131670115 2888653911371628 4124125231826088102 n(UNWEB) L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso oggi, nella seduta di Question time, l’interrogazione a risposta immediata con cui Fabio Paparelli, Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Simona Meloni e Donatella Porzi (Pd) chiedevano delucidazioni sulla “prima fase del piano di somministrazione del vaccino per il Covid 19”. Nell’atto ispettivo si domanda “se la Regione Umbria ha redatto il piano ed in quale data ha provveduto ad inviarlo, in ottemperanza di quanto disposto dalla presidenza del Consiglio dei ministri e quali sono i presidi di somministrazione individuati, sia ospedalieri che residenziali per anziani”.


Illustrando l’atto in Aula, Fabio Paparelli ha rilevato che “alcuni vaccini potrebbero essere già disponibili per la popolazione umbra a partire dai primi mesi del 2021 e l’auspicio è che entro l’estate tutti gli umbri possano essere stati vaccinati.

La scelta del Governo italiano si rivolgerà preliminarmente alla messa in sicurezza della salute degli operatori sanitari e dei presidi residenziali per gli anziani, come avviene nel resto d’Europa. Le direttive della presidenza del Consiglio dei ministri e del commissario Arcuri, prevedono la necessità di somministrare il vaccino direttamente nelle strutture ospedaliere e, attraverso unità mobili appositamente allestite nei presidi residenziali per anziani. La consegna di questo vaccino, al fine di garantirne l’integrità, sarà effettuata direttamente dal fornitore ad ogni punto di somministrazione individuato. È a carico, invece, del Governo nazionale e di quelli regionali assicurare il rispetto delle stringenti indicazioni per la conservazione e le modalità di somministrazione, in considerazione del fatto che la conservazione stessa deve avvenire in celle frigorifere con specifiche caratteristiche che permettono temperature fino a -75 gradi, ed il relativo volume di spazio disponibile e che il vaccino venga utilizzato al massimo entro 6 ore”.

“Il Commissario Arcuri – sottolineano - ha chiesto alle Regioni di comunicare entro venerdì 23 novembre ‘per ogni provincia,’ il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri all'interno dei quali si ritiene utile che il vaccino venga consegnato e somministrato. Per ogni presidio ospedaliero individuato occorre indicare ‘il numero del personale operante all’interno nonché il numero di personale sanitario e sociosanitario operante nel territorio che potrà raggiungere il presidio ospedaliero in non più di 30-60 minuti’. Va, inoltre, indicata ‘per ogni provincia, il numero e la denominazione dei diversi presidi residenziali per anziani’ (ovvero residenze per anziani autosufficienti, residenze sociosanitarie per anziani e RSA esistenti). Per ogni presidio residenziale per anziani, così individuato, si doveva indicare ‘il numero di personale e ospiti presenti al suo interno, nonché la possibilità che lo stesso sia raggiunto tramite unità mobili in non più di 30-60 minuti da uno dei presidi ospedalieri più vicini, del quale si deve fornire la denominazione’”.

L’assessore Luca Coletto ha risposto che “i quattro hub dove verranno raccolti vaccini sono gli ospedali di Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello, dove ci sono già i frigoriferi per conservare i vaccini. La prima consegna prevede 16mila vaccini e avverrà nella prima metà di gennaio. Si provvederà alle vaccinazioni negli ospedali e indicati e direttamente nelle Rsa con team itineranti che potranno anche andare a domicilio per i disabili. È in corso una gara per acquisire altri frigoriferi (che dovrebbero arrivare nei primi giorni di gennaio) per poter correttamente conservare i vaccini. Il piano è stato già consegnato alla presidenza del consiglio e sono in corso consultazioni con il commissario Arcuri per concordare l’iter più corretto per poter vaccinare anche il resto della popolazione”.

Tommaso Bori ha replicato che “la vaccinazione sarà la prima urgenza dei prossimi mesi. I vaccini non si effettuano da soli e manca il personale per poterli effettuare, dobbiamo garantire le normali vaccinazioni ed in aggiunta quello per il Covid. C’è poi il problema dell’organizzazione: come e dove verranno effettuati i vaccini e a partire da quali categorie? Bisogna partire non dagli studenti ma dagli operatori sanitari, dai lavori essenziali e dai pazienti fragili (come anziani e pazienti con patologie). Non siamo soddisfatti, chiediamo un cambio di marcia”.


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