149075210 2928953060675046 2511751302596377440 oL’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato all’unanimità la proposta di risoluzione sull’emergenza epidemiologica presentata da Marco Squarta e Eleonora Pace (FdI) e ha respinto le due proposte di risoluzione presentate dalla minoranza (Pd, M5s, Patto Civico e Misto) sulla gestione dell’emergenza e su ristori e bonus per le famiglie.

 

(UNWEB) Perugia, – Dopo la relazione della presidente della Giunta, Donatella Tesei, e quella del portavoce delle minoranze, Fabio Paparelli, l’Aula di Palazzo Cesaroni ha affrontato la discussione di tre Proposte di Risoluzione sull’emergenza sanitaria in corso: la prima, presentata da Eleonora Pace e Marco Squarta (FdI), è stata approvata all’unanimità, le altre due, presentate dalla minoranza (PD, M5S, PATTO CIVICO e MISTO), sono state votate favorevolmente solo dai proponenti, mentre la maggioranza ha espresso voto contrario (8 sì e 11 no). 

I consiglieri di minoranza hanno sottolineato che nella Risoluzione di FdI erano compresi temi già sollevati da mesi dalla stessa minoranza, che pertanto ha espresso voto favorevole, mentre le altre due sono state bocciate nonostante contenessero proposte da loro ritenute condivisibili per dare una soluzione all’emergenza sanitaria e richieste di ristori per le attività economiche e bonus per le famiglie. 

RISOLUZIONE 1: “ULTERIORI MISURE CONSEGUENTI ALL’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID 19” (Squarta e Pace-FDI)

ELEONORA PACE (Fratelli d’Italia): “Per una buona amministrazione della cosa pubblica servono coraggio di agire, ascolto e spirito critico. Sappiamo bene che questa maggioranza deve essere all’altezza dell’ampio mandato conferitoci dagli umbri. Siamo in una situazione straordinaria, che richiede strumenti straordinari. La sanità vive una emergenza che rappresenta una priorità assoluta. Siamo stati chiamati a riformare questo settore, prima gestito in modo inadeguato. Siamo stati chiamati a ricostruire. E per questo abbiamo presentato questa mozione, che contiene una serie di proposte scaturite dall’ascolto e dalle audizioni, dalle visite negli ospedali e dal confronto con le associazioni di volontariato. Il cambio di passo da passo della Giunta è necessario e l’inerzia è un lusso che possiamo permetterci. Il nostro senso di responsabilità non è in discussione così come la nostra libertà da ogni condizionamento. I termini del patto con gli elettori non cambiano, ma devono esserci ruoli e responsabilità diversi.  

Sottoponiamo quindi alla Presidente, agli alleati e all’Aula una serie di priorità: avviare urgentemente una CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE PER INFORMARE I CITTADINI CIRCA LE PROCEDURE PREVISTE PER LA VACCINAZIONE, che riguardi tempi e modalità di prenotazione, luoghi di somministrazione e figure cui rivolgersi; reclamare presso il Governo un ulteriore INCREMENTO DELLE DOSI DI VACCINO stante la maggiore emergenza rispetto ad altre regioni; procedere alla somministrazione del vaccino in via prioritaria a farmacisti, medici liberi professionisti, odontoiatri e loro assistenti, medici veterinari; verificare la possibilità di ACQUISIRE I VACCINI SPUTNIK E SINOVAC (in corso di validazione); individuare, alla luce delle nuove mutazioni del virus, nuove e più efficaci regole comuni per gli ospedali in merito agli eccessi alle strutture e ai protocolli di sicurezza; dare mandato ai direttori generali, appena possibile, di procedere alla RIORGANIZZAZIONE DELLE PRESTAZIONI SOSPESE, anche decentrando negli ospedali territoriali le attività di medio-bassa specialità; procedere all’IMMEDIATA ASSUNZIONE DI PERSONALE MEDICO, INFERMIERISTICO E TECNICO-SANITARIO da indirizzare sia agli ospedali che ai dipartimenti di prevenzione; liquidare il BONUS-COVID agli specializzandi impegnati nelle strutture ospedaliere regionali; chiedere al governo RISTORI IMMEDIATI e efficaci per sostenere le attività economiche, comprese quelle non direttamente coinvolte dalle chiusure; stanziare ulteriori risorse per rifinanziare misure autonome regionali di ristoro e attuarne di nuove per privati e famiglie costretti a cambiare stili di vita a causa del lockdown e della chiusura delle scuole, prevedendo da subito BONUS BABY SITTER o similari”.

