORAIl consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico) si dice soddisfatto perché “finalmente la Regione ha approvato gli indirizzi applicativi per la telmedicina (https://tinyurl.com/regione-umbria-telemedicina (link is external))”. Fora ricorda che “l’Esecutivo si è mosso dopo quasi un mese dalla lettera con cui, lo scorso 11 novembre, sollecitavo l’assessore Coletto a provvedere in merito”.

(UNWEB) Perugia, “Dopo quasi un mese dalla mia lettera dello scorso 11 novembre, di sollecitazione all’assessore Coletto a provvedere in merito, la Giunta regionale, finalmente ha approvato gli ‘Indirizzi alle aziende del sistema sanitario dell’Umbria, per l’erogazione del servizio di tele visita in ambito di specialistica ambulatoriale”. È quanto dichiara il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria).

“Inoltre – prosegue Fora – l’Esecutivo ha anche costituito un gruppo di lavoro ‘Telemedicina’, volto a definire strumenti di supporto dell’erogazione della Televisita che rispettino la normativa su sicurezza e privacy. Dal 1 gennaio 2021 le Aziende sanitarie regionali potranno erogare, nel pieno rispetto delle procedure amministrative, le specialità assistenziali ad oggi erogate con la modalità tradizionale attraverso la Televisita. Un fatto molto positivo per la sicurezza dei cittadini e degli operatori sanitari. Si riduce l’esposizione del personale sanitario e dei pazienti al rischio di infezioni, si evitano il più possibile gli spostamenti in situazioni di emergenza sanitaria, si favorisce uno scambio di informazioni in tempo reale tra i medici, anche relativamente al monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti per la somministrazione di terapie adeguate”.

“Con questa delibera – spiega Andrea Fora - finalmente si potrà far uscire dalla semiclandestinità i servizi di telemedicina, ora basati sulla buona volontà e il buon senso dei sanitari, delle Usl e delle Aziende ospedaliere, che hanno preferito attivare tali servizi in maniera ufficiosa sull’onda della sperimentazione e dell’emergenza Covid19 pur di ridurre gli accessi nelle strutture garantendo comunque il diritto alla cura dei cittadini. In questa occasione – conclude - è proprio adatto l’adagio: meglio tardi che mai”.


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