176290708 2981416098762075 5271228534500666637 n(UNWEB) Perugia,   – Nella seduta dedicata al Question time, il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega) ha interrogato l’assessore Morroni per conoscere se la Giunta intende “individuare misure di carattere strutturale, specifiche e dedicate nel nuovo Psr Umbria a sostegno delle attività zootecniche''.

Illustrando l’atto in Aula Mancini ha spiegato che questo servirebbe “a favorire gli importanti adeguamenti strutturali e tecnologici necessari in conseguenza della designazione delle nuove Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN). La Regione nel 2019, sulla base di una proposta tecnica stilata da ARPA Umbria, ha designato e perimetrato nuove Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN) nei bacini idrografici dei corpi idrici sotterranei, nonché individuato e perimetrato ZVN nei bacini idrografici dei corpi idrici superficiali in stato eutrofico o ipertrofico. La nuova perimetrazione ha imposto alle aziende, i cui terreni sono ricompresi in tali zone, il rispetto del Programma di Azione, che contiene misure di riduzione del letame che dell’azoto organico, la cui applicazione costringe gli allevatori ad interventi strutturali sull'organizzazione aziendale che non può che determinare la riduzione drastica dei capi di allevamento con grave pregiudizio anche dei livelli occupazionali delle stesse. E tutto ciò in una fase economica particolarmente critica a causa della pandemia in corso. Questo potrebbe mettere in discussione la sopravvivenza delle aziende agricole, imponendo loro di ridurre la produttività attuale se per cause indipendenti dalla loro volontà l'adeguamento alle disposizioni del provvedimento non fosse possibile. Nel 2020 la Regione ha precisato che il Programma di Azione si sarebbe applicato a decorrere dalla annata agraria 2020/2021 e, quindi, a decorrere dal giorno 11 novembre 2020. Inoltre ha dato mandato al Servizio Risorse Idriche e Rischio Idraulico di riesaminare la perimetrazione delle ZVN alla luce dei nuovi dati. A questo Servizio è stato anche dato mandato di riesaminare il Programma di Azione. Il settore zootecnico è fondamentale per la nostra regione considerato che rappresenta il 43 per cento del PIL agricolo dell'Umbria. Con un piano di investimenti strutturato sarebbe possibile ammodernare tutto il comparto, raggiungendo così un duplice obiettivo: ottenere un territorio vivibile, accogliente, con minori immissioni odorigene a tutto vantaggio sia della popolazione residente che dei flussi turistici che l'Umbria ha l'ambizione di attrarre; incrementare la competitività delle nostre aziende ed ottimizzare il loro processo produttivo, introducendo nuove tecnologie, con un conseguente miglioramento del benessere animale, e quindi della resa della produzione e della sua qualità”.

L’assessore Morroni ha risposto che “oggi più che mai assume grande importanza la tutela del territorio e in particolare dei territori marginali, come scritto anche in tutte le direttive dell’Unione europea. Le acque, come testimoniano i dati raccolti, presentano nitrati oltre i limiti consentiti. Questa amministrazione ha affrontato il tema della riperimetrazione e della tutela delle acque seguendo la direttiva 91676 Cee, con cui gli Stati membri riesaminano e, se necessario, rivedono o completano le designazioni delle Zvn ogni 4 anni e devono essere notificate entro sei mesi alla Ue. La Direttiva Cee 2060 del 2000 ha configurato il quadro di tutela delle acque, recepita in Italia con Decreto legislativo che in coerenza prevede che le Regioni designino, riesaminino e rivedano le Zvn. Vige anche la direttiva 2016 del ministero per le Politiche agricole, che prevede l’aggiornamento dei criteri per la disciplina regionale agronomica. Si evidenzia che la Giunta ha adottato la delibera 86/2021 con cui è stato avviato il processo di revisione per le Zvn basato su un principio di semplificazione, sono stati armonizzati e resi coerenti i parametri di riferimento per Zvn in modo che le aziende con produzione integrata assolvano agli obblighi riguardanti le zone vulnerabili. I costi aziendali hanno indubbiamente un impatto significativo, ma la cultura ambientale è divenuta ormai fattore distintivo, che sempre più caratterizza i modelli di competizione, con il cittadino che diviene custode dell’ambiente e delle produzioni di qualità. La Regione deve affiancare le imprese agricole nel sostegno ai principi enunciati. Per quanto riguarda gli investimenti, il Psr prevede priorità per investimenti migliorativi degli aspetti ambientali. Nella consapevolezza che il paesaggio assume un’importanza strategica per la regione, è evidente che la politica regionale continuerà a prestare la necessaria attenzione alle problematiche ambientali, incentivando le misure rivolte alla tutela ambientale e al benessere animale”.

Nella replica conclusiva, Mancini ha evidenziato che sul fronte del benessere animale, che rappresenta un aspetto della questione, non si può ignorare la concorrenza sleale di merce che arriva in Italia da Paesi dove queste pratiche non ci sono. Sarà importante sensibilizzare allora il cittadino a consumare carne prodotta e macellata in Italia, dove c’è un sistema sanitario e veterinario di grande qualità. Per quanto riguarda l’aspetto ambientale, occorre sostenere l’adeguamento tecnologico di queste imprese, che è altra cosa rispetto al benessere animale. Obiettivo principale è migliorare la risposta in materia di alimentazione e salute, ci vuole la tecnologia. La qualità degli allevatori va difesa e sostenuta. I liquami possono finire nelle coltivazioni purché senza nitrati, nel recupero delle masse organiche avremo produzione green a chilometro zero. Ma il consumatore deve fare la sua parte, servono promozioni opportune”.


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