RISOLUZIONE 2: “PROPOSTE SALVA UMBRIA SU EMERGENZA COVID” (PD, M5S, PATTO CIVICO, MISTO)

Illustrando la risoluzione a firma di tutti i capigruppo della minoranza, Tommaso BORI (Pd) ha detto che “serve INVERTIRE LA ROTTA ALTRIMENTI SAREMO GLI UNTORI D’ITALIA. PER VOLTARE PAGINA VANNO RICONOSCIUTI GLI ERRORI, SMETTERE CON LO SCARICABARILE E CAMBIARE PASSO DI MARCIA. La prima ondata è andata bene nonostante voi, la seconda e la terza sono andate male a causa vostra. La minoranza è stata propositiva fin dall’inizio ma le NOSTRE PROPOSTE SONO STATE SEMPRE INASCOLTATE.  La settimana scorsa la Lega diceva che andava tutto bene e l’Umbria si distingueva in Italia. Purtroppo ci siamo distinti in peggio perché siamo l’unica regione in rosso rinforzato, su uno sfondo giallo. La presidente oggi non ha fatto una briciola di autocritica. Ma come siete riusciti a portare una regione senza sbocchi sul mare e mal collegata ad essere il centro della diffusione di due varianti sovrapposte a una seconda ondata mai superata e una terza montante? Noi RISCHIAMO DI ESSERE IL CENTRO DELLA DIFFUSIONE DELLE VARIANTI. I dati che riusciamo a registrare non corrispondono al numero dei positivi. C’è un sommerso che noi non riusciamo a individuare. Questi dati che hanno portato a saturazione le strutture testimoniano un sommerso enorme. LA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA È MOLTO PREOCCUPANTE. Basta con lo scaricabarile: siete chiamati ad agire e governare non a scaricare la responsabilità su qualcun altro. Aver portato l’Umbria in zona rossa con la chiusura delle scuole crea un’emergenza educativa di cui ci dobbiamo far carico. Ma anche un’emergenza familiare perché c’è chi non sa a chi lasciare i figli. Tornando ai temi sanitari, noi ancora oggi siamo qui in maniera costruttiva a fare delle proposte. AVETE BUTTATO VIA LA TREGUA ESTIVA, vi siete vantati e avete sottovalutato la seconda ondata. Non avete riorganizzato i servizi, non avete separato strutture covid e non, non avete separato i percorsi interni alle strutture per evitare i focolai. E oggi abbiamo decine di focolai nelle nostre strutture sanitarie. Vi siete dimenticati di potenziare il tracciamento. Ora una persona positiva viene contattata 10 giorni dopo, non ci sono gli isolamenti, non c’è il tracciamento dei contatti. Tutto saltato, non avete potenziato nulla. Servono ASSUNZIONI: in Toscana ne hanno fatte 2900, in Emilia 5mila, in Umbria 19 e forse oggi arriviamo a 24. Ma ci sono stati tanti pensionamenti. Il rafforzamento di medici, infermieri e oss è necessario per poter dare forza alle nostre strutture. Gli operatori sono allo stremo. Serve accelerare sulle assunzioni. Così come serve velocizzare il PIANO VACCINALE. Ancora dobbiamo finire la fase 1 sulle 4 previste: la prima riguarda 30mila persone, la quarta 600mila. Non è questione di dosi ma di organizzazione. Serve potenziare i team vaccinali. Vanno bene tutti i vaccini autorizzati. Rischiamo di pagare un BILANCIO DI SALUTE enorme. Avete bloccato tutte le nostre strutture sanitarie, che sono in panne. Abbiamo dimezzato l’accesso agli screening oncologici e alle diagnosi. La nostra proposta è un PIANO STRAORDINARIO PER LE LISTE DI ATTESA e divisione delle strutture per riattivare questi servizi. Poi c’è il tema dei professionisti sanitari. A loro deve essere conclusa la vaccinazione il prima possibile. Serve ampliarla a tutti quelli che hanno accesso alle strutture. Le altre regioni lo hanno già completato, noi dobbiamo iniziare. A noi servono forze nuove, gli studenti di area sanitaria non si possono laureare perché non riescono a terminare il tirocinio. Vacciniamoli e concludiamo. C’è la possibilità di programmare la vaccinazione per alcune categorie in farmacie, facciamolo. Serve il potenziamento delle Usca, sottoscrivere un patto con altri enti per personale aggiuntivo per il tracciamento dei contatti e l’isolamento. I servizi convenzionati non vengono erogati ora, vanno rimodulati per non sospendere l’azione del Terzo settore e delle reti di sostegno sociale. Servono interventi per le nuove povertà. Inoltre ci sono molte strutture che possono essere rifunzionalizzate. Invece sono stati fatti 3 ospedali da campo, e uno dopo un anno ancora non è attivo ed è privo di personale”.

