Bori 9Il capogruppo del Pd, Tommaso Bori, annuncia di aver scritto al presidente dell’Assemblea legislativa, Marco Squarta, sulla sua “proposta di legge sull’equo compenso, depositata il 3 settembre 2020”. Per Bori ci sono state “troppe lungaggini” e per questo chiede che l’atto “venga iscritto subito all’ordine del giorno della prossima seduta di Palazzo Cesaroni, essendo scaduto il termine che, dal regolamento, viene assegnato per l’esame delle proposte presentate”.

 

(UNWEB) Perugia,  – “Troppe lungaggini: la proposta di legge sull’equo compenso, depositata il 3 settembre 2020, venga iscritta subito all’ordine del giorno della prossima seduta dell’Assemblea legislativa, essendo scaduto il termine che, dal regolamento, viene assegnato per l’esame delle proposte presentate”. È quanto dichiara il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, che ha sollecitato attraverso una lettera, il presidente dell’Assemblea legislativa, Marco Squarta, richiedendo “l’applicazione dell’articolo 31 del regolamento interno di Palazzo Cesaroni”.

“È fondamentale – spiega Bori - che tutti i livelli istituzionali siano sensibili al raggiungimento dell’equo compenso per le attività professionali, garantendo una retribuzione proporzionata alla quantità, alla qualità, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione resa. La proposta di legge che ho presentato prevede che l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa e la Giunta regionale adottino atti di indirizzo per garantire l’equo compenso, rivolti agli uffici di Palazzo Cesaroni, alla Giunta regionale e agli Enti e alle Agenzie e alle Società partecipate della Regione. Gli atti dovranno riguardare i compensi professionali, da determinare sulla base dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali adottati per le specifiche professioni oppure in modo proporzionato alla quantità, alla qualità e al contenuto delle caratteristiche delle prestazioni tenendo conto, ove possibile, di omologhe attività svolte da altre categorie professionali”.

“I parametri – continua Bori - dovranno essere utilizzati per le gare e nei contratti di incarico professionale non dovranno poi essere incluse clausole vessatorie, come identificate dalla normativa. Dalla Giunta dovrà arrivare anche una relazione annuale per riassumere il resoconto dell’attività di monitoraggio, effettuata mediante la raccolta e l’analisi di dati acquisiti dai diversi soggetti interessati. Una norma di civiltà, dunque – conclude – che non merita lungaggini o continui rimandi di alcun tipo”.


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