DeLuca Bettarelli(UNWEB) "Siamo disponibili a revocare le dimissioni dalla ‘Commissione d'inchiesta sull'inquinamento della conca ternana’ a patto che la Giunta regionale ritiri la delibera che individua, erroneamente, le ragioni del fenomeno”.

Lo dichiarano il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea legislativa, Thomas De Luca, e il consigliere regionale PD Michele Bettarelli, ricordando di “aver deciso di rassegnare le dimissioni dopo 7 mesi di inattività e soprattutto in seguito alle modifiche approvate dalla Giunta al Piano regionale della qualità dell'aria con cui si era affermato che il 75 per cento dell'inquinamento della città di Terni è causato da caldaie e caminetti e nessuna menzione veniva fatta a proposito del superamento del valore obiettivo previsto dal Dlgs 155/2010 per quanto concerne il nichel nell'area di Prisciano”. De Luca e Bettarelli ricordano che, al momento delle dimissioni, parlarono di “una Commissione che di fatto non si è mai riunita e non ha mai condiviso alcuna progettualità. Fumo negli occhi per i cittadini ternani”. Ora i consiglieri di opposizione ribadiscono che “la Commissione si è riunita solo due volte dopo l'insediamento, con l'ultima convocazione che risale al 20 luglio, e non ha mai condiviso nella realtà alcuna progettualità ma solo preso atto delle delibere della Giunta. Attualmente è tutto bloccato e assistiamo a un vulnus - dicono De Luca e Bettarelli - ma siamo disponibili a revocare le dimissioni a patto che venga ritirata la delibera e venga convocato un tavolo di confronto all'interno della Commissione per arrivare a riflessioni e conclusioni condivise sulle quali redigere un nuovo documento. Riteniamo quindi essenziale uscire definitivamente e senza ambiguità dalla narrazione negazionista basata sulle stime dell'indagine del 2015 fatta tramite elenco telefonico che mette in secondo piano i risultati dello studio scientifico di Arpa sulla caratterizzazione del particolato. Numeri a caso – concludono - che diventano la colonna portante di politiche basate sulle ingenti restrizioni nei confronti dei cittadini ed interventi ridicoli sulle grandi emissioni industriali. Mentre ai cittadini con le caldaie più vecchie è proibito scaldarsi dal lunedì al venerdì, l'inceneritore resta libero di continuare a bruciare. Questo deve essere l'oggetto della Commissione".


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