Nel testo della Risoluzione si chiedeva di “velocizzare il piano vaccinale, richiedere l’aumento delle dosi di vaccini per l’Umbria; recuperare tutte le prestazioni sanitarie ad oggi sospese e ripristinare le strutture sanitarie e sociali pre-covid attraverso il varo di un piano straordinario di abbattimento delle liste d’attesa; accelerare l’assunzione del personale sanitario necessario con assunzioni veloci a tempo determinato e pubblicando contestualmente il bando per le assunzioni a tempo indeterminato, evitando che per i giovani medici e infermieri sia più conveniente lavorare in altre regioni; somministrare in maniera prioritaria il vaccino a tutti i professionisti sanitari (farmacisti, informatori scientifici, psicologi, odontoiatri e loro assistenti, personale di segreteria, operatori delle cooperative) e consentendo a studenti di area medico sanitaria la frequenza degli ospedali finalizzata alla laurea; dare attuazione alla delibera dell’Assemblea legislativa liquidando a tutti i medici in formazione il bonus covid in arretrato; autorizzare le farmacie convenzionate a eseguire le vaccinazioni con spazi idonei; ripristinare un efficace tracciamento dei contatti, l’isolamento immediato dei positivi e il monitoraggio dei pazienti, potenziando i dipartimenti di prevenzione, le Usca (unità speciali di continuità assistenziale) e l’integrazione con la medicina generale e le Aft (Aggregazioni funzionali territoriali); nei dipartimenti di prevenzione verificare la possibilità di mettere a disposizione personale sanitario e non in grado di monitorare la popolazione, anche con soggetti under 30 disoccupati a supporto del personale sanitario per il tracciamento, definendo sinergie con il Terzo settore e la rete dell’associazionismo; promuovere patti di collaborazione con Comuni e Enti locali per attivare risorse per le attività connesse al tracciamento; definire accordi con Asl e Comuni affinché tutti i servizi convenzionati non erogabili in fase di covid possano essere rimodulati; attivare protocolli di telemedicina e predisporre linee guida per l’assistenza domiciliare dei pazienti, dotandoli di dispositivi, farmaci, saturimetri per limitare i ricoveri; aprire un tavolo tecnico con professionisti ed esperti per correggere la gestione dell’emergenza sanitaria; efficientare le strutture esistenti anche tramite la progressiva dismissione di quelle provvisorie, come l’ospedale da campo.

RISOLUZIONE 3: “RISTORI ATTIVITÀ ECONOMICHE E BONUS ALLE FAMIGLIE” (PD, M5S, PATTO CIVICO, MISTO)

SIMONA MELONI (PD): “Chiediamo di prevedere RISTORI PER LE ATTIVITÀ’ ECONOMICHE in difficoltà a causa della zona rossa e BONUS PER LE FAMIGLIE. L’Umbria attraversa attraversa un periodo particolarmente difficile. Abbiano 65 comuni in fascia rossa e 27 in arancione e questo amplifica una situazione già precedentemente difficile. Sono due le categorie che stanno soffrendo di più: le famiglie, chiamate ad organizzarsi tra la cura dei figli e l’organizzazione professionale, e le imprese, colpite duramente dallo stato di emergenza. La cura dei bambini spesso ricade sui nonni, che oggi rappresentano però i primi soggetti fragili da tutelare. Sono quindi i genitori a doversi alternare per occuparsi dei figli vista la chiusura di tutte le scuole. Essendo tuttavia l’Umbria in zona arancione non sono previste le tutele governative proprie delle zone rosse. Dobbiamo quindi pensare con QUALI STRUMENTI E MEZZI POTER AIUTARE CHI È IN DIFFICOLTÀ: FAMIGLIE ED IMPRESE. E’ necessario che i ristori alle attività economiche e commerciali, specie nelle periferie, siano erogati dalla Regione, tenuto conto che a breve le aziende saranno chiamate al pagamento di imposte e tasse tra cui, in particolare, dell’ultima rata INPS 2020 e Inal 2021,  nonostante siano attualmente chiuse.  In questa situazione di difficoltà si crea una nuova spaccatura con persone e lavoratori non garantiti. Chiediamo quindi di prevedere misure condivise a favore di queste categorie, non solo chiedendo aiuti ulteriori al Governo, ma anche con nostre risorse regionali. È necessario intervenire con BONUS BABY SITTER, CONGEDI PARENTALI oltre a misure specifiche per attività le economiche in difficoltà. Servono da parte di tutti decisioni difficili e coraggiose, una responsabilità che dobbiamo assumerci”.

INTERVENTI:

Marco SQUARTA (FDI): “Abbiamo presentato questa risoluzione con spirito costruttivo. L’impatto del virus non può essere addebitato tutto sull’azione della Regione. Chiediamo però un cambio di passo e per questo abbiamo presentato 10 punti per andare incontro alle esigenze degli umbri, che sono ormai esausti. La scelta dell’area rossa era probabilmente obbligata. Ma bisogna agire su altri fronti. Bisogna chiarire come si svolgono e si svolgeranno le vaccinazioni, anche chiedendo maggiori dosi per l’Umbria. Bisogna assumere medici, infermieri e operatori sanitari, per evitare che la sanità regionale si paralizzi. Bisogna verificare con il Governo la possibilità di utilizzare anche altri vaccini, come quello russo o cinese. Dobbiamo ricordarci dei disabili e delle categorie fragili, che non possono rimanere inascoltate. Una settimana di zona rossa significa un colpo terribile per l’economia e dobbiamo pensare subito ai ristori anche per le zone arancioni, che per una regione piccola come la nostra comporta limitazioni molto forti legate alla mobilità tra Comuni. Bisogna far tornare a vivere i nostri ragazzi, che ora non possono uscire, andare a scuola e neppure fare sport”. 

Andrea FORA (Patto civico): “C’è stata una gestione presuntuosa che non ha tenuto conto delle esigenze e delle potenzialità del personale sanitario. Dobbiamo superare le difese d’ufficio e individuare le criticità esistenti. Se non volete ascoltare le nostre proposte chiedete un supporto tecnico adeguato. Le competenze venete che dovevano risolvere i problemi dell’Umbria non si sono rivelate efficaci. Il continuo scaricabarile su altri livelli istituzionali è imbarazzante. In Umbria ci sono molte professionalità che potrebbero essere utili per far ripartire il sistema. E ce ne sono anche fuori dall’Umbria. Non chiedere aiuto sarebbe dissennato. Le proposte che presento oggi vengono da una serie di professionisti che hanno lavorato per fornire indicazioni e competenze. Sappiamo che i vaccini mancano ed è inutile continuare a fare la lista delle persone da vaccinare. Nel frattempo possiamo organizzarci, in modo che all’arrivo dei vaccini si possa procedere subito. Gli anziani non sanno chi contattare e come prenotare la vaccinazione. Ad oggi servirebbero non meno di 500 mila vaccini, dobbiamo impegnarci per chiedere quote vaccinali maggiori. Bisogna potenziare il tracciamento, anche contando sul sostegno dell’associazionismo e del volontariato, senza frapporre problemi di privacy. Bisogna potenziare le Usca per gli interventi domiciliari. Bisogna spiegare perché tutte le Regioni assumono personale sanitario mentre l’Umbria non lo fa. C’è una agenzia interinale che in questi giorni sta chiamando i reparti per chiedere di quali professionalità hanno bisogno, senza passare dalla struttura di competenza. L’ospedale da campo si è rivelato inadatto, per i problemi di personale e di ventilazione. Vanno ripristinati i reparti delle strutture ospedaliere. Una volta fatto tutto questo si potranno chiedere ulteriori supporti al Governo, anche con l’attivazione di una zona rossa da parte del Ministero, che consentirebbe di sbloccare misure di sostegno”.

Donatella PORZI (Pd): “Non posso che sottoscrivere l’appello della consigliera Pace, perché al di là dello scaricabarile sul Governo, si tratta delle nostre proposte che dall’anno scorso si sono ripetute ad ogni seduta d’Aula. La Giunta ha responsabilità per questa situazione. Come per aver smantellato una sanità che funzionava, anche nella gestione della catena di comando. Non è un’azione logica. Le altre regioni che assumono devono comunque combattere con Arcuri. Nelle altre regioni la campagna di vaccinazione per i sanitari è a oltre il 70 per cento. Da noi si dice che saranno chiamati più avanti. Il nostro problema oggi è dire che zona rossa diventeranno anche altri territori? Dobbiamo fare quello che non è stato fatto con rapidità. La Toscana ha subito cominciato a tracciare con rapidità la popolazione della zona di Chiusi. Quando le cose nelle scuole sembravano preoccupanti la Toscana si è attrezzata. Noi abbiamo chiuso per primi le scuole. È vero che sui trasporti siamo scesi per primi al 50 per cento. Ma siccome non bastava, dopo 10 giorni di scuola la percentuale andava ancora abbassata. La mia proposta di test rapidi a scuola è stata bocciata da questa Aula a settembre, per poi essere recuperata quando era troppo tardi.  Tutti sono riusciti a assumere tranne che noi. Tutti hanno tenuto separati i reparti covid e non, tranne noi. Noi siamo collaborativi come lo siamo sempre stati fin dal primo giorno. Noi ci siamo stati e sempre ci saremo. Vi chiediamo di cambiare passo. Prendiamoci le nostre possibilità. Evitiamo questo disgustoso scaricabarile”.

Vincenzo BIANCONI (Misto): “Oggi mi sarei aspettato una presa d’atto delle cose che non hanno funzionato, delle strategie che si era pensato di mettere in campo e che alla luce dei fatti hanno dimostrato che l'Umbria è maglia nera d'Italia nella gestione di questa terza ondata. Questo sarebbe stato apprezzato. Ma i risultati parlano chiaro. E non si può dire che è colpa di chi c’è stato prima. Se chiedete ai nostri operatori sanitari come va l’organizzazione di questa sanità, la risposta è che era meglio prima. Una Regione piccola, spopolata, mal collegata, con una piccola economia, teoricamente doveva essere più difficile la trasmissione di contagio. Invece è una delle peggiori. Da mesi abbiamo provato a dare una mano, abbiamo chiesto un tavolo di lavoro, abbiamo portato proposte concrete. Ci avete illuso per settimane su un confronto di cui non è rimasto nulla. La minoranza non può allora che denunciare quello che non ha funzionato. Questa situazione fiacca le famiglie, i ragazzi, la capacità di ripartenza della nostra economia, del turismo. Abbiamo avuto una grande stagione del turismo la scorsa estate perché eravamo visti come un luogo sicuro. Ora abbiamo un altro cartello. Potevamo e dovevamo fare di più. Noi abbiamo buttato 4 milioni per un ospedale da campo, quando ci sono tante strutture da ristrutturare. Gli altri hanno assunto, noi noi. Si doveva fare meglio. Nelle aree colpite dal terremoto ci sono famiglie nelle casette, dove lo scoramento è infinito. La minoranza non poteva fare di più di quello che ha fatto. Siamo stati propositivi, abbiamo chiesto di condividere scelte. Ci è sempre stata sbattuta la porta in faccia. Vi chiedo di aprirvi al confronto su tutti i temi che ci aspettano. Mi auguro che ci sarà una nuova stagione di confronto reale per il bene comune di tutti”.

THOMAS DE LUCA (M5S): “Io alla maggioranza direi di farsi aiutare dal sindaco di Todi Ruggiano che ha attestato quanto noi stiamo proponendo da mesi nello sviluppo di un modello di governance del tracciamento dei contagi attraverso il coinvolgimento diretto dei comuni attraverso il Coc. É un modello messo in campo da un vostro esponente e che funziona. Questa tipologia di intervento ha permesso in particolar modo su piccoli territori, di poter neutralizzare gli episodi di contagio. Le regole sono semplici: isolamento, vaccini e mascherine. In tema di vaccinazione si continua a parlare dell’assurdo. Non si può continuare a parlare di carenza di vaccini. Le regole nazionali sono chiare. Gli operatori sanitari e socio sanitari in prima linea hanno un rischio più elevato. Solo oggi sono arrivate le vaccinazioni per gli Oss e per il personale in reparti covid nell’ospedale di Spoleto. Nel frattempo avete proceduto a vaccinare gli amministrativi. Il personale del 118 non ha ancora ricevuto vaccinazione. Questo è in contrasto con il piano vaccinale nazionale e regionale. Le varianti del Covid sono presenti anche in altre parti d’Italia da diversi giorni, ma non hanno causato quanto sta accadendo qui. Siamo arrivati al record rispetto alla saturazione delle terapie intensive con un numero di contagiati che è la metà della prima ondata. Quindi, o il virus è più aggressivo o sono saltati, e questa è la realtà, i tracciamenti. Siamo ancora a 130 posti di terapia intensiva come a settembre. Nel piano di salvaguardia erano previsti altri numeri che non sono stati realizzati in nessuna struttura. C’è una lettera datata 5 marzo 2020, indirizzata alla presidente Tesei, all’assessore Coletto e per conoscenza all’Azienda ospedaliera di Terni, in cui l’Ater comunicava la disponibilità, a titolo gratuito, dell’edificio ex milizia di Terni, struttura idonea alle esigenze attuali ed in parte già attrezzata. Invece avete preferito spendere 12 milioni di euro di cui 4 per l’ospedale da campo e 8 per i moduli prefabbricati del Commissario Arcuri. Qualcuno dovrà certamente rispondere di questa situazione. Serve serietà e soprattutto saper fare un'inversione ad U e ritornare indietro, anche se non lo credo possibile”.

STEFANO PASTORELLI: “Questa pandemia colpisce tutti, ci sono dati che dimostrano come le difficoltà siano per tutti. Quando Conte era il presidente del Consiglio, la minoranza di questa Regione ci ricordava continuamente quante e quali difficoltà avesse affrontato per dare risposte alla pandemia. Più volte, nell’emergenza, abbiamo assistito al tentativo di offuscare la consapevolezza dei cittadini umbri attraverso la diffusione di notizie false, che siamo stati costretti a smentire per evitare panico ingiustificato o maggiore incertezza. A differenza di quanto affermato dall’opposizione, oggi vorremmo consegnare agli umbri un’operazione di verità per non creare ulteriore confusione. Oggi siamo in questa condizione perché la situazione epidemiologica è cambiata e le misure che prima garantivano sicurezza sanitaria ora non sono più sufficienti. In Umbria sono state identificate due varianti. L’Umbria ha rilevato tempestivamente queste mutazioni grazie anche all’attenzione dei professionisti della sanità. Tutti i provvedimenti assunti per arginare possibili contagi di queste due varianti sono stati concertati con l’Istituto superiore di sanità ed il Comitato scientifico. Questo dimostra che l’Umbria non è mai stata autoreferenziale, né arrogante. La condivisione è stato il percorso scelto nel rapporto con le altre Regioni. In tutti i Paesi europei il rischio per le varianti è valutato come alto e molto alto. Maggiore trasmissibilità porta spesso a ospedalizzazione e mortalità soprattutto per l’età avanzata. Sono quindi necessarie misure di contenimento più severe. L’Umbria sta rispondendo a questa emergenza con misure che potrebbero risultare importanti anche per altre regioni. Ricordo a chi chiede cambi di passo e velocità, che partivamo da una situazione di 59 posti di terapia intensiva. Rispetto alle assunzioni ricordo che abbiamo trovato una regione che ha perso molti professionisti. Il Pd non usi foglie di fico per nascondere errori palesi del passato”.


 AVIS

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